Lettera deI CDC (coordinamento democrazia costituzionale) dell'Emilia Romagna

di Coordinamento Democrazia Costituzionale dell’Emilia Romagna - 09/05/2019
Critichiamo la scelta originaria , oggi superata positivamente, di ammettere l'editore Altaforte a partecipare al salone del Libro di Torino

Ai componenti il Comitato d’Indirizzo del Salone del libro di Torino , 2019

Al Circolo dei lettori del Salone del Libro di Torino 2019

 

 

Esprimiamo piena adesione alla decisione – di natura politica – della Regione Piemonte e del Comune di Torino di denunciare per il reato di apologia del fascismo  alla Procura della Repubblica di Torino l’editore Polacchi , titolare della casa editrice Altaforte e coordinatore regionale di CasaPound , e per tale ragione di chiedere la rescissione del contratto di partecipazione della stessa casa editrice al Salone del Libro di Torino. Vengono così evitate , almeno in parte, le negative conseguenze che sarebbero derivate dalla Vostra precedente scelta , per noi sbagliata e non accettabile, di ospitare/permettere la partecipazione della casa editrice medesima la Salone del Libro di Torino.

Riteniamo che le motivazioni che avevate addotto a sostegno della vostra scelta rappresentassero una rinuncia all’assunzione delle responsabilità che competono ad ogni cittadino ed ente democratico e il frutto di una sostanziale attitudine ponziopilatesca.

Sia il testo dell’art.  21 della Cost. - che attribuisce a chiunque  “il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero  con la parola lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” - nonché il fatto che CasaPound non sia ancora stata dichiarata fuorilegge ,  vanno giudicati secondo noi sulla base della XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione (“E’ vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista ”) .    Nonostante la sentenza n.74 del 1958 della Corte Costituzionale avesse indicato nel “pericolo per l’ordinamento democratico” il chiaro criterio di fondo idoneo legalmente a comprimere la “libertà di pensiero” di formazioni neofasciste, mai – da allora – si è provveduto a dichiarare fuorilegge formazioni simili a CasaPound (dichiaratamente razzista e neofascista, denigratrice dell’Anpi e della Resistenza italiana , formazione che il 23 marzo scorso ha celebrato la nascita dei fasci di combattimento, responsabile negli ultimi 5 anni – si veda il sito www.infoantifaECN – di almeno 70 aggressioni , intimidazioni e violenze a centri sociali, immigrati ,omosessuali, militanti antifascisti, femministe, studenti, professori, giornalisti).      

Tuttavia la circostanza che la Legge Scelba-Mancino non sia stata ancora adeguatamente applicata a questa formazione ed altre consimili,  non esime alcun cittadino , individualmente o come rappresentante di organismi o enti,  a non assumersi, moralmente e politicamente, le proprie personali responsabilità a difesa della democrazia coi metodi della democrazia.

La Magistratura segue propri criteri, la coscienza civile e l’impegno democratico altri.

 

Il problema emerso,  di fronte all’agire ed al pensare di queste forze razziste e neofasciste , non può/non doveva essere affrontato –  nemmeno da Voi  –  sul piano della sola legalità giudiziaria.

I democratici non possono accettare passivamente che neofascisti dichiarati come CasaPound  siano sempre più presenti e legittimati nello spazio pubblico come purtroppo sta avvenendo non da oggi. Ognuno di noi è chiamato a prendere parte in questo conflitto nel cui ambito sono in gioco i principi fondamentali della democrazia e della Costituzione.  Siamo chiamati tutti ad assolvere ad una nostra/vostra  non delegabile responsabilità: sia difendendo concretamente i più deboli dalle discriminazioni e dalla violenza neofascista  (come a Casalbruciata) sia impedendo che eventi culturali importanti – come il Salone del libro -    possano produrre ulteriore anche simbolica legittimazione di formazioni che si vantano di essere apologeti del fascismo e che usano metodi squadristici nelle loro azioni. Riteniamo che scelte come quella che avevate assunto , prima che Regione e Comune decidessero diversamente , avrebbero contribuito a rendere “normali” e tollerabili codici di pensiero e di azione intollerabili e incompatibili con la democrazia .

I C.D.C.   (Coordinamento Democrazia Costituzionale)

dell’Emilia Romagna ( Modena, Bologna, Ravenna, Rimini, Reggio E., Forli Cesena, Parma)

per gli estensori di questa lettera :  Mauro Sentimenti 

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