Martedì 28 marzo, in occasione delle attività correlate ai festeggiamenti del centesimo anniversario della costituzione dell'Aeronautica militare, l'aeroporto militare di Ghedi ha aperto i cancelli al pubblico. Sono stati oltre quindicimila i visitatori che sono entrati nell'aerobase, dove i militari del Sesto Stormo per tutto il pomeriggio hanno accolto famiglie con bambini venute da gran parte della provincia e oltre. In tantissimi hanno così approfittato dell'open day per ammirare le livree dei Tornado e dei nuovissimi F35 e provare l'ebbrezza di sedersi nella cabina di uno dei velivoli più veloci al mondo.
Dalle notizie di stampa veniamo a sapere che il Comandante della Base si è così espresso: "Al pubblico raccontiamo la storia i valori, le tradizioni, e cosa rappresentiamo oggi al servizio del Paese e come ci vediamo proiettati domani, tenendo conto della continua a sempre più rapida evoluzione del DominioAerospaziale ormai interconnesso, sia operativamente che tecnologicamente, con quello spaziale e cibernetico". Avrà spiegato anche, ai tanti bambini e ragazzi presenti, che quegli aerei non sono dei giocattoli bensì sofisticati veivoli per il trasporto di micidiali ordigni di morte? Avrà detto che a Ghedi sono presenti le bombe atomiche, ossia armi di distruzione di massa? E che gli F35, del costo ognuno di oltre 100 milioni di euro, sono attrezzati per poter trasportare le nuove anni nucleari B61 -12? Avrà spiegato che questi ordigni nucleari sono molto più potenti delle bombe atomiche che nel 1945 hanno distrutto le città di Hiroshima e di Nagasaki? E le autorità religiose presenti avranno ricordato che papa Francesco a più riprese ha affermato che è immorale anche il solo possesso di ordigni nucleari? E che dunque non è accettabile che tali ordigni siano presenti nella base di Ghedi?
Organizzare un open day per visitare una base militare vuole trasmettere un 'idea di normalità quando invece ci troviamo di fronte a terribili strumenti di guerra che non vanno certo presentati come trofei di cui vantarsi. Tralascio di soffermarmi sull'aspctto diseducativo della presenza di bambini e di ragazzi e mi meraviglio che ciò sia stato permesso.
Brescia non può accettare la presenza di armi atomiche sul proprio territorio. Brescia infatti è la città che ogni anno organizza un festival della pace. È la città di Paolo VI che nel 1968 ha introdotto le Giornate Mondiali della pace e che nel 1965 all'Onu aveva invitato i potenti della terra a lasciar cadere le armi dalle loro mani. Ghedi è un paese non lontano da Bozzolo, dove don Mazzolari con Tu non uccidere ci aveva detto che "abbiamo bisogno di giustizia sociale non di atomiche". Brescia e Bergamo sono capitali della cultura e non ha nulla a che fare con la cultura la presenza sul nostro territorio di una base con ordigni atomici. Spiace che di fronte a questo open day non si siano levate alte e forti le voci della protesta e dello sdegno, in considerazione anche del fatto che ci troviamo da oltre un anno la guerra nel cuore dell'Europa e che già diverse volte è stato ventilato l'uso di ordigni atomici.
Anselmo Palini