“Calderoli si è messo sull’Alta Velocità dello scasso istituzionale”. Parola del costituzionalista Massimo Villone che tuona contro l’autonomia differenziata che “balcanizzerà l’Italia”.
Ce l’ha con Calderoli?
Peccato che di Calderoli ce ne sia solo uno e che sia dalla parte sbagliata. La sua indubbia scaltrezza politica è al servizio esclusivo del territorio che rappresenta, ossia il Nord. Come nella visione della Lega primigenia, quella di Miglio per intenderci: è il remake di un film già visto che però rischia di realizzarsi davvero in un panorama desertificato. Segnato dal dissolvimento innanzitutto dei partiti ora sostituiti dall’assemblaggio di potentati locali dove vince chi è più forte. E in Italia ci sono territori che pesano di più, quelli per intenderci che hanno un maggiore Pil pro capite.
La vostra proposta di legge di iniziativa popolare introduce la possibilità di poter tornare indietro, tramite referendum, rispetto agli accordi di autonomia differenziata. Cosa oggi non possibile.
Il nostro è innanzitutto il tentativo di riportare nelle aule parlamentari il dibattito sull’intera questione che rischia, insieme al presidenzialismo di stravolgere la Costituzione con l’aggravante di farlo sotto traccia. Ci viene detto che l’autonomia differenziata conviene a tutti ma non sappiamo cosa costa né dove vanno le risorse. Quanta autonomia e a chi lo sapremo solo a cose fatte, all’esito delle trattative tra Calderoli e le singole regioni.
E Camera e Senato che fanno?
A loro spetta di dare i pareri sulle intese già firmate dal presidente del consiglio con i presidenti delle regioni. Pareri inevitabilmente soggetti al vincolo di maggioranza: ergo il Parlamento non potrà smentire quelle intese senza smentire il governo stesso. Noi invece chiediamo che scuola, servizio sanitario nazionale, lavoro, infrastrutture strategiche strumentali a politiche nazionali di riequilibrio territoriale e coesione sociale siano di competenza esclusiva dello Stato. Chi non è d’accordo se ne assuma pubblicamente la responsabilità in modo che sia chiaro chi vuole disarticolare il Paese in mille staterelli abbandonando l’idea di uguaglianza che imporrebbe invece di colmare i divari che già esistono nelle diverse realtà del Paese.
Se l’autonomia differenziata è in fase così avanzata è perché molte regioni la vogliono, mica solo Calderoli.
Lo credo bene: è una questione di potere, altro che scherzi. Del resto nulla è accaduto sin qui a caso.
A che si riferisce?
Non dimentico che nel 2018 mentre il governo era in carica per gli affari correnti Gentiloni firmò gli accordi con Lombardia e Veneto e pure con l’Emilia Romagna di Bonaccini. Questo per dire che anche pezzi di sinistra sono impegnate in questo progetto che non solo rischia di concentrare risorse in un solo pezzo del Paese ma che prelude anche a un centralismo regionale a tutto discapito per esempio degli enti locali.
Cosa ne pensa degli esperti da Cassese in giù, chiamati da Calderoli nel comitato sui livelli essenziali delle prestazioni?
Calderoli è stato astuto. Gli esperti in questione, nomi anche prestigiosi, rischiano di essere i necrofori della Repubblica una e indivisibile.