“Siamo una marea. Siamo decine di migliaia perché abbiamo scelto la parte giusta nel modo giusto. Ora sapete perché. Prima gli studenti hanno bruciato tre bandiere. La bandiera della guerra: quella della Nato. La bandiera del genocidio: quella di Israele. La bandiera dell’ipocrisia: quella dell’Unione Europea”. Sono le parole di Giorgio Cremaschi alla manifestazione di ieri a Roma. “Noi – ha spiegato il sindacalista e militante politico – diciamo a quelli che torcono il naso che noi bruciamo le bandiere. Loro invece bruciano i bambini. Siamo qui in piazza per dire una cosa chiara. E’ finito il tempo delle mezze parole ed è finito il tempo di dire una cosa sul palco e una in piazza”.
Cremaschi si è poi rivolto “ai compagni e alle compagne che sono andati all’altra manifestazione – pare meno di noi”. E ha scandito: “ve lo diciamo con chiarezza: noi non scendiamo più in piazza con chi da un lato dice no alla guerra e poi in Europa vota il riarmo insieme al governo fascista, il riarmo e l’uso dei fondi del PNRR per fare le armi come ha fatto il centro sinistra. Basta con queste ipocrisie e con questi compromessi”.
“Oggi – ha proclamato Cremaschi – la resistenza Palestinese ci indica di stare da una parte sola. Un nemico: l’imperialismo occidentale e la Nato e Israele e poi ci sono i popoli che resistono e che lottano.
E noi siamo con loro perché la loro libertà è la nostra libertà”.
Secondo il sindacalista e militante politico, “la bandiera della Palestina non è solo la bandiera della libertà di Palestina. Non è solo la bandiera della resistenza palestinese. Ma è la bandiera della libertà di tutti i popoli del mondo. È la nostra bandiera della libertà. Senza compromessi senza giochi e sotterfugi”.
“L’antifascismo – ha osservato Cremaschi – oggi è l’antisionismo. È l’antimperialismo. Contro la Nato. Contro le armi. Contro la guerra. E tutti i suoi complici avanti con la libertà della Palestina senza sé e senza ma!”
Prevede Cremaschi, in vista del vertice NATO all’ Aja, che “tra pochi giorni la Nato e gli Usa chiederanno di alzare la nostra spesa militare al 3,5% del Pil. E il nostro governo “sovranista” piegherà la testa e obbedirà”.
La colpevole ambiguità del Governo Meloni
Cremaschi ha quindi analizzato la posizione colpevolmente ambigua del nostro Paese: “dicono – ha rilevato – che non ci sono soldi, ma per la loro guerra li trovano sempre.
Intanto, i prezzi salgono, gli stipendi restano fermi, e la vita diventa ogni giorno più dura.
Chi governa ha scelto da che parte stare: con le banche, con le multinazionali, con le imprese di armi, con i criminali di guerra che portano avanti un genocidio sotto i nostri occhi.
Gli stessi che ci chiedono di fare sacrifici, di lavorare di più, che ci cacciano dalle nostre case, che distruggono il nostro pianeta per portare avanti i loro interessi, si uniscono intorno a un’unica verità: ‘Non c’è alternativa al riarmo’”.
“Noi – ha proclamato il sindacalista – non ci stiamo. Noi non ci arrendiamo.
Siamo partiti in decine di migliaia da piazza Vittorio Emanuele a Roma, per dire chiaramente che un’alternativa al riarmo esiste.
ABBIAMO DATO UN SEGNALE E UN AVVERTIMENTO AL GOVERNO MELONI. SE FIRMA IL RIARMO SARÀ UN AUTUNNO CALDISSIMO.
Siamo i portuali che si rifiutano di caricare strumenti di guerra sulle navi. Che lottano per un disarmo generalizzato.
Siamo gli studenti che lottano nelle scuole e nelle università per sostenere la resistenza del popolo palestinese, perché non ci sarà pace finché ci sarà occupazione. Vogliamo l’isolamento diplomatico e commerciale di Israele, che é l’unica soluzione al genocidio e alla guerra in Medio Oriente.
Siamo i lavoratori e le lavoratrici che scioperano per spendere di meno in armi e di più per salari dignitosi, per case accessibili, per una sanità pubblica che funzioni. Vogliamo l’uscita dell’Italia dalla Nato e lo scioglimento della Nato e di qualsiasi alleanza militarista.
Siamo le giovani e i giovani che vogliono salvare il pianeta. Vogliamo la riconversione delle industrie di armi verso produzioni utili alla transizione ecologica.
Ci hanno detto che è impossibile. Ma non è la verità. La storia non può essere scritta né da 10 miliardari, né da pochi potenti. Solo il popolo salva il popolo.
DISARMIAMOL!”
Laura Tussi