Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale esprime un severo e netto dissenso sul disegno di legge costituzionale presentato dal Governo che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio.
La maggioranza attuale ha ottenuto nel turno elettorale del 25 settembre del 2022 il 44%, con una partecipazione al voto del 64%. Il risultato certifica che è minoritaria nel voto e ancor più nei consensi reali nel paese. Diventa maggioranza parlamentare con il 59% dei seggi solo grazie al premio di maggioranza dato da una legge elettorale sbagliata e incostituzionale.
Nel programma della destra era prevista l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, invece il disegno di legge del Governo (AS 935) sceglie l’elezione diretta del Presidente del Consiglio: una proposta non meno devastante, che sovverte l’equilibrio tra i poteri della nostra Repubblica parlamentare, riduce nettamente poteri e autonomia del Presidente della Repubblica, comprime la funzione legislativa e di controllo del Parlamento, concentra la funzione di comando nella figura del Presidente del Consiglio. Inoltre prevede di introdurre in Costituzione l’adozione di un sistema elettorale maggioritario con un premio di maggioranza del 55%, senza indicare la soglia minima di voti necessari per accedervi, come richiesto in passati pronunciamenti dalla Corte costituzionale. In sostanza il Governo Meloni vuole infliggere un colpo definitivo alla democrazia parlamentare delineata dalla Costituzione nata dalla resistenza al nazifascismo.
Per queste ragioni il disegno del governo va respinto. Preparandosi fin d’ora a dire NO nel referendum (art. 138 Cost.), poiché la maggioranza non ha comunque i due terzi dei parlamentari necessari per evitarlo. All’elezione diretta del Presidente del Consiglio va contrapposta la richiesta di restituire a elettrici ed elettori il potere di scegliere i propri rappresentanti. Questa è la vera riforma da ottenere con una nuova legge elettorale e le modalità di partecipazione costante alla vita democratica dei cittadini, non ogni cinque anni nel solo giorno del voto al premier, come vorrebbe Giorgia Meloni.
A questo fine il Coordinamento:
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intende procedere alla costruzione di Comitati per l’attuazione e la difesa della Costituzione in tutta Italia, coinvolgendo quanti vorranno contribuire a spiegare le ragioni del No al disegno del Governo, pronti a diventare Comitati per il No nel referendum popolare costituzionale.
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chiede di nuovo al Presidente del Senato, in osservanza all’art 74 del regolamento, di portare in aula – comunque prima dell’esame del ddl 615 Calderoli – la discussione sulla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare n°764, forte di 106.000 firme, per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione.
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chiede a tutte le associazioni, ai partiti, ai gruppi parlamentari di aprire al più presto una discussione su una nuova legge elettorale proporzionale con scelta diretta dei candidati da parte degli elettori.
30 novembre 2023