L’accusa di Gideon Levy: “Il mondo odia gli israeliani per i crimini di Gaza”

di Umberto De Giovannangeli - unita.it - 13/11/2024
Scrive su “Haaretz”: “Tutti indignati per l’attacco ai tifosi del Maccabi, ma ogni giorno i coloni usano ancora più violenza contro i palestinesi”

Titoli a tutta pagina: “Il pogrom di Amsterdam”. Parallelismi storici da far tremare le vene dei polsi. Così ne scrive il giornalista israeliano Gideon Levy. “Giovedì ad Amsterdam si è svolto un pogrom criminale contro i tifosi di calcio israeliani. Pogrom simili, perpetrati dai coloni, hanno luogo quasi quotidianamente in Cisgiordania. I pogrom di Hawara, ad esempio, hanno superato per portata e violenza persino l’Olocausto di Amsterdam. Il giorno dopo il pogrom nei Paesi Bassi, i coloni si sono scatenati a Surif; due giorni prima si erano scatenati ad Al-Maniya”.

Non basta, come ricorda Levy: “Mentre gli israeliani venivano picchiati ad Amsterdam, nella Striscia di Gaza decine di persone venivano uccise indiscriminatamente, tra cui molti bambini, come ogni giorno. I pogrom quotidiani in Cisgiordania e, naturalmente, la guerra a Gaza non sono stati paragonati all’Olocausto; il presidente di Yad Vashem non è stato intervistato al riguardo; nessuna forza di soccorso è stata inviata per salvare le vittime; il ministro degli Esteri di Israele e il presidente della Knesset non li hanno visti come un’occasione per fare una foto. Questi pogrom avvengono ogni giorno e nessuno si preoccupa di riferire la maggior parte di essi”. Un rilievo che investe frontalmente la comunicazione mainstream italiana.

 

Rimarca Levy: “Giovedì Israele ha stabilito un altro record per l’auto-vittimizzazione che gli piace tanto e i media hanno stabilito un altro record per la demonizzazione, l’esagerazione, l’incitamento alla paura e, soprattutto, l’occultamento delle informazioni che non si adattano alla narrazione, che piace ai suoi consumatori. Amsterdam ha offerto un’occasione imperdibile: ancora una volta, gli ebrei vengono colpiti in Europa. Un tifoso del Maccabi Tel Aviv ha raccontato che proprio il giorno prima aveva visitato la Casa di Anna Frank – che coincidenza da brivido – e il conduttore della radio è quasi scoppiato a piangere. La corrispondente della propaganda israeliana di destra e ultranazionalista in Germania, Antonia Yamin, ha spiegato che «l’Europa non capisce il problema»: nell’ultimo anno, 300 membri di una famiglia di Khan Yunis sono venuti a Berlino e alcuni di loro sono già noti alla polizia. La colpa di Gaza è anche di Amsterdam. Yamin ha dimenticato, ovviamente, di menzionare l’inferno da cui proviene questa famiglia e chi l’ha creato”.

La narrazione retorica che cancella la realtà. “È così – annota Levy – quando si vive nella calda e accogliente bolla, completamente scollegata dalla realtà e in totale negazione, che i media israeliani costruiscono per noi: siamo sempre le vittime e le uniche vittime; c’è stato un massacro solo il 7 ottobre; tutta Gaza è da biasimare; tutti gli arabi sono assetati di sangue; tutta l’Europa è antisemita. Hai qualche dubbio? Guarda la Notte dei Cristalli ad Amsterdam”. E allora la si guardi, la notte di Amsterdam, ma in tutta la sua genesi.

“E ora i fatti: ad Amsterdam, – scrive Levy – alcuni tifosi israeliani si sono scatenati per le strade già prima del pogrom: i disgustosi cori urlati «Mandiamo a quel paese gli arabi» (in ebraico) e la rimozione di una bandiera palestinese legittimamente appesa al balcone di un edificio, non sono stati quasi mai mostrati dai media israeliani, il che potrebbe rovinare l’immagine di antisemitismo. Nessuno si è posto la prima domanda che la vista della violenza e dell’odio ad Amsterdam avrebbe dovuto sollevare: perché ci odiano così tanto? No, non è perché siamo ebrei. Non che non ci sia antisemitismo: certo che c’è e va combattuto, ma il tentativo di attribuirgli tutta la colpa è ridicolo e mendace. Giovedì ad Amsterdam ha soffiato un vento anti-israeliano ed è questo che ha scatenato il pogrom. Gli immigrati nordafricani, gli arabi e gli olandesi che si sono ribellati hanno visto gli orrori di Gaza nell’ultimo anno. Non sono disposti a rimanere in silenzio”.

E lo gridano forte anche per chi non ha più voce a Gaza, perché ha perso la vita. “Per loro – sottolinea Levy – le vittime sono i loro fratelli e i loro compatrioti. E chi può rimanere indifferente quando il proprio popolo viene massacrato in modo così crudele? Ogni cameriere marocchino in ogni sperduta cittadina olandese ha visto Gaza molto più degli esperti di questioni arabe in Israele. Nessuna persona decente potrebbe rimanere indifferente alle immagini di Gaza. I rivoltosi di Amsterdam hanno commesso una violenza eclatante e meritano di essere condannati e puniti. Nulla può giustificare un pogrom, né ad Amsterdam né ad Hawara. Ma gli scontri di Amsterdam hanno anche un contesto e Israele non è disposto ad affrontarlo. Preferisce mandare una guardia del corpo con ogni tifoso israeliano che si reca in Europa d’ora in poi, piuttosto che chiedersi perché ci odiano così tanto e come si può placare questo odio. Dopo tutto, non è esploso in questo modo prima della guerra a Gaza. Questo è un altro costo della guerra a Gaza che avrebbe dovuto essere considerato: il mondo ci odierà per questo. Ogni israeliano all’estero sarà d’ora in poi un bersaglio dell’odio e della violenza. È quello che succede quando si uccidono quasi 20mila bambini, si fa pulizia etnica e si distrugge la Striscia di Gaza. È una piccola stranezza del mondo: non piace chi commette questo tipo di crimini”.

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