Difendiamo la Giustizia per difendere la Democrazia L’approvazione a larga maggioranza del ‘ddl Cartabia’ non può non generare un sentimento di profonda preoccupazione in quanti, come noi, vedono nella autonomia e indipendenza della Magistratura una fondamentale garanzia della democrazia.
Non è un caso che la Magna Charta del 1215, quella che convenzionalmente viene considerata la prima Carta costituzionale che limita i poteri discrezionali di un sovrano, conceda ampio spazio proprio al diritto di tutti gli uomini liberi a essere giudicati da loro pari secondo la legge, facendo della Giustizia il fondamento dello stato di diritto. Siamo coscienti dell’attuale caduta di credibilità conseguente allo scoppio dei recenti scandali che hanno coinvolto un numero limitato di magistrati, ma riteniamo che un sistema giudiziario indipendente dalle pressioni del potere politico e/o economico costituisca innegabilmente l’unico strumento a disposizione dei più deboli per difendersi dai soprusi, grazie anche alla previsione dei tre gradi di giudizio che garantiscono da errori colposi o dolosi.
Il ddl Cartabia, stabilendo che spetti al Parlamento l’indicazione delle priorità sui reati da perseguire (in aperto contrasto con l’obbligo dell’esercizio dell’azione penale dettato dall’art. 112 Cost.) sembra invece inserirsi nell’ambito dei ripetuti attacchi alla Magistratura, in quanto ‘corpo’ non legittimato dalla volontà popolare, e dei tentativi di sottoporla alla volontà di quanti dal popolo sono eletti, dimenticando che spesso la garanzia dei diritti fondamentali della persona, appare in contrasto con l’opinione delle maggioranze e che “nessuna maggioranza può rendere vero quel che è falso e falso quel che è vero.” (Ferrajoli, 28.07.2021).
Anche per quanto riguarda l’improcedibilità, ovvero quello che viene presentato come il tentativo di ridurre i tempi dei vari gradi di giudizio, la scelta di stabilire un termine oltre il quale cancellare i procedimenti eccessivamente lunghi, rinunciando ad appurare la verità e a perseguire i colpevoli, appare inaccettabile per le sue conseguenze sui diritti delle vittime, che vengono negati, e costituisce un ulteriore incentivo a prolungare artificiosamente l’iter processuale
A tale proposito, ci permettiamo di sottolineare che di ben altra efficacia apparivano le proposte formulate dalla commissione nominata dal PdCM nel 2014 e presieduta dal dott. Gratteri, che a nostro avviso dovrebbero essere recuperate e discusse. Pur coscienti dell’ampiezza dell’area politica che ha approvato il ddl alla Camera, non possiamo non auspicare che il dibattito in Senato comporti profonde modifiche al testo approvato dalla Camera, motivo per cui facciamo appello al senso di responsabilità e alla autonomia dei Parlamentari.
Non meno necessaria e importante riteniamo essere una campagna di informazione che denunci l’opacità di certe affermazioni, a partire dal preteso e infondato collegamento fra l’approvazione del ddl Cartabia e la concessione dei fondi PNRR.
Chiediamo infine a tutte/i di esprimere la propria solidarietà ai Magistrati che compiono quotidianamente e coscienziosamente il loro compito e ai loro organismi rappresentativi, che hanno denunciato, inascoltati, le prevedibili conseguenze negative della nuova normativa.