Le vittime innocenti. Quei 130 bambini di Gaza. Morti. E immagino i loro occhi

di Marina Corradi - avvenire.it - 20/03/2025
Che almeno siano morti mentre dormivano, accanto alla madre, dentro al suo respiro. Ma ciò che strazia è che li sai bene, gli occhi che hanno i bambini, i figli dei tuoi figli

Centrotrenta. Centotrenta degli oltre 400 morti sotto le bombe a Gaza, lunedì, erano bambini, denuncia Unicef. Ascolti un tg e metti giù le posate, non hai più voglia di mangiare. 130 bambini. E tu, che come tante madri o padri o nonni ne hai sempre sotto gli occhi uno, di bambini, stai come se ti avessero scagliato una pietra. Perché “loro” sono, nel mondo, qualcosa a parte, “loro” non sono ancora come noi.

Quando ne prendi in braccio uno appena nato avverti l’urto del mistero: lui, nove mesi fa, non c’era. Ed è un colpo al cuore, una sbalordita domanda. (Naturalmente se un cuore lo hai ancora, e non lo censuri sistematicamente, come si impara a fare spesso, da grandi).

Quei 130 dunque sono morti sotto le macerie di casa. Nel sonno, speri, abbracciati alla madre. Che almeno siano morti mentre dormivano, accanto alla madre, dentro al suo respiro. Ma ciò che strazia è che li sai bene, gli occhi che hanno i bambini, i figli dei tuoi figli. E quasi, ora che sei vecchia, li vedi meglio, con più grande stupore. Vedi gli occhi di quello di tre mesi, che già comincia a riconoscerti, e sorride quando ti vede; e come si affanna a muovere la lingua, quasi già volesse dire qualcosa. “Uaua”, “eua”, e poi ride. Così inerme, così totalmente fiducioso. Con quel sorriso senza condizioni, senza calcolo né alcun giudizio, che dubiti di meritarti. Ma loro, fino almeno alla età della ragione, sono così: tanto generosi da disarmarti. Innocenti. E di questa innocenza ti fanno venire un’indicibile nostalgia. Anche tu un giorno, incredibile, eri così, e nel guardarli pensi che davvero potrebbe essere bello, tornare come eri. «Se non ritornerete come bambini… ».

Per questo, che ne siano stati uccisi 130 in un solo giorno ti è intollerabile. Ma lo sai, ti obiettano, che in cento guerre ignote in Africa di stragi così ne accadono quasi ogni giorno? Perché improvvisamente per questi 130 sussulti? Perché Israele, è Occidente. Perché Israele è un Paese democratico, e costituito in buona parte da discendenti di profughi da tutta Europa, uomini e donne dunque che l’eco della persecuzione l’hanno nella memoria, e nel sangue. Una strage compiuta dall’Esercito di Israele perciò ti colpisce di più di una strage nel fondo dell’Africa: gli israeliani sono occidentali quanto noi, e per di più ebrei, e dunque “fratelli maggiori”, cresciuti nell’Antico Testamento.

Così dolorosa, la notizia che passa sul tg, senza peraltro troppo scalpore - in questi ultimi anni ci siamo abituati a ogni cosa. E ti diranno: ricordati di cos’è stato il 7 Ottobre. Me lo ricordo bene, dev’essere stata l’apocalisse trovarsi di nuovo massacrati, una notte, nella Terra Promessa, quella in cui si era trovata una patria e un rifugio. Ed è terribile che ancora molti ostaggi non siano tornati, o che non torneranno mai. Capisci tutto questo, e tuttavia, quante migliaia di morti a Gaza, e ancora ieri oltre 400, di cui 130, inesorabilmente, bambini. Dubiti che Netanyahu rappresenti davvero Israele, e tuttavia è ancora lì. E di nuovo decollano aerei carichi di bombe a polverizzare le macerie di Gaza, a distruggere gli ospedali da campo. Fino a quando l’ultimo di Hamas sarà morto, viene promesso, e non capisci come ci si possa illudere di questo: l’“ultimo di Hamas” deve ancora nascere, è il fratello di quelli che sono morti l’altra notte. Probabilmente però nemmeno ai vertici di Israele si illudono: ragionano invece in una logica di guerra, e di potere.

Credo però che molti dell’Idf, dai ragazzi di leva ai generali, almeno da quei 130 bambini, altri 130 dopo molte migliaia, siano turbati. Perché sanno che tutti i bambini sono figli di Dio. Come lo sappiamo noi, anche se, cercando di anestetizzarci, corriamo via da quel titolo sul web. Nemmeno quasi ne parliamo: come se la nostra impotenza ci condannasse al silenzio.

Questo articolo parla di:

20 marzo 2025

L’inferno di Gaza e la città muta

Roberta De Monticelli
21 marzo 2025

Ucraina: un aiuto mortale

Domenico Gallo
21 marzo 2025
archiviato sotto: