Alex Zanotelli, 84 anni portati benissimo, missionario comboniano, icona vivente del pacifismo italiano. Quello che consegna a Il Riformista è un possente j’accuse contro un governo “suprematista” che parla di “navi pirata”, “blocco navale” contro i profughi, “selezionare”, “carico residuale”, “viaggi organizzati”. “Un linguaggio inaccettabile”, ma “ancora più grave è il nuovo Decreto Migranti: una vera e propria dichiarazione di guerra contro le navi-salvavita delle Ong”.
Padre Zanotelli, quale logica, a suo avviso, ha ispirato il Decreto Migranti del governo Meloni?
Quel Decreto rivela il sottofondo di questo governo. Un governo non di destra ma di ultradestra, ispirato dal senso del suprematismo bianco. Qualcosa di profondo che non riusciamo a scrollarci di dosso e che questo governo incarna. In tutte le sue componenti. Non solo Meloni e Salvini, ma anche Berlusconi. Mi sono riascoltato una conferenza stampa che lui fece diversi anni fa a Berlino. C’è da rabbrividire. Sosteneva che noi, portatori di una civiltà superiore, avevamo il diritto di occidentalizzare il mondo. Il suprematismo bianco è il collante che unisce le forze che hanno dato vita a questo governo di ultradestra.
In questa chiave, cosa rappresentano i migranti?
La paura, il terrore che abbiamo dell’ “altro”. La difesa della purezza della razza e soprattutto della nostra civiltà. Che non vengano a imbarbarirci. Lo si vede anche in Ungheria con Orban o in Polonia con Morawiecki. Fa piangere il cuore e ribollire d’indignazione vedere come la Polonia abbia aperto i suoi confini ai profughi ucraini, e ciò è bene, e lascia morire davanti a un filo spinato una donna e il bambino che aveva partorito. Questo solo perché erano neri. Anche negli Stati Uniti con Trump, in Brasile con Bolsonaro, o in Perù dove le popolazioni indigene si sono ribellate a una cricca di bianchi che le vorrebbe cancellare: il suprematismo bianco è uno dei grandi mali del nostro tempo.
Lei ha usato parole durissime sul Memorandum Italia-Libia.
Confermo tutto. Si tratta di un accordo criminale colpevole di così tante morti nel Mediterraneo e in Libia. La Libia, dove abbiamo fucilato o impiccato 100 mila persone su una popolazione di 800 mila durante l’occupazione coloniale, dove abbiamo commesso delle atrocità incredibili. Lo abbiamo rimosso dalla nostra storia, non viene insegnato nemmeno a scuola. E quel Memorandum criminale è figlio anche di questa voluta ignoranza, oltre che di una disumanità senza limiti. Questo Memorandum consente al governo italiano di finanziare la cosiddetta Guardia Costiera libica e il governo di Tripoli per trattenere migliaia e migliaia di profughi in orribili lager dove gli uomini sono torturati e le donne (anche bambine!) violentate. Non solo, ma il governo italiano fornisce anche motovedette, navi e droni per catturare chi fugge sui barconi. Siamo davanti a crimini contro l’umanità che devono essere denunciati alla Corte Penale Internazionale. Come europei, come italiani, ma soprattutto come cristiani, non possiamo che vergognarci di aver ridotto il Mare Nostrum a “Cimiterium Nostrum”.
Il nostro è un tempo di guerra. Una guerra nel cuore dell’Europa.
Una follia umana. La prima follia è una Europa non è stata capace politicamente di dire nulla su questa guerra. Lasciarsi prendere dentro questa spirale, stretta nella morsa di Stati Uniti, Gran Bretagna e della “super Nato”. A Ramstein c’erano cinquanta nazioni partecipanti al vertice Nato. Cinquanta. Pure l’Australia, la Nuova Zelanda… È spaventoso questo circuito mondiale.
Ma a sferrare l’attacco a Kiev è stata Mosca…
Sia chiaro: ciò che ha fatto la Russia è gravissimo ma noi – l’Occidente, la Nato, gli Usa, l’Unione europea – questa guerra l’abbiamo servita su un piatto d’argento. Si sapeva tutto. Dopo gli accordi di Minsk, del 2014, bastava mettersi attorno ad un tavolo e trovare una soluzione per la convivenza, per la pace, affrontando anche il problema delle popolazioni russofone dell’Ucraina. Abbiamo trovato una soluzione per l’Alto Adige, si poteva provare anche in questa situazione. Invece abbiamo armato l’esercito ucraino, speso miliardi e alimentato una guerra che potrebbe precipitare ulteriormente, diventando un conflitto nucleare. Abbiamo a che fare con due potenze nucleari che non scherzano. Della Russia si è detto e scritto a iosa. Ma vogliamo parlare degli Stati Uniti? Sulle reali intenzioni dell’America, Biden è stato molto chiaro, esplicito. La guerra serve a indebolire la Russia per prepararsi poi al grande scontro con la Cina. La guerra in Ucraina ci sta portando al baratro: anche io ho paura di un inverno nucleare e sono d’accordo con Papa Francesco che sostiene che oggi non esiste una guerra giusta, perché abbiamo armi batteriologiche, chimiche e nucleari. Sono d’accordo anche con Gino Strada che diceva che la guerra deve diventare un tabù, come l’incesto. Ogni guerra diventa ingiusta. Ecco perché è così fondamentale imparare la strada della nonviolenza e praticarla. E noi invece continuiamo a inviare armi. Vuole dire continuare a buttare benzina sul fuoco, non c’è dubbio su questo. Non esiste una diplomazia delle armi. È una follia. Ha ragione da vendere Papa Francesco quando afferma, profeta inascoltato, che per fermare le guerre non bisogna alimentarle.
Ma la Chiesa lo sta seguendo su questa strada?
Penso che più che un Papa, Francesco è un profeta. Ed è forse l’unico vero leader mondiale che abbiamo oggi. Il fatto che sia inascoltato dal mondo non mi sorprende. Quello che mi colpisce di più è il fatto che il suo messaggio non sta passando nelle comunità cristiane, nelle parrocchie. Le Chiese vivono spesso di liturgie, di riti che non hanno nulla a che fare con la realtà. Se Gesù fosse vissuto così sarebbe morto da buon vecchietto, non lo avrebbero fatto fuori come un criminale. C’è qualcosa che non quadra da qualche parte.