La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nata per volere dell’ONU nel 1999, si celebra ogni anno il 25 novembre e dovrebbe servire a mantenere desta l’attenzione mondiale sulla violenza di genere che è purtroppo ancora una realtà diffusa e che va combattuta senza distrazioni, ma i dati che continuano ad arrivarci ci testimoniano che la strada da percorrere è ancora lunga.
Dalle cronache di questi ultimi mesi, praticamente ogni giorno registriamo casi di femminicidio su tutto il territorio nazionale. Un bilancio atroce, anche a causa delle costrizioni anti-Covid, ma anche con l’avanzare della destra misogina, omofoba e razzista e dei gruppi eversivi e violenti dei negazionisti e dei suprematisti, che si infiltrano ovunque, perfino fra i novax, scatenando guerriglie ovunque, spaccando vetrine, aggredendo giornalisti e inermi cittadini e certamente snaturando una protesta che poteva anche essere legittima, anche se non condivisibile.
In questo clima di violenza diffusa aumentano anche i numeri che riguardano davvero troppe donne uccise dai loro uomini: mariti, amanti, fidanzati, ex o in carica, ma anche padri, fratelli, figli… donne che subiscono in silenzio, o anche si ribellano e per questo vengono uccise, senza che le istituzioni e le forze di polizia possano tutelarle. Donne che sono comunque sempre sole davanti alla propria condizione di dolore e di violenza. Mancano leggi più rigide, punizioni più severe, ma soprattutto delle strutture che accolgano e proteggano le donne minacciate.
Non solo le donne vanno protette e difese, ma anche si deve vigilare su una mentalità retrograda e discriminatoria, che come un’onda nera inquina la nostra società e le coscienze di uomini violenti e vigliacchi. Il fatto è che questo paese va rieducato al principio del rispetto reciproco e non solo verso le donne.
E la rieducazione deve cominciare in famiglia, dalle mamme di figli maschi, che troppo spesso educano i loro figli in modo sbagliato, inculcando diffidenza e disprezzo nei confronti delle altre donne, o trattando in modo discriminatorio le figlie femmine rispetto ai figli maschi.
Siamo noi che li portiamo in grembo, che li mettiamo al mondo, che li cresciamo, che li amiamo e li educhiamo: facciamone degli uomini gentili e rispettosi di tutte le donne.
Redazione Liberacittadinanza