Promossa da Campagna Stop TTIP/CETA Italia, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, Coordinamento nazionale No Triv, Abruzzo Beni comuni, No Tap Brindisi, Coordinamento Regionale Acqua Pubblica di Basilicata, Comitato No Tunnel TAV di Firenze Liberiamo la Basilicata, Associazione Botteghe del Mondo, Associazione Michele Mancino, Attac Italia, Ambiente&Salute Bolzano, Cattolici per la Vita della Valle, Comitato Stop TTIP Sondrio, Comitato StopTTIP Udine, Distretto rurale di economia solidale Parco Agricolo Sud Milano, Energia Felice, Epha Basilicata, Fairwatch, Gruppo Unitario Foreste Italiane GUFI, Fair, Mag 4 Piemonte, Medicina Democratica, Navdanya International, Reorient, Rete Legalità per il Clima, Terra! Onlus, Transform, Usicons, Forum Pontino dei Diritti e Beni Comuni.
E da: e da: Alex Zanotelli, Missionario Comboniano, Mario Agostinelli, Energia Felice, Enzo Di Salvatore, Costituzionalista; Franco Calamida, CostituzioneBeniComuni; Donato Cardigliano, Ass. Bianca Guidetti Serra; Michele Carducci, Costituzionalista; Alberto Castagnola, Ress Roma; Paolo Cerrone, Officine Culturali Roma Nord Ovest; Giuseppe Chieppa, Teresa De Noia, direttore rivista Valori; Teresa De Noia, Giuseppe Di Bello, Liberiamo la Basilicata; Laura Cima, Primalepersone; Laura Favro Bertrando, Dialogoinvalle; Patrizia Gentilini, Isde; Francesco Gesualdi; Antonella Leto, Forum siciliano acqua e beni comuni, Alberto Lucarelli, Comitato di Difesa dei Beni Comuni Sociali e Sovrani, Gianni Meazza, Dimensioni Diverse; Elisa Marini; Francesco Martone; Tiziana Medici, No eolico selvaggio; Anna Maria Palermo, docente Potenza; Renato Ramello, No TAV Torino; Maria Ricciardi Giannoni, Liberacittadinanza; Daniela Padoan, Laudato sì; Italo Pent, Dialogoinvalle; Marcello Travaglini, docente Potenza; Marino Trizio, Associazione Città Plurale Matera; Giovanna Ubaldeschi, Coordinamento Nazionale del Partito Umanista; Vincenzo Vasciaveo, Dres Pasm, Guido Viale, Laudato sì; Emilio Zecca, Coordinamento Democrazia costituzionale.
Onorevole Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Onorevoli Vicepresidenti Luigi Di Maio, Matteo Salvini
Siamo alcuni movimenti sociali che hanno percorso le strade di Roma il 23 marzo, portando ancora una volta in piazza proposte urgenti di cambiamento radicale per un Paese troppo lontano da obiettivi climatici e sociali anche solo accettabili.
Abbiamo sotto gli occhi il costante degrado umano e politico della classe dirigente passata e presente, e da voi oggi rappresentata ai massimi livelli, che si riflette sulla drammatica incapacità di progettare il futuro dell'Italia in un momento chiave del nostro vivere comune.
Mentre le emissioni globali continuano ad aumentare e poterle contenere senza cambiare i modelli attuali di produzione e consumo si rivela sempre più un'utopia, i leader mondiali non riescono ad accordarsi su regole comuni per invertire la traiettoria di uno sviluppo insostenibile.
La predazione delle risorse naturali, l'attacco alle comunità locali e ai diritti delle persone, sono caratteristici di un sistema globalizzato in cui le grandi imprese scorrazzano con il beneplacito degli Stati, tanto solleciti nello stringere accordi di liberalizzazione commerciale quanto inadempienti negli impegni sul clima.
All'enfasi quasi religiosa con cui viene lodata e perseguita la crescita senza freni, fa da contraltare il costante impoverimento morale ed economico delle persone, spinte verso l'individualismo, la precarietà, la paura e l'indifferenza.
Con la spinta alle privatizzazioni, all'estrattivismo e alle grandi opere dannose e imposte, la guerra ai poveri e ai migranti, il vostro malgoverno sta peggiorando la nostra qualità della vita e del dibattito pubblico.
L'Italia è uno dei Paesi in cui questa deriva è più evidente, dopo decenni in cui governi di ogni colore hanno sostenuto la stessa agenda neoliberista, antidemocratica e antipopolare.
Il vostro esecutivo non fa alcuna eccezione, se non per il fatto di essersi contraddistinto per una incoerenza ancora maggiore.
Le vostre promesse elettorali, molto più radicali di quelle finora ascoltate da partiti con ambizioni di governo, sono state completamente disattese. No Tap, No Tav, No Triv, Stop Ttip, No Muos, No grandi navi, Acqua bene comune, Stop pesticidi sono solo alcune delle parole d'ordine portate avanti da tanti movimenti sociali e ambientalisti che il governo - e in particolare il Movimento 5 Stelle - ha fatto proprie con impegni pubblici, salvo poi varare misure di segno totalmente opposto.
Oggi, alla vigilia di nuove elezioni, la classe politica da voi selezionata e rappresentata, non immune da fenomeni corruttivi, appare palesemente inadeguata a gestire le derive di un'Unione europea dalla forte impronta neoliberista, securitaria e inchiodata all’austerity.
Occorrerebbe fronteggiare questi impulsi con la ferma volontà di impostare una radicale inversione di tendenza nelle politiche economiche e sociali a livello nazionale, per renderle compatibili con la transizione ecologica e con la giustizia sociale e intergenerazionale. Costi quel che costi.
Purtroppo in questo Governo - come in quelli precedenti - mancano competenza e visione per aiutare il Paese ad attraversare il guado. Come dimostrano le manifestazioni nelle nostre città e balconi, i movimenti sociali delle persone comuni, ancora una volta, si stanno assumendo la responsabilità di contestare e contrastare l'inettitudine e l'immobilismo della vostra politica sui temi di maggiore importanza per la vita di tutti.
Le centinaia di migliaia di persone che nel corso dell'ultimo anno hanno manifestato da Venaus fino in Sicilia, passando per Taranto, il Salento del Tap e la Basilicata di Tempa Rossa e Viggiano, che hanno marciato per il clima e contro un sistema disumano e violento, rinnovano la pressione su questo governo e nei confronti di un'Europa che è sempre meno interessata alla democrazia, ai diritti dei cittadini e delle cittadine e al nostro futuro.
Siamo sempre in quei luoghi dove le contraddizioni sono più evidenti e tragiche, e continueremo a coltivare una visione globale della solidarietà, sostenendo ovunque coloro che - come noi - tentano di salvare il proprio futuro dalla vostra irresponsabilità.
Questo non è un appello, è una pubblica affermazione della nostra consapevolezza, una profonda consapevolezza collettiva, che il governo italiano, sulla scia dei precedenti, non è certamente un governo del cambiamento, ma un governo al servizio di interessi che nulla hanno a che fare con gli interessi dei cittadini italiani e con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.
Continuiamo e continueremo a lottare e costruire il vero cambiamento, per il Bene Comune di questo Paese e del Pianeta.