"Mi dispiace per l'Italia, che vive in una dittatura"

di Massimo Ceciarini - 15/11/2008
Questa Magistratura che si inchina alla ragion di Stato non la vogliamo.

"Mi dispiace per l'Italia, che vive in una dittatura"
Queste le parole a caldo pronunciate dal giornalista inglese "martirizzato" (queste le parole dei P.M) alla Diaz. Non si è lamentato per la pena ridicola (e condonata) inflitta ai massacratori che gli ruppero otto costole, perforarono un polmone, recato varie altre fratture e traumi.
Ha avuto parole di compatimento per noi tutti e come non sentirsi con lui d'accordo, visto che ancora una volta ci siamo coperti di vergogna agli occhi del mondo. Ottantacinque persone colpite, arrestate legalmente, verbali e sequestri falsi, rapporti di polizia dolosamente calunniosi, depistaggi, false testimonianze nel tentativo di coprire vessazioni ed omertose complicità.
La risposta: 13 condanne a pene ridicole,  risarcimenti provvisori di poco superiori a quelli che solitamente i Giudici di Pace  riconoscono per colpi di frusta in incidenti stradali.
Quel che deve destare indignazione e rabbia è proprio questa sottovalutazione, questo stemperamento della gravità dei fatti dimostrata dalla tremebonda e pusillanime sentenza del Tribunale  penale di Genova che anche laddove le responsabilità per quei fatti gravissimi sono state dimostrate oltre ogni ragionevole dubbio si limita a pene troppo lievi e che non saranno mai scontate ed alcune nemmeno iscritte nel certificato penale, dati i benefici concessi insieme alle attenuanti!
Nessuno chiedeva le forche, ma solo Giustizia
Questa Magistratura che si inchina alla ragion di Stato non la vogliamo.

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