Parliamo di donne e non solo di femminicidi

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 08/03/2025
Alle radici delle Regioni italiane: il caso Sardegna

In questi ultimi anni abbiamo concentrato impegno e informazione soprattutto sul fenomeno eclatante e sconvolgente dei cosiddetti “femminicidi”, cioè il fenomeno del massacro indiscriminato di donne da parte dei loro compagni o ex, o familiari di sesso maschile, che non apprezzano i loro tentativi di indipendenza e puniscono la loro autonomia, creatività, talento. Non potendo misurarsi con loro le annullano, uccidendole. Abbiamo riguardato una serie di dati su questi particolari omicidi e scoperto con sorpresa che le regioni italiane col maggior numero di femminicidi sono la Lombardia e l’Emilia-Romagna. Si dirà che sono quelle regioni che raccolgono il maggior numero di immigrati, sia dal sud della Penisola, sia dall’estero e che è questo il motivo di un numero così alto di casi. Può darsi, e tuttavia il numero di femminicidi che avvengono in Italia è il più basso dell’intera unione europea. Leggiamo sulla pubblicazione ISTAT : “In particolare la media Ue del tasso di omicidi per 100mila abitanti nell’anno 2022 (ultimo anno disponibile) è 0,9 omicidi per 100mila abitanti. Dei 26 Paesi che rendono disponibili i dati per questo anno, l'Italia è quello che presenta la più bassa diffusione del fenomeno (0,55), prima di Slovenia, Spagna e Polonia (rispettivamente 0,62, 0,69 e 0,72 omicidi per 100mila abitanti).” Ma perfino l’Austria, la Germania e la Francia ne registrano più di noi. Ma leggiamo oltre: “Al polo opposto si trovano i Paesi baltici, Lussemburgo e Malta, con tassi che vanno dal 3,57 della Lettonia all’1,50 omicidi per 100mila abitanti dell’Estonia. Ma anche paesi ritenuti generalmente all'avanguardia, come Finlandia e Svezia, che presentano un tasso di omicidio che sono più del doppio di quelli italiani.” Ora, questo non vuol dire che dobbiamo esserne soddisfatte e felici, ma certo è almeno un po’ meno sconfortante sapere che una volta tanto essere nelle ultime posizioni è un dato di merito e non di demerito.

Per capire i motivi di questo fenomeno in ogni caso è necessario fare alcune riflessioni che devono partire dalle radici storiche di un luogo, analizzando il sostrato culturale, la mentalità e i valori che sono presenti nel territorio. Posso fare qualche esempio che riguarda la mia terra, la Sardegna. Noi non abbiamo niente in comune non solo col sud della Penisola, ma neanche col nord. La mia terra ha tradizioni matriarcali e la posizione femminile è davvero assolutamente inconsueta. Nel Medio Evo l’Isola era divisa in Giudicati, a capo dei quali c’era un giudice o anche una giudicessa e fra queste la più famosa è stata Eleonora d’Arborea, signora di un territorio nell’attuale sub regione dell’Oristanese. Eleonora è famosa per la sua riedizione della Carta de Logu, codice civile e penale del Giudicato d’Arborea, emanato da suo padre Mariano IV e rimasto in vigore da metà del 1300 fino all’Unità d’Italia. In questo codice vengono trattati vari argomenti, fra cui il diritto di famiglia, per esempio, secondo cui nessun figlio può essere diseredato, ma deve avere una legittima parte dell’eredità, come nel nostro diritto di famiglia aggiornato nel 1975, ma qui – come dicevamo – siamo 6 secoli prima! Per non dire dei beni comuni acquisiti nel matrimonio, o la parità dei diritti dei coniugi… ma la cosa davvero rivoluzionaria riguarda la violenza contro le donne, che quando denunciano una violenza subita devono essere credute senza bisogno di altri testimoni e devono essere trattate con rispetto. Inoltre sarà lei, la vittima, a scegliere se vuol sposare il suo violentatore (e così graziarlo, con una sorta di matrimonio riparatore) o no e se lei non lo vuole lui deve ripagarla con una dote all’altezza del suo grado sociale e se non lo fa gli verrà tagliato un piede. A quell’epoca vivere una vita normale senza un piede era impossibile, Nessuna delle leggi in vigore nel resto del nostro territorio nazionale, a quell’epoca, è così moderna e attenta ai bisogni e alla sensibilità delle donne. Basta pensare, nel 1965, al caso di Franca Viola, per avere un’idea della differenza di mentalità.

Eleonora è solo una eccezione? No, esprimeva la condizione e i principi del popolo sardo della sua epoca e non rimase certamente un caso isolato. Nel 1700 abbiamo un’altra donna illuminata: Francesca Sanna Sulis, straordinario esempio di imprenditoria femminile. Una nobildonna che tracciò tra i gelsi di Muravera una nuova via della seta: su 350 ettari di terre coltivava gelsi e cresceva bachi da seta. Una straordinaria figura di donna imprenditrice e artista nata a Muravera l’11 giugno del 1716 e morta a Cagliari il 4 febbraio 1810.

Figlia di ricchi possidenti di aziende agricole e allevamenti di bestiame, Francesca Sulis si sposò con il giureconsulto cagliaritano Pietro Sanna. A Cagliari si dedicò ben presto all’attività familiare, ampliando la coltivazione dei gelsi e avviando una fiorente coltura dei bachi da seta. Trasformò i magazzini della casa di famiglia di Quartucciu in laboratori per la lavorazione della seta e li attrezzò di telai moderni, promuovendo così quell’attività sarda delle piantagioni di gelso e dell’allevamento dei bachi da seta. Nei suoi laboratori, Francesca Sulis, ha istruito centinaia di ragazze, ha insegnato loro a tessere e ha avviato corsi professionali e salvato, grazie a questa attività, molte donne sarde dalla povertà.” Non basta: le ragazze che aveva formato nei suoi corsi, alla fine del corso avevano in regalo un telaio, uno strumento di lavoro che le avrebbe affrancate dalla povertà. Francesca con le sue sete meravigliose ha vestito le nobildonne di mezza Europa, compresa la zarina Caterina II di Russia, che, in un ritratto esposto all’Ermitage, indossa un suo abito.

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Caterina II di Russia nel dipinto conservato all’Ermitage

 Un altro caso? No, Francesca Sulis ha potuto fare quello che ha fatto perchè dietro a lei c’era la Carta de Logu della giudicessa Eleonora. C’era un mondo in cui le donne ereditavano le stesse porzioni di terre e denari dei fratelli maschi, e gestivano il proprio patrimonio da sole. Donne che erano libere perché erano economicamente autosufficienti e da questo si capisce perché Francesca Sulis regalasse alle sue allieve un telaio, il proprio strumento di lavoro.

E veniamo all’ultimo esempio, il più recente, quello di Ninetta Bartoli, la prima sindaca d’Italia, eletta con quasi il 90% di voti nel 1946 a Borutta, piccolo paese del Meilogu, sub regione nel sassarese, dove era nata nel 1896. Con il suo lavoro entusiasta il paese ebbe l’acqua, le fognature e l’elettricità, costruì scuole e asili, in modo che le donne potessero lavorare. Fece costruire il cimitero e la casa di riposo per gli anziani, ma soprattutto creò la prima cooperativa per la raccolta del latte e la produzione di formaggi per dare occupazione alla popolazione di Borutta. La sua fu la prima latteria sociale del Meilogu. Fu sindaca per 12 anni di seguito.

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Ninetta Bartoli

Anche dietro a Ninetta c’era il mondo della Carta de Logu ed è per questo che al suo insediamento volle indossare il costume del suo paese, quasi a sottolineare la sua sardità, le sue radici.

Tutte queste donne erano consapevoli che non ci potrà mai essere una donna veramente libera se non lo sarà anche economicamente e così non dovrà dipendere da nessuno e non potrà essere ricattata e assoggettata. Ma ancora oggi, nel 2025, ci sono donne che a parità di lavoro vengono pagate meno degli uomini, sottolineando così una sorta di diminutio, di sudditanza e di discriminazione dovuta al genere.

Si può e si deve cambiare e dipende anche molto da noi donne e madri di figlie femmine ma soprattutto di figli maschi, che vanno cresciuti nel rispetto delle altre donne. Celebriamo dunque questo 8 marzo con la consapevolezza della verità di questo assunto e purtroppo anche con la certezza che negli USA di Trump si sta consumando una aggressione alle donne davvero gravissima. Almeno noi europee cerchiamo di resistere a un’ondata di reflusso pericolosa, che attacca le nostre conquiste e vuole riportarci sotto tutela.

Buon 8 marzo, care amiche e compagne!

 Barbara Fois

 Approfondimenti

https://www.today.it/attualita/omicidi-femminicidi-italia-2023-dati-istat.html#:~:text=I%20dati%20dunque%20ci%20dicono,una%20donna%20in%20quanto%20donna). Gli omicidi e i femminicidi nel 2023 in Italia: il report dell'Istat

https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/#:~:text=Casi%20monitorati%20nel%202025%20in,e%20etero%2Dcis%2Dpatriarcale.

http://www.rivistadonna.com/wp/2014/07/07/ninetta-bartoli-la-prima-donna-sarda-sindaco-italiana/?doing_wp_cron=1690612711.1610438823699951171875

https://it.wikipedia.org/wiki/Francesca_Sanna_Sulis

Il quadro di Eleonora d’Arborea di Foiso Fois

https://www.treccani.it/enciclopedia/foiso-fois_(Dizionario-Biografico)/

https://www.ilisso.it/foiso-fois/

https://it.wikipedia.org/wiki/Foiso_Fois

https://catalogo.beniculturali.it/detail/SARDEGNA/HistoricOrArtisticProperty/2000208898

 

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