Le complessità dell’educazione alla cittadinanza

di Laura Tussi - 24/05/2023
Scuola: i concetti, la pratica dell’educazione per una cittadinanza attiva e globale - Evidenziamo alcuni ambiti specifici di miglioramento dell’educazione formale e proponiamo i seguenti punti per l’educazione alla cittadinanza attiva e globale e orientata alla pace.

Tra complessità e convergenze

Considerando e richiamando l’impegno di grande livello di quegli insegnanti, educatori e organizzazioni della società civile che, lavorando quotidianamente con bambini e giovani, evidenziano insieme a noi urgente necessità di introdurre nella scuola i concetti, la pratica dell’educazione per una cittadinanza attiva e globale che conducano a percorsi di pace e nonviolenza, a tal fine evidenziamo alcuni ambiti specifici di miglioramento dell’educazione formale e proponiamo i seguenti punti per l’educazione alla cittadinanza attiva e globale.

Complessità e organizzazione scolastica

In un mondo in cui la vita e il sapere contemporanei sono sempre più complessi, è sempre più necessario e urgente un’educazione per la cittadinanza attiva e globale intesa come processo di informazione trasversale e transdisciplinare, per costruire processi e percorsi di pace dal basso, che trova spazio tanto nell’inserimento in discipline già esistenti quanto nella creazione di spazi interdisciplinari e di progetto e nel favorire l’apprendimento a partire da tematiche socialmente rilevanti. In un’epoca in cui diversi piani di identità si intersecano, sia livello individuale che collettivo, l’educazione per una cittadinanza attiva e globale e di pace esige dalla scuola più radicamento nella vita locale, più attenzione, comprensione e partecipazione a livello planetario, più rispetto per i molteplici contesti e esperienze di riferimento delle persone e delle comunità e più coinvolgimento di tutti gli attori sociali e educativi.

Esigiamo dai dirigenti politici nazionali e locali e chiediamo agli insegnanti e alla società civile che si impegnino nella concretizzazione e realizzazione di questi punti e livelli di azione di cittadinanza attiva, di pace e nonviolenza.

Metodologia: la convergenza degli obiettivi

Per il carattere che le è proprio, l’educazione per una cittadinanza attiva e globale richiede metodologie attive - come imparare a essere, conoscere e a fare - interattive - utilizzando discussioni e dibattiti che favoriscono la sperimentazione, focalizzati su sfide reali per bambini e giovani e per tutta la società - critiche - incoraggiando la capacità di pensare partendo da valori e convinzioni e favorendo l’autonomia - cooperative - rinforzando il piacere per l’apprendimento reciproco, il lavoro in rete e la solidarietà e i ruoli pacifici e nonviolenti, con un approccio sociale e affettivo che potenzi l’apprendimento delle emozioni - partecipative - dando voce a differenti attori riconoscendone il ruolo e facilitando nel coinvolgimento critico e creativo.

Le metodologie proprie dell’educazione per la cittadinanza attiva e globale sviluppano queste abilità imprescindibili da trasmettere ai bambini e ai giovani per essere in grado di rispondere alle sfide del presente e a quelle del futuro e del nuovo millennio. In questo importante processo educativo, è necessario che gli studenti siano il punto di convergenza degli obiettivi, nelle motivazioni e nelle esigenze.
Per affrontare questa sfida e responsabilità, gli insegnanti e tutti gli agenti educativi devono essere sostenuti nell’acquisizione e rafforzamento delle competenze adeguate alla loro missione per non smettere mai di agire contro contesti di guerra e bellicisti e militareschi.

La formazione specifica in educazione per la cittadinanza attiva e globale è un fattore chiave in tutto il processo educativo; è un sostegno imprescindibile per insegnanti e dirigenti scolastici per comprendere e orientarsi e praticare temi a volte molto complessi, interconnessi e o controversi.
Riconoscendo come i materiali didattici condizionino le pratiche educative quotidiane e costituiscano un sostegno esistenziale per insegnanti, da un lato da essi deve essere eliminato ogni tipo di riferimenti e messaggi discriminatori e che incoraggino gli stereotipi, e dall’altro devono essere ripensati e rinnovati in termini di contenuto e forma, cogliendo i valori e i principi dell’educazione per una cittadinanza globale e di pace contro ogni guerra e ambito di conflitto armato.

Riteniamo anche pertinente attuare una valutazione centrata sulla coerenza tra i valori e le proposte, tra i principi e i valori e gli ideali dichiarati nella pratica scolastica reale, tra gli obiettivi e le strategie, la teoria e la pratica, i contenuti e la forma.

Esigiamo dai dirigenti politici nazionali e locali e chiediamo agli insegnanti, alle case editrici impegnate nella produzione di materiale didattico, alle università, alle ONG che si impegnino nella concreta realizzazione di questi punti.

Ruoli e relazioni

L’educazione per una cittadinanza globale del sistema formale di insegnamento esige una scuola democratica, partecipativa e aperta nella quale tutti gli attori, studenti, insegnanti, funzionari, responsabili educativi, famiglie siano riconosciuti come cittadini protagonisti del processo educativo e siano incoraggiati a condividere le proprie pratiche, le riflessioni e le proposte di miglioramento, oltre che a promuovere iniziative congiunte.

Questa scuola ha un ruolo da svolgere nella costruzione di una cittadinanza globale e nei processi di trasformazione sociale, in collaborazione con organizzazioni della società civile e movimenti sociali, in una logica di relazioni che valorizzino e riconoscano diverse competenze e rispettino la specificità e il ruolo di ciascuna parte, sfruttando il miglior risultato di interazioni creative e mobilitatrici. Per questo occorrono insegnanti impegnati, critici, trasformatori, che considerino l’educazione come un’attività creatrice che, partendo dalla realtà quotidiana, prepara per la libertà, la crescita individuale e il bene comune e la pace, e che lavorino in maniera cooperativa in rete per generare i necessari processi di cambiamento; e che portino avanti un movimento di trasformazione dell’educazione, coinvolgendo tutta la comunità educativa all’interno delle proprie scuole.

In contesti in cui i media sono anche dei potenti agenti educativi, in cui l’accesso in quantità e la diffusione di informazioni opinioni è senza precedenti, è fondamentale imparare a utilizzarli e leggerli in modo critico e a contribuire alla nascita e all’affermazione di media alternativi, capaci di incoraggiare i modi di essere attenti, attivi e socialmente impegnati.

Esigiamo dirigenti politici nazionali e locali adibiti ai media e chiediamo agli insegnanti, agli alunni, ai loro genitori e le organizzazioni della società civile che si impegnino nella concreta realizzazione di queste raccomandazioni.

LAURA TUSSI

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