Un gruppo di autori del Parlamento Internazionale degli Scrittori, su appello del poeta palestinese Mahmoud Darwish, assediato a Ramallah nel Marzo 2002, si recano nei territori occupati. Lo scopo del viaggio è abbattere i muri dell’oscurantismo del terrore e liberare poeti e scrittori prigionieri nei territori dell’omertà, tramite il simbolo della cultura e della luce delle lettere. Ogni intellettuale lascerà uno scritto di testimonianza di quanto ha potuto osservare in quelle terre contese, sospese in un’eternità silente di odio e rancore. Gli scrittori osservano, descrivono e raccontano la violenza e i massacri, l’infinita miseria. Con l’efficacia della trama narrativa, della poiesis letteraria del racconto descrittivo, riportano al cuore dei lettori la denuncia senza fine del terrore, che attraverso la linearità del resoconto descrittivo e narrativo, prende la forma reale della tragedia del conflitto civile.
Nella terra di mezzo dove imperversano la guerriglia, il terrorismo, l’orrore della morte, gli scrittori descrivono l’estrema povertà, la miseria, il dolore della gente sparsa per la strada in attesa di una salvezza, di un riscatto di libertà, nella certezza di un futuro di vita. Lo spettro del conflitto ancora una volta è esorcizzato dalla creatività, dalla cultura letteraria che estrapola squarci di vita e di morte e li riconsegna a tutto il mondo in grado di cogliere messaggi di pace e speranza. Un messaggio foriero di futuro dovrà giungere alle più alte gerarchie di stato che fomentano, in nome di una presunta volontà di giustizia e di pace, la belligeranza ed il terrorismo. La cultura letteraria sarà la salvezza delle genti al fine di progettare a livello politico ed istituzionale un sistema internazionale e mondiale fondato sulla pratica e la cultura della pace, al fine di esorcizzare ogni evenienza bellica e ogni atto terroristico nel mondo, per un sentimento universale di rispetto tra gli uomini e nell’umanità intera.
Nella foto: alla periferia di Gerusalemme la barriera è costituita da un muro alto 8 metri. Esso si estende nei quartieri arabi di Gerusalemme e in corrispondenza del confine fra gli agglomerati di Gerusalemme e di Betlemme. Questo muro ha reso la vita di molti cittadini dei territori Impossibile tale che fu dichiarato nel 2004 illegale. Attraversa in particolare i quartieri di Abū Dis e di Azariyye a sud, fino alla strada che permette di accedere a Betlemme. A nord, il muro costeggia in parte i limiti del comune di Gerusalemme, sulla parte annessa da Israele del territorio cisgiordano.
Laura Tussi