Il cruccio che lo tormenta da giorni interminabili sono le comunali. Non solo Napoli ma anche Salerno dove la partita potrebbe essere più complicata. E già una strada non in discesa nella roccaforte deluchiana da trent’anni a questa parte può essere un bel problema per il governatore della Campania. Per questo sono già in programma,nei prossimi giorni, una serie di riunioni a palazzo Santa Lucia per organizzare l’offensiva.
LO SCENARIO
Anzitutto il capitolo Napoli dove De Luca non riesce a essere incisivo come vorrebbe. E, in più, trova assolutamente indigeribile l’alleanza Pd-grillini. «Sento di questi patti e di questi accordi concordati sull’asse Napoli-Roma. Non entro nel merito ma l’accordo con il movimento 5 Stelle, per quanto mi riguarda, a Napoli se lo votassero loro», E' lo sfogo che De Luca fa nella riunione di maggioranza prima della discussione del bilancio. Parole tranchant che riporta più di un capogruppo e che racconta bene come al governatore non piace affatto la strada benedetta anche dalla segreteria nazionale.
Nello stesso tempo, però, De Luca sa bene come sulla scelta del nome di palazzo San Giacomo non riesce a essere né incisivo, né a vestire l’abito del player di rispetto. E il governatore, certo,ma rischia di essere ininfluente sulla scelta del candidato di centrosinistra. A questo, infine, si aggiunge come debba restare a guardare il ritorno sul campo di Antonio Bassolino, che odia cordialmente dai tempi del Pci.
E sia che si candidi da outsider come sembra, sia che alla fine rinunci l’ex governatore é comunque destinato a essere un protagonista nella sfida di palazzo San Giacomo.
Nel frattempo il cerchio magico deluchiano lavora, sonda e continua a cercare altri nomi da mettere sul tavolo ma sinora é stato tutto vano. O nomi completamente disinteressati alle comunali 0, al contrario, sul tavolo ci sono curricula di poco spessore. Per questo più passano i giorni, più si cerca di acciuffare la zattera del male minore. Ovvero la speranza di un nome democrato e non Fico o un altro esponente grillino. D’altronde a De Luca é stato fatto notare come é praticamente impossibile trovare un nome deluchiano da imporre e la via d’uscita sarebbe o la candidatura del ministro Gaetano Manfredi o del collega Enzo Amendola. Con il primo i rapporti sono buoni ei due, De Luca e Manfredi, si sono visti un paio di volte in maniera riservata per scambiarsi le idee. Con il secondo, invece, c’é una interlocuzione di vecchia data e De Luca non dimentica che l’allora segretario regionale Amendola non solo non mise nessun veto alla sua prima candidatura alle regionali ma, anzi, fece in modo che il partito gli garantisse le risorse per la campagna elettorale del 2010. Ma, é chiaro, entrambi hanno una propria e forte autonomia politica e De Luca può solo contare su rapporti corretti, istituzionali e politici, ma non sarà l’unico a dettare legge come vorrebbe.
IL FORTINO
Non bastasse Napoli, ci si mette anche Salerno a impensierirlo.Li, nel suo fortino, a Natale é successo qualcosa di inimmaginabile nell'ultimo trentennio deluchiano: 7 consiglieri hanno deciso di mollare la maggioranza. Certo il sindaco Napoli, deluchiano di Tito ortodosso, può contare su solidi numeri (19 a 13) ma il terremoto ha scatenato pesanti scosse telluriche e qualcuno, nel Pd, ora non giura
su una sua riconferma. Mentre il gruppo di consiglieri, tra cui due renziani e tre di Azione di Calenda, hanno deciso di andaTe per fatti loro. «Speriamo che gli organi nazionali decidano di seguirci nel progetto innovativo che stiamo mettendo in campo con altre forze politiche e civiche presenti sul territorio»,hanno scritto i due consiglieri di Iv disconoscendo i coordinatori renziani salernitani. E per
progetto innovativo i consiglieri ribelli intendono una coalizione allargata con un candidato che sfidi il sindaco uscente. I deluchiani smorzano, bollano tutto come un fuoco di paglia,ma il nervosismo é palpabile.
Perché da settimane si é saldata una coalizione che vede assieme frange democratiche non si riconoscono nel Pd salernitano a trazione deluchiana, Sinistra,
renziani, Azione di Calenda,moderati di Forza Italia, alcune civiche e anche gli «odiati grillini». Alla ricerca di un nome unico contro i deluchiani per le comunali. Con l'idea ambisiosa di scendere in campo senza simboli e scardinare il moloch del governatore. I deluchiani minimizzano ma sono consci delle crepe che si sono aperte e iniziano ad organizzare le contromosse. A cominciare da Piero De Luca, il deputato-rampollo del governatore che, da tre settimane,presidia Salerno con un’iniziativa politica al giorno.