“Riforma” Valditara dei Tecnici e Professionali

di Manifesto dei 500 - 25/09/2023
Un altro passo di distruzione della scuola della Repubblica Inaccettabile!

Dopo il tutor, la soppressione di centinaia di istituzione scolastiche con il “nuovo” dimensionamento, i tagli di posti in molte città, i soldi a valanga del PNRR per imporre una didattica di regime mentre le scuole cadono a pezzi, adesso nel mirino del governo entrano gli Istituti Tecnici e Professionali. Un anno di scuola in meno, regionalizzazione, ingresso dei privati, lavoro al posto dell’istruzione.

Il Disegno di legge presentato dal ministro Valditara il 19 settembre prevede di istituire un secondo canale parallelo agli Istituti Tecnici e Professionali attuali, che potrà essere messo in piedi indifferentemente dallo Stato o dalle Regioni, con percorsi di studio di soli quattro anni al posto dei cinque attuali.

Non ci si deve confondere: non si tratta semplicemente di una “sperimentazione” per ridurre di un anno gli Istituti Tecnici e Professionali - cosa che sarebbe già grave in sé - ma di istituire un vero e proprio canale aggiuntivo, nel quale Regioni e Stato vengono posti sullo stesso piano.Ciò che si vuol fare è dunque mettere in concorrenza la scuola statale, che consegna titoli di studio
nazionali validi nel mondo del lavoro, con una scuola più breve, accattivante proprio per la durata, disarticolata nei programmi e nella gestione (statale o regionale).

Il disegno di legge è chiaro: “E’ istituita, a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2024/2025, la filiera formativa tecnologico-professionale, costituita dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli istituti tecnologici superiori (ITS Academy), dai percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) e dai percorsi di istruzione e formazione tecnica
superiore (IFTS)”. In pratica, i quattro anni di scuola secondaria di secondo grado si potrebbero svolgere sia in istituti statali sia in quelli regionali (IeFP), per poi essere seguiti da due anni di ITS Academy o IFTS (che non è l’università) cioè ad una formazione largamente privata, nella quale dominano le industrie. Chi insegnerà in queste sperimentazioni?

Evidentemente insegnanti statali e/o regionali, ma specialmente esperti esterni, privati, consulenti…
Si prevede infatti “la stipula di contratti di prestazione d’opera per attività di insegnamento con soggetti del mondo del lavoro e delle professioni”.

Che cosa si insegnerà?
Sempre di più si sostituirà l’insegnamento con il lavoro; si prevede infatti di potenziare “la promozione di accordi di partenariato, volti a definire le modalità di co-progettazione dell’offerta formativa, di attuazione dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), e di stipula dei contratti di apprendistato”. Traduzione: lavoro al posto di istruzione.

Chi valuterà?
Il progetto consegna all’INVALSI la certificazione dell’accesso agli ITS, togliendo così ai docenti la funzione fondamentale della valutazione.

Infine, il disegno di legge prepara la liquidazione di migliaia di posti di lavoro con il taglio di un
anno di scuola.
Questa “riforma” si muove dunque sulla strada già tracciata da tutte le precedenti e segna un’accelerazione micidiale verso la liquidazione della scuola pubblica statale. Mettendo in stretta concorrenza lo Stato con le Regioni decreta - prima ancora che l’Autonomia differenziata sia approvata - un passo verso la regionalizzazione del sistema di istruzione e dei contratti di lavoro.

Non c’è alcun dubbio: la “riforma” dei Tecnici e dei Professionali, spacciata per “sperimentazione, deve essere rigettata. È necessario che i sindacati prendano subito posizione per il suo ritiro.

Manifesto dei 500,

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