Una riflessione di Antonio Tricomi, da condividere in toto. E che ci riporta alla situazione italiana del momento, a fronte della quale, i grossolani alchimisti della politica nostrana credono, non si sa se consapevolmente o inconsapevolmente, che tutto e sempre sia riconducibile alla sola sfera politica. Mentre, attraverso una disamina più attenta e meno interessata, si potrebbe scoprire che il problema è soprattutto culturale. In un paese che molto sembra aver dimenticato del proprio passato, il più recente e quello più remoto. In questa sorta di dimenticanza, purtroppo, vanno annoverati valori inalienabili, che appaiono oggi come secondari o addirittura superflui, con il dato drammatico dell’assenza di ogni alternativa sociale e culturale a quella proposta della destra.
Tra i valori tralasciati, senza ombra di dubbio, quello fondante dell’antifascismo, relegato in un preoccupante cono d’ombra. Cosa molto grave che ha permesso la rivalutazione prima strisciante, poi palese e impunita del fascismo, non un movimento politico come un altro, ma fuori esso da ogni alveo democratico e dichiaratamente un crimine. Può sembrare un paradosso, ma attualmente più che appannate appaiono la sinistra e le sue tematiche abituali. Più fortuna sembra avere il messaggio della destra, che è bene ricordare che in Italia in alcun modo trattasi di una destra liberale, ma essa è di chiara derivazione fascista o meglio definirla come continuazione di quella già vista in vent’anni di regime dittatoriale. Almeno nelle parole d’ordine, nei disvalori e negli obiettivi, al momento senza quella violenza squadrista, considerata poco opportuna, solo per riuscire alla fine ad essere convincenti e vincenti. Sullo sfondo però, aspettano “Casapound” e “Forza Nuova”.
Il primo ad incidere sul dato culturale, invece che su quello politico, è stato Berlusconi, con una vera e propria rivoluzione a base di proclami e slogan, che non hanno risolto i principali problemi, ma hanno dopato la coscienza degli italiani e hanno dato l’idea o il miraggio di una società inesistente, opima e edulcorata. Egli aveva iniziato, prima della sua discesa in campo, tramite le sue televisioni commerciali, ad inviare al paese messaggi distorti e non corrispondenti alla realtà. Da lì, da tale manipolazione, doveva partire il segnale di allerta per la suddetta sinistra, la quale quasi vergognosa di se stessa, delle indiscutibili vittorie conseguite in un passato non lontanissimo soprattutto sul fronte dei diritti, si disponeva ad inseguire l’agenda stilata dal cavaliere, dalle sue TV e dai suoi alleati quali Lega Nord e post-fascisti. Non peregrina in Berlusconi ,anticomunista fobico, l’idea di impiantare nel nostro paese una chiara egemonia culturale di destra, che adesso ha travolto anche lui e le sue inconsistenti vanterie liberali. Siamo al fascismo puro e gravi colpe storiche gravano anche su Berlusconi, vantatosi pubblicamente di averlo sdoganato, rendendo di fatto nulle le leggi esistenti a riguardo, che vietano la ricostruzione del partito fascista: la legge Scelba e la legge Mancino.
Ma a riguardo di ciò, pesano la sciatteria, la benevolenza, attraverso gli anni, delle istituzioni repubblicane, che non hanno esercitato buona sorveglianza democratica. Quindi, al momento, appaiono scoperti in Italia, tutti quei cittadini di sincera fede democratica e viene da chiedersi quale sarà la sorte di una più che indebolita sinistra. Tenendo conto che pochi ormai considerano il PD un partito di sinistra, piuttosto una debole formazione democristiana. Anche qui le colpe dei dirigenti del suddetto partito sono incommensurabili, suicide, perché decisamente senza futuro. Potranno un gruppo di volenterosi, avulsi dalla politica politicante, pur con le idee molto chiare e tanto amore per la democrazia, fronteggiare quel che di terribile si prospetta e che in parte già si sta realizzando?
Lino D’Antonio Napoli