“Com'è possibile per una persona con una minima conoscenza del mondo classificare Putin 'genio' e 'molto saggio' per la decisione di invadere l'Ucraina?” Questo il tweet di Chris Christie, ex governatore del New Jersey e grande sostenitore di Donald Trump, mentre commentava direttamente le parole dell'ex presidente americano sull'invasione dell'Ucraina.
Anche il senatore repubblicano dell'Utah Mitt Romney ha dichiarato che è impossibile per gli americani “che amano la libertà di piazzarsi al fianco di Putin, che è un oppressore e un dittatore... e un nemico dell'America... Si tratta quasi di tradimento”. Romney non è esattamente un amico di Trump poiché è stato uno dei pochissimi senatori repubblicani a votare con i democratici per condannare l'ex presidente nel febbraio del 2021 durante il processo del secondo impeachment. Inoltre Romney ha giustamente aggiunto che il presidente Biden ha fatto un ottimo lavoro di “unificare gli alleati e amici nel resto del mondo per creare un fronte contro l'orrendo e ambizioso leader della Russia”.
Le posizioni di Christie e Romney sono anomale e non sono riuscite a nascondere il dilemma della leadership del Partito Repubblicano. Da una parte i membri del Grand Old Party avrebbero voluto reiterare la loro tradizionale visione di falchi verso la Russia ma sono stati costretti a tacere per non offendere la sensibilità di Trump e il suo “amore” per Putin. Il senatore conservatore Tom Cotton, repubblicano dell'Arkansas, a differenza di Christie e Romney, non ha voluto commentare le parole di Trump sull'invasione. In un'intervista alla Abc, il conduttore George Stephanopoulos, ha insistito per ben tre volte cercando di convincere Cotton a commentare le parole di Trump. Alla fine, l'esasperato Stephanopoulos ha giustamente ripreso Cotton dicendo che se invece di Trump “Barack Obama o Joe Biden avessero detto qualcosa di simile” Cotton sarebbe stato il primo a criticarli.
Deviare dalla linea filorussa di Trump è quasi impossibile per il Partito Repubblicano. Da ricordare i rapporti amichevolissimi fra l'ex presidente americano e il leader russo. A cominciare dai contributi russi per eleggere Trump nel 2016 come ci ha confermato Robert Mueller, procuratore speciale nelle indagini del Russiagate due anni fa. Mueller cita nel suo rapporto l'interferenza russa per favorire la campagna elettorale di Trump evidenziata dall'incriminazione di 12 agenti di Mosca per violazioni informatiche nelle mail del Partito Democratico. Va ricordato anche che all'indomani dell'elezione americana del 2016 i parlamentari russi del Duma hanno celebrato la vittoria di Trump su Hillary Clinton. L'ex presidente non aveva mai nascosto la sua ammirazione per il leader russo etichettandolo un “uomo forte”, cercando di imitare in America le sue azioni tutt'altro che democratiche.
La reazione dell'ex presidente sull'azione “saggia” di Putin non sorprende dunque. Non sorprende nemmeno la linea dei leader del suo partito che si sono rifugiati nell'attaccare Biden citandolo responsabile per l'invasione. È stata la debolezza di Biden ad incoraggiare Putin ad agire, secondo la retorica dei sostenitori di Trump. Tipiche sono le reazioni dei senatori repubblicani Ted Cruz, (Texas) e Lindsey Graham (North Carolina) che hanno condannato lievemente Putin senza però sgarrare dal criticare direttamente le dichiarazioni di Trump. Da rilevare anche gli annunci della Fox News, la rete di Rupert Murdoch, alleata naturale dell'ex presidente statunitense. Spiccano in questo senso i ripetuti commenti del loro conduttore star Tucker Carlson che non solo non ha condannato l'invasione ma ha persino accusato i democratici di “volere fare odiare Putin”.
Trump però avrà capito di avere sbagliato con la sua sparata a caldo poiché i sondaggi ci dicono che la stragrande maggioranza degli americani non vede la Russia di buon occhio. Secondo un sondaggio del Washington Post-Abc l'80% degli americani vede la Russia come Paese “ostile”. Un altro sondaggio dell'agenzia Gallup ci dice che l'85% degli americani vede la Russia in maniera “non-favorevole”. Nel suo recentissimo discorso all'incontro annuale del CPAC, il Conservative Political Action Conference in Florida,Trump ha dunque fatto marcia indietro sulle sue dichiarazioni iniziali prendendo le distanze dall'invasione di Putin. L'ex presidente ha dichiarato però che con lui alla Casa Bianca nulla del genere sarebbe avvenuto. In uno strano senso ha ragione. Putin con Trump presidente aveva un grande alleato per i suoi scopi di destabilizzare la Nato, l'organizzazione difensiva che è cresciuta a 30 membri e causa preoccupazioni alla Russia. L'entrata in scena politica di Trump ha anche causato severe divisioni in America fomentate anche dalle disinformazioni russe. L'esito dell'elezione del 2020, che Trump continua a non accettare, asserendo di essere stato truffato, gratifica Putin perché conferma la sua retorica che la democrazia non funziona. La divisione degli Stati Uniti con gli alleati fomentata durante i quattro anni di presidenza di Trump è stata anche benvenuta da Putin. Quindi nonostante le sue dichiarazioni di essere stato forte con Putin, Trump si è rivelato non solo debole ma persino “alleato” per le ambizioni del leader russo.
Nel suo recente discorso sullo Stato dell'Unione Biden ha detto che Putin pagherà un caro prezzo per l'invasione dell'Ucraina. Al momento sono gli ucraini a farne le spese ma anche se Putin riuscirà a prendere il controllo dell'Ucraina ed imporre un leader a lui grato, la storia ci dice che a lungo andare non funzionerà. La pressione ucraina per indipendenza e i legami con l'Europa rimarranno potenti. Biden da parte sua ha agito in maniera contraria a Trump ricucendo i rapporti con gli alleati, mantenendo l'unità e una risposta comune che Putin non si aspettava. In America, però, Trump e il suo partito continuano nel clima di campagna elettorale anche se confrontati da un'invasione facilissima da condannare. Sono “traditori” come ha suggerito Romney? Difatti lo sarebbero eccetto per l'ultimo colpo di scena di Trump. L'ex presidente americano ha cambiato rotta completamente proprio mentre noi scriviamo. In un'intervista alla Fox News ha dichiarato che l'invasione russa in Ucraina è “un Olocausto” e che i russi dovrebbero “smetterla di uccidere”. Bisogna “trovare un accordo” ha continuato Trump. Il tradimento rimane ma il tradito adesso sarebbe Putin.
Domenico Maceri