Dalle nuove generazioni l'impegno per il diritto alla pace

di Laura Tussi - 11/01/2024
A proposito di Agenda Onu 2030 e di disarmo nucleare

Esiste una bellissima agenda dell'ONU che ha bisogno dell'appoggio di tutti i popoli: è l'Agenda ONU 2030. Questa agenda ha la pace fra i suoi obiettivi. Voi giovani siete la nostra speranza per il futuro, l'unica nostra speranza per un futuro migliore, per un futuro di pace.

Nelle settimane passate, all'ONU era in corso la seconda conferenza delle nazioni che hanno firmato il trattato TPNW per la messa al bando delle armi nucleari. È un grande segno di speranza in questi tempi bui e abominevoli, in cui si assiste a una recrudescenza dei conflitti armati e della violenza.

I giovani hanno diritto alla pace.

Le nuove generazioni hanno un ruolo fondamentale nella costruzione della pace. A scuola, con i loro insegnanti, possono approfondire i grandi temi da cui dipende il loro futuro: la pace, l'ambiente e lo sviluppo sostenibile, la giustizia sociale e l'equa ripartizione delle ricchezze e delle risorse naturali. Per fare questo approfondimento, esiste una bellissima agenda dell'ONU che ha bisogno dell'appoggio di tutti i popoli del mondo: è l'Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Questa agenda contiene 17 obiettivi, tra cui la pace (obiettivo 16) e l'istruzione di qualità (obiettivo 4), finalizzata alla cultura della pace e dello sviluppo sostenibile.

L'educazione e il diritto alla pace in un contesto come quello attuale in cui riemerge la recrudescenza della violenza e della guerra.

L’educazione alla pace deve orientare ad una visione di cambiamento e trasformazione della realtà, superando le vecchie barriere ideologiche, gli errori e i falsi miti della storia e della contemporaneità. 

Subentra la necessità di un’innovazione, di una trasformazione che consideri comunque i valori e i principi delle carte costituzionali, per aprire a contesti di dialogo finalizzati alla realizzazione di ambiti didattici che educhino alla pace tramite un aggiornamento formativo e informativo continuo, sviluppando anticorpi cognitivi, idee culturali e parole generatrici di cambiamento e trasformazione della realtà costituita ormai in modo parossistico e malato di dettami imposti dal sistema, dai media, dai mainstream ortodossi e convenzionali che impongono messaggi di propaganda bellicista e di violenza a tutti i livelli. 

Il condizionamento dei mass media nelle attuali conflittualità: la violenza strutturale.

Non risulta facile concretizzare e realizzare l’obiettivo della trasformazione e dell’educazione e del diritto alla pace, perché è forte il condizionamento dei mass media che ingenera un clima di paura e incertezza, insicurezza e sfiducia nel cambiamento e è causa di spirito di rassegnazione e come abbiamo detto di mera e cruenta violenza strutturale: dalla guerra in Ucraina al genocidio a Gaza e alle oltre sessanta guerre in atto nel mondo imposte dalla Nato e dagli eserciti. Essere cittadini liberi, capaci di futuro, nella nostra società, controllata dai mezzi di comunicazione di massa, significa concepire la scuola, educazione comune, come una importante alternativa, come luogo di contropotere e baluardo di verità e libertà, dove gli educatori devono tornare a essere soggetti sociali culturalmente sovversivi, che sostengano la verità e promuovano concetti, idee innovative, per concepire i contesti di pace globali e proporre la risoluzione dei conflitti armati a livello mondiale. 

Le manipolazioni del sistema e dei poteri forti che sovrastano la libera cittadinanza.

In questa situazione di disgregazione sociale e di sfarinamento delle istituzioni sempre più fascistizzate, i singoli individui e soprattutto le nuove generazioni sono catturate dalle manipolazioni del sistema e dei mass media espressione al servizio del potere. Ogni considerazione in merito alla necessità di trasformare la realtà deve tener conto del potere del contesto mediatico, in quanto i media non sono mezzi di informazione veritieri che collegano il mondo, ma costituiscono forme stantie di potere che disorientano i cittadini e i giovani. Per questo nei paesi occidentali si transita verso forme di democrazie non più rappresentative, con la crisi della politica, delle istituzioni, dei partiti politici e dei sindacati, il cui operato è prevaricato dal populismo mediatico e dal regime mediocratico.

Intervista su Mosaico di Pace a cura di Laura Tussi: Moni Ovadia e la Pace

Mosaico di Pace - Dialoghi con Moni Ovadia.

Moni Ovadia si ricollega e riflette sul tema di Agenda Onu 2030 - Obiettivo "Pace, Giustizia e Istituzioni solide" con molteplici spunti di approfondimento nonché analizzando la vignetta dell’acuto vignettista Vauro che ritrae un padre e un figlio palestinesi a Gaza.

"In una vignetta del mio amico Vauro - dice Moni Ovadia - i missili israeliani piovono da tutte le parti. Il bambino dice a suo padre: "Papà ho paura" il padre risponde: "Perché hai paura? Non siamo mica a New York". Noi abbiamo tolto a una parte dell’umanità persino il diritto alla paura. Abbiamo visto milioni di volte la ripetizione dell'efferatezza che ha portato alla distruzione delle Torri Gemelle con 2890 morti circa, ma non abbiamo visto con la stessa frequenza le immagini dei morti innocenti iracheni e afghani delle cosiddette “guerre umanitarie”.

Questa è una mia considerazione: perché ci sono paesi i cui governi, ma anche una parte considerevole dei cittadini, sono gravati - anche se la parola è impropria - dalla logica del privilegio, ossia che noi abbiamo diritto a essere come siamo, non è un privilegio dovuto al luogo di nascita.

Che merito abbiamo per essere nati in un posto invece di un altro? Nessuno".

Da Extinction Rebellion a Ultima Generazione: le nuove generazioni scuotono l'opinione pubblica per salvare l'Umanità dall'estinzione.

Un segnale di come i giovani, alcuni certo, si sono stancati di riempire piazze spesso manipolate, di firmare appelli su appelli inascoltati, viene dai ragazzi di Ultima Generazione che con metodo rigorosamente nonviolento scuotono l'opinione pubblica assumendosi la responsabilità, anche penale, di sollevare il velo dell'ipocrisia per cui tutti a parole sono d'accordo nel riconoscere che si sta andando verso la scomparsa dell'uomo dal pianeta, ma nessuno, a partire dai governi fino al singolo cittadino del mondo ricco ha il coraggio di fare scelte davvero decisive e quindi dolorose nell'immediato, ma necessarie per garantire un futuro alle prossime generazioni.

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Bibliografia essenziale:

  • Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Resistenza e nonviolenza creativa, Mimesis Edizioni.

  • Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Memoria e futuro, Mimesis Edizioni. Con scritti e partecipazione di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Giorgio Cremaschi, Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero e altr*

 

 

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