Storia della giornata commemorativa
“ In molti paesi il 25 novembre si commemora la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La commemorazione di questa data ha origine dal primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia nel 1981. In quell'incontro la Repubblica Dominicana propose questa data in onore alle tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal. Progressivamente, molti paesi si unirono nella commemorazione di questo giorno, come simbolo del clamore e della denuncia del maltrattamento fisico e psicologico di donne e bambine. Nel 1998 l'assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò all'unanimità la internazionalizzazione della commemorazione di questa data. Il 17 dicembre 1999 l'assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la risoluzione 54/134, con cui scelse la data del 25 novembre per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sempre in omaggio alle sorelle Mirabal.”
“Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”
Ma noi domani penseremo anche alla piccola Giulia Cecchettin, morta per mano di una persona di cui si fidava e di cui aveva pena. Fosse stata più egoista e dura forse sarebbe ancora viva.
C’è anche chi come la cattolicissima storica Lucetta Scaraffia, ha sostenuto a Stasera Italia che 50 annifa Giulia avrebbe sposato Filippo Turetta e lui non l’avrebbe ammazzata. Non solo. "Cinquant'anni fa non si sarebbe laureata, non avrebbe potuto dire me ne vado da sola perché non poteva andarsene da sola. Magari non l'amava tanto, però hanno avuto un rapporto affettivo, e non era così facile lasciare un"bravo ragazzo". Secondo me, cinquant'anni fa, Giulia avrebbe sposato Filippo. Magari lei non sarebbe stata felice, ma lui non credo che l'avrebbe uccisa".
Sciocchezze. E davvero mi sorprende sentirle prendere un simile granchio, perché la Scaraffia ha più o meno la mia età, inoltre è una storica, dovrebbe ricordarsi meglio il 1973. Infatti. 50 anni fa era il 1973, erano gli anni dopo il ’68 a cui noi ragazze avevamo fattivamente partecipato, anche nella campagna per il divorzio e non eravamo proprio per niente così sottomesse e sprovvedute. Gtazie anche a Franca Viola, siciliana, che nel 1965 ( ben 8 anni prima del 1973) rifiutò il matrimonio riparatore pubblicamente e divenne simbolo della crescita civile dell'Italia nel secondo dopoguerra e dell'emancipazione delle donne italiane. Mi ricordo benissimo tutto, anche perché Franca Viola aveva la mia età ed io in quel 1965 mi ero appena iscritta al PSI. La cosa più bella ed edificante era che i suoi genitori erano coltivatori diretti, non persone ricche e potenti, con le spalle protette e il violentatore era addirittura un mafioso. E anche lui si chiamava Filippo. Finì in carcere per 10 anni e una volta libero fu ucciso a colpi di lupara.
Franca Viola
Se posso usare un ricordo personale, 50 anni fa, nel 1973, mi sono sposata anch’io, in Comune e non in chiesa, ero già laureata e avevo vinto una borsa di studio all’Università. Le cose non stavano dunque come sostiene la Scaraffia. Anche 50 anni fa Giulia avrebbe lasciato Turetta e si sarebbe laureata. Non posso però sapere cosa sarebbe accaduto dopo: sono una storica non un’indovina.
Il 25 novembre penserò con gratitudine e affetto a queste donne luminose.
Barbara Fois