Il diritto alla pace per superare il duopolio globale

di Laura Tussi - 24/08/2023
È impensabile continuare con l’invio dissennato di armi sul fronte bellico ucraino. Questo comporta un’escalation senza precedenti come durante la guerra in Vietnam. Con il complesso militare industriale che testava i nuovi ordigni con diossina e napalm.

L’ultimo vertice Brics è in corso dal 22 al 24 agosto 2023 a Johannesburg in Sudafrica. I cinque paesi fondatori, ossia Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica si sono riuniti per decidere l’ingresso e se accettare la richiesta di adesione dei primi 13 paesi richiedenti l’entrata nell’alleanza Brics come gli Emirati arabi uniti, Arabia Saudita, Bangladesh, Venezuela, Argentina, Indonesia, Etiopia, Bahrain, Messico, Nigeria, Algeria, Egitto, Iran.

I 13 Paesi e l’incremento demografico a dismisura e insostenibile

Se questi 13 paesi entrano nella coalizione Brics l’unione degli abitanti potrebbe raggiungere quasi 5 miliardi di persone. Una operazione simile e questa eventualità potrebbero rappresentare un colpo estremamente pesante e duro per l’economia americana e europea con il dollaro sicuramente depotenziato a livello economico e commerciale.
La rivoluzione economica non consiste più in una moneta forte che detiene il controllo dei beni, ma di tante valute native che diventano più potenti grazie a un uso altamente diffuso. Risultano esserci altre 22 nazioni interessate a entrare nei Brics tra cui Cuba, Kazakistan, Indonesia, ad esempio.
Da tenere in considerazione anche la prevista crescita demografica molto elevata tra Asia e Africa e questo evento fa pensare che i paesi occidentali non potranno mantenere la loro potenza economica e commerciale.
Una delle ragioni del processo di accelerazione della crescita e del consolidamento dei Brics avviene perché questi paesi economicamente forti detengono anche gran parte delle materie prime del mondo. Anche l’accordo di libero scambio tra i paesi dell’Asia e dell’Oceania chiamato RCEP sposta molto l’economia verso est.

La guerra in Ucraina: fattore di squilibrio globale

Questo conflitto attuale in Ucraina sta ulteriormente cambiando gli equilibri e gli assetti globali.
Con gli Stati Uniti che cercano di essere sempre presenti e egemoni in Europa.
Ma i segnali giunti indicano che i BRICS vogliono contrapporsi a questo tentativo. Un’alternativa al monopolio statunitense può essere un’opportunità di sviluppo di ampie aree che attualmente risultano essere molto depresse.
La contrapposizione potrebbe sfociare in una drastica spinta dittatoriale e radicalizzazione dei rapporti tra NATO e Stati Uniti contro i paesi come Cina e Russia e altre nazioni. Per questo si parla costantemente in materia geopolitica internazionale della necessità non di un duopolio, ma di un mondo multipolare e libero dalle armi e dagli ordigni di distruzione di massa nucleari.

Lottiamo per l’abolizione dell’armamentario nucleare mondiale

Armi nucleari che sia gli Stati Uniti e la NATA sia i BRICS detengono e ne fanno ampio vanto a discapito della sicurezza mondiale e della reale possibilità di un mondo di pace e giustizia sociale. Inoltre l’umanità ha il diritto di vivere senza la paura e il terrore del conflitto nucleare. Questo è il diritto alla felicità primaria. Vivere senza il terrore dell’arma micidiale nucleare.
Mai più il nucleare.
Ma è sempre più auspicabile un diritto alla pace da inserire nell’agenzia culturale e scientifica dell’ONU che è appunto l’UNESCO.

Il diritto alla pace: una rivoluzione umanistica ancora prima che umanitaria

Un diritto alla pace che prevede la somma di trattati che costituiscono il diritto internazionale dalla Dichiarazione dei diritti umani del 1948 alla Carta della terra, dalle Cop per il clima al trattato di proibizione delle armi nucleari TPAN/TPNW. Il diritto internazionale quindi che prevede il diritto alla pace con questi presupposti è una rivoluzione umanistica ancora prima che umanitaria per il sostegno e l’aiuto nei confronti dei più fragili, dei diseredati, degli ultimi del pianeta per un movente salvifico e di redenzione dalla povertà estrema e dalla subalternità al potere in qualsiasi forma e tipologia. Una rivoluzione umanistica e umanitaria è il diritto alla pace che vede un pianeta multipolare, privo di confini imposti da potentati economici. Il diritto alla pace contro la subcultura dell’egoismo capitalista, del pensiero unico neoliberista, del potere dell’ego e dell’eroe che costituiscono disvalori neofascisti e neoliberisti ancora attualmente veicolati da tutti i media e dal mondo dei social.
Disvalori di prepotenza, di prevaricazione, comando, competizione a oltranza che si sono visti nel secolo passato con le grandi dittature.

L’imposizione del capitalismo, del fascismo e del pensiero unico neoliberista

I disvalori neoliberisti e neofascisti che impongono l’attuale guerra in Ucraina e che hanno alimentato le cosiddette e surrettizie guerre umanitarie hanno condotto l’umanità alla guerra mondiale a frammenti e all’attuale crinale del baratro nucleare per cui come genere umano e specie viventi sul pianeta ci troviamo a 90 secondi dalla mezzanotte atomica. Per allontanare questo terribile rischio e spettro nucleare che prevede l’annientamento dell’umanità intera, di tutte le specie viventi e di tutta la loro storia e cultura è sempre più necessario costruire ponti di dialogo, reti di memoria, legami di pace, per affrontare e allontanare lo spettro dei potentati dei signori della guerra, dell’atomo, del petrolio, dell’acciaio, che detengono e comportano sempre il rischio della fine ultima, dell’Armageddon nucleare.

Smettere di fare la guerra

Per la pace nel mondo l’unico mezzo a nostra disposizione è smettere di fare la guerra, di combattere e è necessario agevolare la diserzione delle armi.
È impensabile continuare con l’invio dissennato di armi sul fronte bellico ucraino.
Questo comporta un’escalation senza precedenti come durante la guerra in Vietnam. Con il complesso militare industriale che testava i nuovi ordigni con diossina e napalm.
Ucraina. Un’escalation militaresca che comporta sempre più vittime: le morti di giovani, donne, bambini, anziani in pratica civili e di tutte le categorie sociali esposte ai rischi del fronte militare come anche tanti e molti lavoratori e operai. Oggi infatti il teatro ucraino, dove si affrontano eserciti come successe in Indocina, permette di valutare l’impatto della intelligenza artificiale e degli strumenti di disturbo elettromagnetico nelle operazioni militari moderne. Uno studio sul campo in grado di dare indicazioni su possibili vantaggi futuri nel programmato scontro nel lontano oriente. Tutto questo senza considerare la sofferenza del popolo ucraino e l’impatto sulla natura. Per questo dobbiamo dire basta all’invio di armi e dobbiamo costruire la pace, facendo riferimento al costrutto già esistente nell’ONU, attraverso l’UNESCO, del diritto alla pace incardinato nel diritto internazionale.

Laura Tussi

 

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