Le conseguenze della criminale aggressione di Putin alla Ucraina stanno andando molto al di là del dramma umano che si verifica sul campo.
L’invasione armata e immotivata di uno stato sovrano ha minato quel poco di legalità internazionale e di umanità che dopo la fine della seconda guerra mondiale aveva visto convergere quasi tutte le nazioni su un progetto di dialogo permanente quale l’ONU.
In questi 70 anni avevamo avuto già numerose dimostrazioni della ipocrisia dei governanti dei maggiori Paesi, che hanno tentato di accaparrarsi risorse energetiche e minerali, territori fertili e posizioni di controllo finanziando e armando eserciti locali, quando non combattendo direttamente sul campo.
Il risultato: milioni di morti, inarrestabili flussi migratori, incalcolabili danni ambientali.
E la progressiva caduta della credibilità degli organismi internazionali chiamati a dirimere le controversie con gli strumenti della diplomazia o con l’invio di ‘forze di interposizione’ per ridurre la portata degli scontri diretti.
La mossa di Putin ha proclamato che ‘il re è nudo’, riportandoci a un secolo fa, quando le guerre di conquista erano strumento abituale, ma soprattutto ha dimostrato che su questo le grandi potenze sono d’accordo e preferiscono combattere (meglio far combattere) che trattare.
L’idea di una Terra abitata da una unica ‘razza umana’ (cit. Einstein) solidale e pacifica sembra abbandonata. Il progresso tecnologico destinato più alla produzione di armi sempre più letali che a impedire il disastro ambientale che minaccia la sopravvivenza della nostra specie. Le risorse economiche indispensabili per i servizi sanitari e culturali vengono utilizzate invece per distruggere quanto creato da intere generazioni nella ricerca di una vittoria della follia sul buon senso. Mentre si apre già un ricco mercato per chi riuscirà a aggiudicarsi gli appalti per la ricostruzione.
L’entrata in campo di personaggi ignobili, come il turco Erdogan, sta infine riportandoci alla schiavitù: cittadini curdi fuggiti da una intollerabile dittatura estradati da Paesi un tempo simbolo di civiltà in cambio dell’appoggio militare alla NATO, come se fossero capi di bestiame.
E l’Europa? Se gli stati che hanno fondato la comunità europea non distinguono le proprie responsabilità da quelle della NATO, recuperando la propria autonomia e i propri ideali pacifisti parlare di Unione Europea non avrà alcun senso (e forse è proprio questo che i ‘grandi’ vogliono).