Bene le parole chiare di Mattarella sul linguaggio in politica e sulle manganellate agli studenti. Siamo con lui.
Quanto dice sul linguaggio ha anche trovato eco sabato 24 nell'iniziativa contro l'Autonomia differenziata presso l'Istituto di studi filosofici, ne ha parlato anche questo giornale.
Tutte le voci - politica, sindacato, società civile -hanno espresso la volontà di difendere, senza eccessi verbali ma con fermezza, l'eguaglianza, i diritti, l'unità del paese. Anche il sindaco Manfredi ha preso posizione, e non è la prima volta. Ma ha liquidato come non importanti la proposta di una consultazione popolare sul tema e il mancato numero legale nell'ultimo consiglio comunale che aveva in calendario un odg contro l'Autonomia differenziata. Per lui, il consiglio ha già detto in passato un no di cui nessuno si è accorto, e riprovare sarebbe inutile. Qui un dissenso.
Il consiglio approvò un odg contro l'Autonomia differenziata il 13 febbraio 2023. Un'altra era. Calderoli avrebbe presentato in Senato la sua proposta solo il 23 marzo. Non v'era certezza su quel che sarebbe accaduto. Il tema era ancora in buona parte ristretto agli addetti ai lavori, e cominciava appena ad emergere dalla oscurità in cui i media nazionali mainstream volutamente lo avevano relegato.
Tutto è cambiato. Il ddl Calderoli, approvato in Senato, è passato alla Camera. In specie il Sud è sempre più consapevole di un tornante nella storia che potrebbe cambiare il futuro del paese. Pesa il condizionamento di contrapposte convenienze di ceto politico in cui si giocano candidature, numero di mandati, alleanze, voglie di egemonie territoriali o di partito. Da questa palude bisogna uscire.
Nel sito web del Comune di Napoli una pagina sulla partecipazione elenca consulte, tavoli di consultazione e altro. Sarebbe agevole inserire una procedura per la firma online di una proposta di consultazione popolare sull'Autonomia differenziata a iniziativa del consiglio. In alternativa o in aggiunta, si segnala la possibilità di tenere la consultazione contestualmente al voto europeo. Questo allevierebbe gli oneri organizzativi e contribuirebbe all'abbattimento dei costi, all'informazione, alla partecipazione. Si può fare, volendo.
In altri paesi è usuale che consultazioni e referendum si svolgano in occasione del voto politico. Accade abitualmente negli Stati Uniti, anche su temi di grande rilievo. Nel 2022, in simultanea con l'elezione della Camera dei rappresentanti, di governatori e assemblee legislative statali, in cinque stati sono state portate al voto popolare iniziative per leggi o modifiche delle costituzioni statali sulla libertà di decisione della donna per l'aborto.
Altre iniziative hanno riguardato il fine vita, il matrimonio tra persone del medesimo sesso, il loro diritto alla filiazione. Tutte questioni controverse e politicamente assai sensibili.
In Italia, si pensava che la partecipazione popolare in sede regionale e locale avrebbe consolidato un sistema indebolito dallo sfarinamento dei partiti politici. Non è accaduto, perché le disposizioni statutarie che pure esistono non sono state in passato attuate su temi di rilievo. Vediamo ora cenni di risveglio.
In Veneto una proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita è stata respinta con un voto molto discusso. Sul punto, arrivano nei consigli proposte anche in altre regioni. In Emilia-Romagna, c'è chi vuole attaccare i 30 km all'ora a Bologna. Poca cosa. Ma intanto 6000 firme hanno già portato in consiglio regionale una proposta di legge sul ritiro dell'adesione con Lombardia e Veneto, il 28 febbraio 2018, ai preaccordi con il governo Gentiloni per l'Autonomia differenziata. Forse non andrà lontano, essendo firmatario Bonaccini. Ma il segnale politico c'è.
In Italia e all'estero il popolo può, e a Napoli e in Campania no? Riusciranno i nostri eroi e le nostre eroine nelle assemblee elettive - a partire dall'odg già in consiglio a Napoli ed eventualmente da altri -a dare voce alla terza città e alla terza regione del paese? Potrebbero offrire esempio a molti e rafforzare politicamente il fronte del no, in specie considerando la impossibilità di un ostruzionismo parlamentare insuperabile e i dubbi sulla esperibilità di altri strumenti. Per di più, la voce popolare parla, per definizione, un linguaggio corretto.
Il ddl Calderoli, approvato in Senato, è passato alla Camera. In specie il Sud è sempre più consapevole di un tornante nella storia che potrebbe cambiare il futuro del paese