«Siamo qua per rivendicare anche i nostri diritti, in questo caso a un'informazione corretta». Anche a Cagliari ha preso piede la protesta contro il comunicato stampa pro Israele dell'ad RAI Roberto Sergio, in risposta alle richieste di "cessate il fuoco" e "stop al genocidio" avanzate durante la settimana di Sanremo. Ma nelle ultime settimane, a prendere una posizione contro quella che i protestanti definiscono come "censura" verso il massacro in corso in Palestina, sono stati in tanti.
Cagliari - La lettura del comunicato pro Israele dell’ad Rai Roberto Sergio da parte della nota conduttrice, in risposta alla richiesta di “stop al genocidio” avanzata anche dal cantautore Ghali durante la settimana di Sanremo, ha suscitato un’ondata di indignazione e proteste che ha travolto anche Cagliari. In molte città italiane si è manifestato contro il messaggio dell’Amministratore e contro quel «siamo tutti d’accordo» rivendicato dalla presentatrice durante la lettura. “Non in mio nome”, “Stop alla censura”, “A Gaza 130 giornalisti uccisi”, “No alla propaganda sionista”: tanti gli slogan delle proteste, con l’unico intento di ribadire la solidarietà al popolo palestinese, il cessate il fuoco e la libertà di parola e indignazione, ancor più davanti a 30mila morti.
A Sanremo si cantano note di politica estera
In seguito al comunicato servile nei confronti del popolo Israeliano, letto da una famosa presentatrice Rai, in risposta al riferimento lapidario del cantautore Ghali, a Cagliari e in molte città italiane si è manifestato contro l'Amministratore delegato Rai che, in tutta risposta, ha espressamente emanato un comunicato a sostegno del popolo israeliano martoriato, che è stato letto in diretta durante la celebre kermesse di Sanremo.
Una canzone al centro della bagarre dai risvolti politici
Questo cantautore nella sua canzone denuncia i crimini del governo israeliano, cantando che non è tutto normale se delineate confini con linee immaginarie e bombardate ospedali. E in sintesi ha espresso il suo lapidario e sferzante parere. Stop al genocidio.
A Cagliari si manifesta davanti alla sede regionale Rai
Dalle 15.30 alle 17.30, di venerdì 16 Febbraio, a Cagliari, un centinaio di manifestanti riuniti sotto la sigla Sardegna Palestina hanno manifestato davanti alla sede regionale della Rai per condannare le dichiarazioni con cui la dirigenza della azienda radiotelevisiva di stato ha palesemente sostenuto il regime israeliano impegnato in una determinata azione di genocidio del popolo palestinese.
LA CHIAMATA
Organizzata da Potere al Popolo Cagliari e dal Comitato sardo in solidarietà con la Palestina, la chiamata alla protesta è volta al fine di “pretendere la fine della censura e dell’autocensura di giornalisti e giornaliste e, come ormai da troppo tempo, per chiedere un immediato cessate il fuoco e la fine del genocidio dei e delle palestinesi”.
“Siamo disgustati e disgustate dalla disinformazione fatta dal nostro servizio pubblico sul massacro in corso a Gaza da parte del regime israeliano e pretendiamo che sia ripristinato il nostro diritto a un’informazione corretta! L’ultimo deplorevole episodio è quello del comunicato dell’ad Sergio, letto in diretta nazionale per silenziare voci come quelle di Ghali e Dargen – a cui va tutto il nostro ringraziamento –, che hanno svelato la verità su quello che sta succedendo in Palestina, schierando quindi il servizio pubblico apertamente dalla parte del regime israeliano. Ma quanta paura vi fa la verità? Se già il silenzio su quello che sta avvenendo è stato un puro atto di censura, con questo episodio si è superato qualsiasi limite”.
Per la Rai i giovani ucraini sono da considerare eroi della resistenza da sostenere, mentre i palestinesi che si ribellano a una occupazione che dura da 70 anni sono solo terroristi
Anche Cagliari manifesta con altre città italiane
Dopo Napoli e Bologna, anche Cagliari ha voluto condannare l'utilizzo del servizio pubblico informativo per ingannare il telespettatore circa la sproporzione che esiste fra le pur deprecabili azioni di Hamas e la risposta di Israele con il dichiarato obiettivo di sterminare il popolo palestinese completando così un disegno inconfessabile, ma che ora diventa esplicito con il pretesto di sconfiggere il terrorismo lo stesso terrorismo incoraggiato da Israele per indebolire l'autorità nazionale palestinese.
Gli interventi di Sardi e Palestinesi per dire Stop al genocidio
Molti gli interventi di sardi e di palestinesi in Sardegna tutti di condanna dell'amministratore delegato Rai fino al punto di gridare: RAI - Radiotelevisione Israeliana. La manifestazione risponde al comunicato dell'amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, che ha preso distanze dalle dichiarazioni pro Palestina di alcuni artisti al Festival di Sanremo.
Gli attivisti criticano la politica di Israele in piazza
Gli attivisti, esponendo striscioni, hanno criticato Israele, il governo Meloni e i dirigenti Rai, accusandoli di favorire la causa sionista e di ignorare le sofferenze a Gaza.
A Cagliari un sit in di protesta pacifico contro il genocidio in atto a Gaza
Cagliari come in tutta Italia. Decine di persone hanno manifestato l'altro pomeriggio in viale Bonaria davanti alla sede regionale della Rai. Un sit in di protesta pacifico, dopo le manifestazioni in tutta Italia partite in seguito alle polemiche che hanno colpito le dichiarazioni dei cantanti Dargen D’Amico e Ghali (quest’ultimo aveva chiesto “lo stop al genocidio” sul palco dell’Ariston) a Sanremo e al comunicato dell’ad Rai Roberto Sergio letto in diretta da una presentatrice.
L'ambasciatore israeliano rovescia orwellianamente le parole dei due artisti
"Dalla guerra fra Nato e Russia in Ucraina al genocidio a Gaza viene creato così un clima in cui sempre più persone si autocensurano per timore di perdere il proprio lavoro o di finire nella gogna mediatica", dichiarano le associazioni pro Palestina, e anche semplici parole contro la guerra come quelle pronunciate durante il Festival di Sanremo da Ghali e Dargen d’Amico vengono orwellianamente rovesciate dall’ambasciatore israeliano in Italia tanto da richiedere un comunicato ad hoc dell’amministratore delegato della Rai. Un episodio che è solo la punta dell’iceberg dell’informazione di guerra che da anni stiamo subendo.
PAROLE E PROTESTE CONTRO LE POLITICHE DI ISRAELE
Molti gli interventi di sardi e palestinesi in Sardegna di condanna all’azione dell’amministratore delegato Rai durante il sit in, fino al punto di gridare – tra gli slogan – anche “RAI – Radiotelevisione Israeliana”. «Dalla guerra fra Nato e Russia in Ucraina al genocidio a Gaza viene creato così un clima in cui sempre più persone si autocensurano per timore di perdere il proprio lavoro o di finire nella gogna mediatica», hanno ribadito le persone in piazza.
Molte persone partecipano alla manifestazione pro Palestina.
Il parere espresso da un attivista in pubblico
Ennio Cabiddu nel suo intervento ha fatto osservare che per la Rai i giovani ucraini mandati a morire a migliaia per volta sono da considerare eroi della resistenza da sostenere con un continuo invio di armi, mentre i palestinesi che si ribellano ad una occupazione che dura da 70 anni sono solo dei terroristi. Per fortuna il Cardinale Parolin a nome del Santo Padre si è pronunciato chiaramente contro la reazione sproporzionata di Israele che ovviamente non ha gradito. Chiederanno al Papa di leggere un comunicato all'Angelus?
Mentre parlava Cabiddu, è stato diffuso il comunicato stampa dei dipendenti Rai
"Siamo dipendenti della Rai.
Le parole dell'AD Roberto Sergio, pronunciate per mezzo di Mara Venier nell'edizione sanremese di Domenica IN, segnano un punto di svolta inquietante tanto nel metodo quanto nel merito.
Contestiamo l'utilizzo dei canali aziendali per trasmettere in forma di comunicati sia le idee personali dell'Amministratore Delegato che le sue vicinanze politiche o umane, volendo escludere che con le proprie parole pensasse di farsi portavoce dei valori dell'azienda o peggio, dei suoi dipendenti.
Crediamo che l'azienda concessionaria del servizio pubblico radiofonico e televisivo italiano debba avere la forza e la dignità di essere indipendente dagli umori di singoli individui, e non pronta a inginocchiarsi alla diplomazia israeliana per poche frasi pronunciate da una manciata di artisti durante il Festival di Sanremo. Frasi che rivendichiamo.
Nonostante sia condiviso l'orrore davanti alla morte della popolazione civile israeliana, ribadiamo la nostra estraneità alle posizioni del dott. Roberto Sergio. Contestiamo con forza l'unilateralità del comunicato, che ha completamente omesso la sproporzione nel conflitto, le sofferenze della popolazione di Gaza e la violenza subita sistematicamente dai palestinesi nei territori occupati nella Cisgiordania.
Stop al genocidio. Cessate il fuoco ora".
Dipendenti Rai per lo #STOPALGENOCIDIO
#RAIPERGAZA
Questo comunicato dimostra che le manifestazioni in varie città, come Napoli, Bologna e Cagliari hanno prodotto l'effetto sperato.