8 MARZO 2025 – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

di Lino D’Antonio - liberacittadinanza.it - 07/03/2025
Quale ruolo per le donne in questo preciso momento in cui la concezione verso esse raggiunge il massimo degrado e il nostro panorama quotidiano viene funestato da continui femminicidi?

Quale ruolo per le donne in questo preciso momento in cui la concezione verso esse raggiunge il massimo degrado e il nostro panorama quotidiano viene funestato da continui femminicidi?

Potrebbe apparire questa una domanda fuori luogo o addirittura scontata, inquadrando il tutto nel particolare contesto storico in cui viviamo e da cui trarre soprattutto scusanti. Interrogativo invece, per il quale urgono risposte perché bruscamente si è interrotto quel cammino di conquiste delle donne verso nuove opportunità. Anzi, molti diritti, conquistati con grandi difficoltà, sono andati perduti in un clima preoccupante di involuzione sociale e culturale. E la figura delle donne è offuscata da una visione patinata, insincera ed offensiva, viste esse come piacevole involucro e non coacervo di sentimenti, pulsioni e aspirazioni. C’è una data precisa per questa idea così abietta e riduttiva. È il 1994, quando il proprietario di TV e quindi anche di spettacoli di varietà, ascese alla presidenza del Consiglio dell’Italia, portando in “dono” un senso carnevalesco e godereccio della vita, offendendo le istituzioni del paese ed in particolare le donne. Atmosfera che tentai di riportare in una mia tempera eseguita in quel periodo. Da allora, il paese non è stato più lo stesso e con vigore si sono affermate dottrine che cozzano con i principi della nostra Costituzione, come fascismo e leghismo. Non siamo diventati migliori, anzi sembra che siamo destinati ad una deriva senza ritorno, proprio per la manipolazione culturale messa in atto da Berlusconi e accoliti.

Accade oggi che le donne, per emergere, per avere il ruolo a cui ambiscono, scelgano in maniera del tutto erronea di mascolinizzarsi, rinunciando al meglio di se stesse. Ad esempio, ci ritroviamo in Italia una presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che si fa indicare come “il presidente”. Di certo, questa non è la parità agognata. Sembra banale, sembra uno scherzo, ma dietro questo rintanarsi nell’identità maschile, solo per opportunismo personale e politico, si arreca invece molto danno al movimento delle donne. E si rallenta e si annulla anche una legislazione a loro favore. Le donne vengono citate a sproposito, strumentalizzate, allorché si parla di famiglia e di maternità (quasi mai di lavoro) e poi non si realizzano norme per rendere più facile, meno problematica la loro vita.

Volevo esplicitare questa mia domanda insistente, che conduce a tanti altri aspetti della vita delle donne, perché si è minacciati anche dal pericolo del tentativo di far smarrire proprio alle donne il loro potere di discernimento e la consapevolezza di se stesse. Mentre si fanno avanti inquietanti e incattivite figure di “donne guerriero”, lontane da un minimo di umana pietà, così tipicamente femminile. E allora tutti dobbiamo rimanere lucidi e combattivi, per un mondo migliore, reale e non retorico, dove in primis le donne non perdano la loro essenza migliore, pregnante e fondamentale in una società che vuole essere giusta e civile.

Lino D’Antonio   Napoli

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