Camilla : Se il solo Regionalismo ha prodotto notevoli disuguaglianze nell’accesso alla tutela della salute, cosa potrà mai fare l’Autonomia Differenziata che prevede molte più materie in mano alle Regioni ?
Il Professore: Il Regionalismo si è spinto molto oltre i confini di un’autonomia armoniosa con lo Stato e la crisi pandemica che da un anno ci affligge, ci ha ulteriormente mostrato il fallimento della Riforma che lo ha prodotto. Prendiamo la Scuola e la Sanità. In occasione della pandemia questi Servizi fondamentali e strategici per il Paese sono stati messi in ginocchio dalla gestione privatistica del trasporto locale e dalla frammentazione e progressiva privatizzazione del Servizio Sanitario. Ma al posto di tanti Servizi Sanitari Regionali, avremmo invece bisogno di un modello unico, attento a Prevenzione e Territorio e con Livelli di Assistenza e di Prestazioni Unificati, piuttosto che con gli attuali LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza ) che hanno invece reso il Paese sempre più diseguale e ingiusto nell’accesso ai Servizi dedicati alla Salute.
Camilla: L’Autonomia Differenziata prevede che perfino l’Ambiente possa diventar materia di legislazione regionale, messa quindi nelle mani della frantumazione delle regole.
Il Professore: Proseguire su questa strada, attuando il passo successivo dell’Autonomia Differenziata, sarebbe una follia perché ne deriverebbero ulteriori privatizzazioni dei servizi a vantaggio di pochi (poteri economici forti e politici in carriera) ed un incremento della babele a cui stiamo assistendo: contrapposizioni tra le Regioni e lo Stato, che rallentano i processi decisionali ed inseriscono confusioni alimentate solo da interessi di parte.
Camilla: Il Nord Italia vuole mangiarsi buona parte delle risorse che arriveranno dall’Europa ed abbandonare il Sud al suo destino.
Il Professore: Il Nord pensa così di agganciare meglio la locomotiva tedesca, infischiandosene dell’obiettivo europeo del Recovery Fund per l’Italia, che è quello di affrontare invece l’enorme divario Nord-Sud. Buona parte delle risorse dovrebbero essere infatti destinate alle Regioni meridionali, per consentire loro di agganciare il resto del Paese con progetti infrastrutturali seri, che non abbiano nulla a che vedere con quei costosi buchi neri spacciati per Mobilità sostenibile, nonostante il loro alto impatto negativo sull’Ambiente. Troppo spesso questi sono infatti soltanto progetti frettolosi e sorpassati, inventati per intercettare soprattutto i tanti soldi che costano.
Camilla: Purtroppo e nonostante la crisi, non si trova di meglio che andare ognun per sé e così si rischia solo di fare come i polli di Renzo, che si becchettano tra di loro per poi far tutti la stessa triste fine.
Il Professore: Hai ragione Camilla, infatti questo progetto dell’Autonomia differenziata è eversivo perché divide il Paese che invece solo se sarà unito e più omogeneamente sviluppato potrà riprendersi. Frammentati così, non si va proprio da nessuna parte, si è solo più deboli e quindi piccole prede per predatori più grossi e meglio attrezzati.
Camilla: Purtroppo l’Autonomia Differenziata sembra essere nella testa di buona parte della politica italiana, altrimenti il problema verrebbe affrontato in Parlamento, depotenziando, se non eliminando del tutto il meccanismo che la consente: quel maledetto comma 3 dell’art. 116 della Costituzione.
Il Professore : E’ proprio così Camilla, l’Autonomia Differenziata è l’approdo di quel progetto di verticalizzazione del Paese che molto tempo infligge umiliazioni al Parlamento, con leggi elettorali che non consentono ai Cittadini di scegliersi chi li debba rappresentare. Anche per questo un Parlamento di Nominati è sempre più spesso bypassato dalla Conferenza Stato Regioni, che è la sede degli Organi Esecutivi del Governo Centrale e di quelli Regionali.
Camilla: Sopraffatta come è da problemi urgenti, molta gente di queste cose non ne sa proprio nulla o ha le idee confuse. Dobbiamo proprio darci da fare!