Il governatore-sceriffo ha colpito ancora. La Regione annuncia la chiusura di medie ed elementari per tutto gennaio, in diretto contrasto con la linea assunta in sede nazionale. Ma il governo fa trapelare che intende impugnare il provvedimento regionale. Sul punto, tre considerazioni.
La prima: una pandemia non si affronta con il "fai da te" locale, nella presunzione di poter fermare il contagio ai confini di una regione o di un comune, e violando la collaborazione istituzionale. Provvedimenti restrittivi differenziati localmente sono in larga misura inefficaci e quindi in sostanza discriminatori, soprattutto se toccano diritti fondamentali come l'istruzione. Lo sgomitare dei governatori ha garantito solo la loro personale visibilità.
La seconda considerazione: la cacofonia istituzionale regionale e locale è stata originata in buona parte dallo stesso governo, che ha seguito una via di contrattazione permanente in cabine di regia e conferenze. Si è così favorito il formarsi di una selva inestricabile di regole e di situazioni differenziate, segnata da confusione, incertezze, ambiguità. Solo da ultimo c'è un parziale cambio di rotta. Ma sulla riapertura delle scuole le regioni hanno dissentito dal governo. Che riterrebbe secondo le norme vigenti ammissibili ulteriori e specifiche limitazioni solo in zona rossa, e quindi non in Campania. Il provvedimento di De Luca sarebbe dunque illegittimo.
Terza e ultima considerazione: perché - come ha già fatto in altre occasioni -il governo vuole impugnare il provvedimento, invece di utilizzare il potere sostitutivo di cui dispone per l'art.120 della Costituzione? Si annuncia un Consiglio dei ministri il 13 gennaio. Considerando poi i tempi tecnici del ricorso, in caso di successo si potrebbe al più limare di qualche giorno la chiusura regionale. Una mossa puramente dimostrativa, mentre De Luca ben potrebbe adottare un provvedimento consapevolmente illegittimo, ottenendo nella sostanza il risultato.
Utilizzare il potere sostitutivo potrebbe accorciare i tempi e dare un segnale politico. Se non nel contesto di una pandemia, quando si pensa di utilizzarlo? Non usarlo è sintomo di debolezza. Così non si risponde all'arroganza.
Utilizzare il potere sostitutivo potrebbe accorciare i tempi e dare un segnale politico