La telefonata fra Putin e Trump segna una svolta nel conflitto Russia-Ucraina perché apre la strada del negoziato finora testardamente esclusa da tutti i cantori della guerra e, addirittura bandita da Zelensky per legge. Che il negoziato sia stato aperto da un colloquio diretto e che Zelensky sia stato solo “informato”, è la conferma che l’Ucraina ha condotto una guerra per procura per conto degli Usa e della Nato. In questa guerra gli ucraini hanno fornito il sangue, hanno mandato al massacro la propria gioventù; tutto il resto, l’addestramento delle truppe, le armi, le munizioni, la direzione strategica è stato fornito dall’alleanza occidentale. Il cambiamento di rotta è stato certificato dal nuovo Segretario alla Difesa Pete Hegseth che, aprendo la riunione del Gruppo di contatto per l’Ucraina in ambito Nato, ha demolito i due assi portanti che hanno ispirato la politica Nato e Ue e alimentato la guerra.
La strategia bellica perseguita dalla Nato e dall’Unione europea è stata efficacemente illustrata da numerose risoluzioni del Parlamento europeo, a partire dal 6 ottobre 2022. Il Pe ha chiarito che l’“aiuto fraterno” accordato all’Ucraina, mediante la fornitura di sistemi d’arma di ogni tipo, mirava a consentirle di “riacquisire il pieno controllo di tutto il territorio entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale” (vale a dire anche la Crimea e il Donbass). In una risoluzione del 16 febbraio 2023, il Parlamento europeo ribadiva che: “L’obiettivo principale dell’Ucraina è vincere la guerra contro la Russia, intesa come la capacità dell’Ucraina di spingere al di fuori del proprio territorio riconosciuto a livello internazionale tutte le forze russe e i loro associati e alleati”. Il 29 febbraio 2024 il Parlamento europeo rilanciava l’obiettivo della “vittoria” e precisava che esso poteva essere conseguito “solo attraverso la fornitura continua, sostenuta ed in costante aumento di tutti i tipi di armi convenzionali all’Ucraina.” Il 17 luglio 2024 il Parlamento europeo dichiarava “irreversibile” il percorso di adesione dell’Ucraina alla Nato. Quest’indirizzo veniva confermato, da ultimo, con una Risoluzione del 28 novembre 2024. Il 12 febbraio Hegseth ha rovesciato i dogmi che hanno guidato fin qui il partito unico della guerra con due osservazioni fulminanti. Primo: “Dobbiamo iniziare a riconoscere che il ritorno ai confini dell’Ucraina precedenti il 2014 è un obiettivo irrealistico”. Secondo: “Gli Stati Uniti non credono che l’adesione alla Nato per l’Ucraina sia un risultato realistico di una soluzione negoziata”.
Se questo deve essere l’esito realistico, la guerra non doveva neppure scoppiare perché è la questione dell’allargamento della Nato all’Ucraina che ha costituito il casus belli, come riconosciuto dallo stesso Segretario generale della Nato. Infatti, nel corso di una audizione al Parlamento europeo, il 7 settembre 2023, Stoltenberg/Stranamore, ha ammesso che la Russia voleva trattare, precisando che il blocco di ogni ulteriore allargamento della Nato “era una condizione preliminare per non invadere l’Ucraina”. Ebbene, pur di poter piantare la bandierina della Nato in Ucraina, gli Usa e gli stolti leader europei, hanno preferito la guerra al negoziato e se ne sono pure vantati. Che l’obiettivo di ripristinare manu militari i confini dell’Ucraina precedenti al 2014 fosse impossibile da realizzare, lo avevano riconosciuto i massimi esperti di guerra, in particolare il Capo di Stato Maggiore americano, il gen. Mark Milley, che già nel novembre del 2022 aveva considerato che “nessuna delle due parti, né Ucraina né Russia, era in grado di vincere la guerra” e aveva ammonito che, “il conflitto poteva concludersi soltanto attraverso un tavolo negoziale”. Sono passati due anni e mezzo, trenta mesi di inutili combattimenti sanguinosi che hanno provocato oltre un milione di morti, mentre stolidamente la Nato, i vertici Ue, i partiti politici, si sono incaponiti ad alimentare la guerra attraverso sempre nuove forniture di armi, spingendo l’Ucraina a combattere fino all’ultimo uomo con il miraggio della vittoria promessa, senza minimamente interrogarsi sui costi umani di questa politica folle. Da ultimo il 21 gennaio, motivando il voto a favore del decreto armi, il sen. Graziano Delrio, ha rivendicato per il Pd – senza vergogna – il primato nella politica di sostegno alla guerra. Nella fiaba I vestiti nuovi dell’imperatore di Hans Christian Andersen, un bambino svela un imbroglio che tutti i cortigiani facevano finta di non vedere lanciando il grido: il Re è nudo. Le parole del Segretario alla Difesa americano, non ci dicono nulla che non sapessimo già ma svelano l’inganno costruito dai camerieri della Nato ai vertici delle Nazioni europee e dell’Unione europea e ci rivelano l’indecenza e la disonestà di una politica fondata sul miraggio di una vittoria promessa, che tutti sapevano irrealizzabile. Il Re è nudo.
(articolo pubblicato sul Fatto quotidiano il 15 febbraio 2025 con il titolo: Ucraina, con l’apertura di Trump ora il Re è nudo)