Troppo sporchi brutti e cattivi per essere meritevoli di solidarietà i sindacalisti Si Cobas e USB accusati di associazione a delinquere dalla procura di Piacenza? Ieri, per fortuna, il tribunale del Riesame ha revocato l’ordine di custodia cautelare emesso nei loro confronti il 19 luglio scorso. Ma se cercate un perché alla sparizione di una sinistra politica degna di questo nome nel nostro paese, il disinteresse che circonda l’inchiesta piacentina viene a pennello.
Ben nota è la brutalità dei rapporti di lavoro instaurati nel settore della logistica, vero e proprio sistema nervoso della nostra economia. Fatica e sfruttamento sono la norma vigente nel ricchissimo capitalismo della mobilità. Qui non stiamo parlando di padroncini ma di colossi come GLS, Amazon, Sda, TNT, UPS, tra gli altri. Sarebbero queste aziende le “vittime” dei sei sindacalisti arrestati, sotto inchiesta insieme a oltre cento lavoratori indagati a piede libero, per lo più stranieri e quindi doppiamente ricattabili. Gli imputano pratiche estorsive e azioni violente. Ma già in passato sono stati scagionati dall’accusa infamante di agire per arricchimento personale.
Il ricorso a forme di lotta dure, talvolta per resistere all’impiego di veri e propri mazzieri alle porte dei magazzini, è stato l’esito inevitabile dell’isolamento sofferto da questi lavoratori. Ebbene, nessun dirigente della sinistra – trattandosi di sindacati di base extraconfederali – ha avuto niente da ridire se per agire contro di loro si è fatto abnorme ricorso al reato associativo. Un bruttissimo precedente, la riprova di un distacco dalla sofferenza vissuta nel mondo del lavoro dipendente che non promette niente di buono.
Se poi l’accusa di associazione a delinquere e di arricchimento personale vi ricorda altre vicende (leggi Riace), beh, non vi sbagliate.