Era da tanto tempo che la mia Firenze non era così bella: bella come l’antifascismo. In Piazza Santa Croce, la persone e le bandiere erano così tante e così festose che anche Dante (nonostante qualcuno la pensi diversamente) sembrava antifascista.
Grazie alla saggia regia di Francesco Sinopoli (segretario della Cgil scuola e università) e di Maurizio Landini, è stata la scuola a parlare: studenti, insegnanti e genitori hanno potuto dire come deve essere la scuola che sappia davvero costruire l’antifascismo.
Non la scuola che serve a trasformare i ragazzi in capitale umano, in merce nel mercato del lavoro, in pezzi di ricambio per il mondo così com’è.
Non la scuola che, come diceva don Milani, fa parti eguali fra diseguali: e lo chiama “merito”.
Non la scuola che manda via i malati, e cura i sani: e la chiama “selezione”.
E invece la scuola che forma persone, cittadini, pensiero critico. Nonostante che i soliti “giornaloni” abbiano fatto titoli, interviste e riprese ossessivamente dedicati ai leader di partito, questi ultimi (e in primo luogo Elly Schlein e Giuseppe Conte) sono venuti ad ascoltare, senza voler prendere a loro volta la parola.
E così l’immagine è stata quella, così rara e preziosa, di una politica disposta a servire il Paese, non pronta a usarlo.
Il messaggio della manifestazione è stato molto chiaro: il pestaggio fascista dei ragazzi del Michelangiolo e le intimidazioni del ministro Valditara non sarebbero stati nemmeno pensabili se la sinistra fosse stata capace di fare il suo mestiere, che è quello di attuare la Costituzione, costruendo giustizia sociale ed eguaglianza.
Ora, il consenso ai fascisti (quelli di strada e quelli del palazzo del potere) può crollare solo se quel progetto politico ritorna attuale.
E a Firenze, ieri, sembrava perfino possibile.
Tomaso Montanari
Video con Tomaso Montanari sulla manifestazione contro l'aggressione fascista degli studenti davanti al liceo Michelangelo di Firenze