PUNTO PER PUNTO

di Francesco Baicchi - 10/05/2023
La coalizione che sostiene l’attuale governo è stata scelta da poco più del 40% dei votanti, corrispondente a poco più del 25% degli elettori potenziali

Come è noto il nostro Paese è caratterizzato da uno scarso livello di pluralismo, dovuto al controllo dei principali strumenti di informazione da parte delle forze politiche (RAI ma ovviamente anche Mediaset) o da esponenti del mondo imprenditoriale, filogovernativi per definizione.

Questa mancanza di dialettica costituisce un limite oggettivo alla possibilità per i cittadini di formare una propria opinione, essenziale per poter esercitare la propria sovranità.

Fornire una interpretazione alternativa dei fatti, non solo politici ma anche di cronaca, dovrebbe dunque essere un impegno fondamentale delle forze politiche di minoranza e opposizione.

Vorrei provare a commentare alcune affermazioni della attuale PdCM, invitando chi vuole a completare questo primo elenco.

Il presidenzialismo è indispensabile per la stabilità.

La stabilità non è un valore in sé: il fascismo è durato 20 anni, ma certo la maggioranza degli italiani non lo rimpiangono.

Nella cd ‘prima repubblica’, caratterizzata da governi di breve durata, l’Italia ha realizzato riforme importanti, attuative dei Principi fondamentali della nostra Costituzione: il SSN, lo Statuto dei Lavoratori, un sistema importante di garanzie sul diritto di famiglia e i diritti civili in genere.

Con l’introduzione negli anni ‘90 di sistemi elettorali maggioritari, che hanno distorto la rappresentanza e la volontà popolare, è aumentata la durata dei governi (stabilità?) ma è crollata la credibilità delle istituzioni parlamentari e la partecipazione popolare, ed è vennuta meno la separazione dei poteri che costituisce una delle basi della moderna democrazia .

L’elezione diretta del PdR o del PdCM cancellerebbe il ruolo di garanzia costituzionale del primo e il ruolo decisionale del Parlamento.

Il governo può fare ciò che vuole perché la maggioranza che lo sostiene gode della fiducia degli elettori.

A parte il timore espresso già da Tocqueville rispetto alla ‘dittatura della maggioranza’, la legge elettorale in vigore ha consentito la costituzione di una ampia maggioranza parlamentare assolutamente non corrispondente alla volontà degli elettori.

La coalizione che sostiene l’attuale governo è stata scelta da poco più del 40% dei votanti, corrispondente a poco più del 25% degli elettori potenziali.

Anche se ineccepibile sul piano formale, non mi pare che l’esito elettorale sia sufficiente a rivendicare il consenso necessario in particolare a modificare la struttura istituzionale disegnata dalla nostra Costituzione, nella quale gli Italiani hanno a più riprese dimostrato di riconoscersi.

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