“Proprio l’altro giorno l’ex presidente Trump ha annunciato di avere ricevuto la terza dosi del vaccino, forse una delle poche cose su cui siamo d’accordo”. Così Joe Biden in un discorso alla nazione sull’importanza di vaccinarsi. L’attuale presidente ha anche riconosciuto i validi contributi della precedente amministrazione al rapido sviluppo dei vaccini.
Biden aveva ripreso l’annuncio di Trump fatto pochi giorni prima a Dallas dove l’ex presidente faceva l’ultima tappa del “History Tour” con Bill O’Reilly, ex conduttore alla Fox News. I due hanno confermato che erano vaccinati con tre dosi. I fischi del pubblico hanno interrotto ma Trump ha continuato a parlare congratulandosi per “avere salvato milioni di vite umane”, correggendosi però, aggiungendo “non io, ma noi” per lo sviluppo del vaccino. Si trattava, come va ricordato, degli investimenti di Warp Speed, consegnati a parecchie aziende farmaceutiche che stavano lavorando sullo sviluppo di vaccini. Spicca in particolare il contributo a Moderna che incluse sussidi di 10 miliardi di dollari. Anche altre aziende ne hanno beneficiato con contratti anticipati di poter acquistare i vaccini da loro sviluppati.
I fischi avranno sorpreso Trump ma forse non troppo. Li aveva sentiti nel mese di agosto in Alabama durante un rally quando ebbe la “temerarietà” di raccomandare i vaccini. L’ex presidente in quell’occasione disse ai suoi sostenitori che rispetta la loro scelta. Lui ammise di averla fatta scegliendo i vaccini. Al di là dei fischi il “povero” Trump si è dovuto anche beccare le frecciate velenose di alcuni giornalisti di estrema destra. Il conduttore radiofonico Alex Jones ha preso le distanze da Trump asserendo che i vaccini sono “veleno” e minacciando anche di rivelare “notizie sporche” sull’ex presidente. La conduttrice Candace Owens ha postato un video spiegando che Trump supporta i vaccini perché “è un vecchio che non sa fare ricerche su Internet”. I fischi e questi attacchi di ultra destra sono immeritati ma non completamente. I sostenitori di Trump hanno creduto la retorica del suo partito che in grande misura è stata poco favorevole alla vaccinazione. In parte si deve al cattivo esempio dell’ex presidente. Ricevette la prima dosi giorni prima di andare via dalla Casa Bianca il 20 gennaio 2021 in completo silenzio. La seconda e la terza anche senza le solite foto tipiche di tanti altri politici e persone famose per incoraggiare tutti a vaccinarsi per protezione propria ma anche le loro famiglie e chiunque potessero venire in contatto.
Trump e il suo partito hanno però usato i vaccini come strumento di una politica anti-Biden, con una retorica anti governo, contraria agli obblighi imposti per alcuni segmenti della popolazione sia dal governo federale che quelli statali. I risultati sono alla luce del sole. Secondo un sondaggio della Mommouth University il 92 percento dei democratici sono vaccinati mentre per i repubblicani la cifra raggiunge solo il 50 percento. In parte questo gap si spiega anche con la campagna dei repubblicani coadiuvati dalla Fox News ad attaccare i vaccini mettendo in dubbio persino gli individui che la promuovono in maniera scientifica. Il dottor Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e principale consigliere medico del presidente Biden, è stato ferocemente attaccato non solo da sostenitori di Trump ma anche dalla Fox News. Lara Logan, una conduttrice alla Fox ha comparato Fauci al dottore nazista Josef Mengele, e un altro, James Watters, ha suggerito che merita la morte. Nessuna conseguenza dalla Fox a questi due né condanne da Trump né da altri leader del Partito Repubblicano. Fauci continua il suo prezioso lavoro ma è stato costretto a vivere sotto scorta a causa di pericoli alla sua vita e quella della sua famiglia per le costanti minacce.
La campagna anti-vaccini del Partito Repubblicano ha avuto la conseguenza poco rassicurante che solo il 62 percento degli americani sono vaccinati mentre in parecchi altri paesi occidentali si raggiungono cifre dell’ottanta percento. I vaccini, come si sa, proteggono da contagi anche se non al 100 per 100% ma hanno anche il grande valore di ridurre notevolmente i ricoveri in ospedale.
La politica sulla pandemia di Trump però era anche stata disastrosa durante la sua presidenza. All’inizio della pandemia nel 2020 l’allora presidente aveva minimizzato il pericolo del virus dicendo che sarebbe svanito con il bel tempo. In realtà Trump sapeva benissimo del pericolo come è stato rivelato più tardi da un’intervista concessa al giornalista Bob Woodward nel mese di febbraio del 2020, inclusa nel libro “Rage” (Rabbia). Nella registrazione si sente Trump che riconosce la letalità del virus “non solo per gli anziani ma anche per i giovani”. Trump però nelle dichiarazioni pubbliche susseguenti ha minimizzato il pericolo perché non voleva creare il “panico”. In realtà voleva cercare di proteggere la situazione economica vedendola come carta vincente alla sua rielezione. Trump cercò anche di assegnare la colpa del vaccino alla Cina etichettandolo il “virus cinese” per allontanare le sue responsabilità. Vanno ricordate anche le sparate grossolane fra le quali spicca quella di fermare il Covid-19 con il disinfettante. Secondo uno studio della rivista scientifica inglese Lancet, la debolissima reazione dell’amministrazione di Trump avrebbe causato la morte di migliaia di americani. Anche la dottoressa Deborah Birx, coordinatrice sulla pandemia di Trump, ha confermato questi dati in un’intervista alla Cnn nel mese di agosto del 2021.
Una volta uscito dalla Casa Bianca, da semplice cittadino, Trump ha attaccato l’amministrazione di Biden di abusare l’obbligo dei vaccini e per i lockdown, considerando il vaccino una scelta individuale. Trump ha anche parlato di “liberare” quegli Stati che avevano imposto lockdown e misure restrittive per mitigare gli effetti del Covid-19. Quando i vaccini hanno iniziato ad essere disponibili Trump avrebbe potuto abbracciarli, prendendosi il credito di averli creati ed incoraggiando tutti gli americani a vaccinarsi. Ha fatto il contrario, rimanendo in grande misura silenzioso, contribuendo al basso livello di vaccinazioni, specialmente fra i suoi sostenitori. Difficile calcolare l’impatto di questo silenzio che ha cercato debolmente di correggere con il recente annuncio della propria vaccinazione. Trump merita un credito limitato per il suo debole incoraggiamento a vaccinarsi ed ha gradito le dolci parole di Biden. Ciononostante l’ex presidente ha sempre messo in primo piano i suoi interessi politici e personali invece di quelli della nazione. Il debole riconoscimento dell’utilità dei vaccini non lo scagiona dalle sue disastrose azioni per affrontare il Covid-19 né da presidente né da semplice cittadino.
Domenico Maceri