Diciamoci pure che come debutto quello del governo Renzi non è stato poi un gran successo, anzi – come direbbero i miei studenti – è stato un “cappottamento in parcheggio”. Infatti scegliere come sottosegretari ben 4 politici con un avviso di garanzia sulla testa non è stata certo una mossa astuta, oppure è un gesto di arroganza intollerabile. Come si fa infatti a far entrare al governo del paese un personaggio come l’alfaniano Antonio Gentile, che ha usato un sistema intimidatorio intollerabile impedendo di fatto la stampa di un giornale – L’ora di Calabria – in cui si parlava di alcune inchieste su suo figlio? Le persone che usano questi mezzi non dovrebbero far parte di un governo che si picca di essere nuovo e diverso dai precedenti. E perché includere Francesca Barracciu del PD, indagata per peculato e ritenuta per questo dal suo stesso partito non candidabile alla carica di governatore della Sardegna ? Se non era presentabile come governatore, perché dovrebbe esserlo come membro del governo?
Per non parlare dell’azza della giovane Boschi che a nome del governo risponde a questi interrogativi legittimi, dicendo che per dei semplici avvisi di garanzia non cacceranno dal governo questi personaggi “Non è intenzione del governo chiedere le dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia". Così ha detto. Chissà perché ci è venuto in mente l’altrettanto arrogante dichiarazione di Aldo Moro “Noi non ci faremo processare nelle piazze”: era il marzo del 1977, esattamente un anno prima del suo sequestro.
Se Antonio Gentile si è dimesso, pur non essendo neppure indagato, ma sotto il peso della pubblica indignazione, la giovane Boschi del PD ha blindato i suoi: non li farà processare nelle piazze, ma stia attenta, perché poi la piazza può incattivirsi e gli elettori che ne fanno parte integrante, possono decidere di non votare più per chi li ha traditi.
E intanto il premier Renzi che faceva? Stava zitto, non rispondeva alle domande dei giornalisti e dei parlamentari dell’opposizione, lui ascoltava un coro di ragazzini di una scuola siciliana che gli cantavano una canzoncina edificante:
Facciamo un salto…Battiam le mani
ti salutiamo tutti insieme Presidente Renzi
Muoviam la testa…Facciamo festa
A braccia aperte ti diciamo Benvenuto al Raiti!
I bambini, gli insegnanti, i bidelli
e poi l’orchestra lasceremo improvvisar così
Siamo felici e ti gridiamo
Da oggi in poi, ovunque vai, non scordarti di noi
dei nostri sogni, delle speranze
che ti affidiamo, con fiducia, oggi a ritmo di blues
Le ragazze, i ragazzi, tutti insieme
alle tue idee e al tuo lavoro affidiamo il futuro
e poi di nuovo ancora insieme noi camminiamo ci avviciniamo
e un girotondo noi formiamo sempre a tempo di blues
Questo tipo di canzoncine “clamp and jump” sono tipiche delle scuole americane e vengono cantate quando arriva in visita il Presidente USA, ma trasferite qui, in questo contesto, con questi politici, è una scimmiottatura semplicemente provinciale e patetica. E non penso, come hanno fatto in molti, a Mussolini: la cosa non è neppure a quel livello, è proprio da piccolo politico locale, inadeguato ma con smodate ambizioni.
Non abbiamo mai creduto in Renzi, non ci aspettavamo dunque nulla da lui, ma questo esordio è davvero sorprendentemente penoso.
Del resto il clima generale non è dei migliori: c’è una sommossa nel M5S, originata, come si usa dire nella cronaca nera “per futili motivi”. Tutto comincia dopo l’incontro fra Grillo e Renzi.
Un faccia a faccia malamente “tagliato” dai TG sia della Rai che delle altre emittenti, ma reperibile per intero sul web. Qualcuno dei suoi ha pensato che Grillo avesse perso una preziosa occasione: quella di far parlare l’avversario e poi dirgli come e perché non c’era modo di trovare alcun accordo col governo, né con le persone che ne fanno parte, né sulla mancanza di un serio programma, al di là delle sbandierate promesse senza sostanza. Invece si è limitato ad urlare e basta, impedendo a Renzi di parlare.
Qualcuno nel suo gruppo, dicevamo, ha detto che non era d’accordo sul suo comportamento ed è stato immediatamente espulso. Non pago, Grillo ha chiesto poi che il web confermasse la giustezza della sua decisione. Non ha lasciato che fossero gli iscritti al suo meetup a decidere autonomamente, no, ha voluto sottolineare che avrebbe gradito una conferma del suo decreto di espulsione. Che c’è stata, ovviamente, peccato che sia - come ha osservato uno degli espulsi - la società di Casaleggio che gestisce il forum e le votazioni.
Queste esplusioni hanno creato uno strappo all’interno del Movimento e qualche parlamentare, deluso, si è dimesso, altri hanno espresso la propria solidarietà agli espulsi e sono stati epurati anche loro. Senza altra colpa che aver espresso un parere diverso da quello di Grillo.
Cacciati via come malfattori e additati al pubblico disprezzo, chiamati con nomi infamanti come zecche, venduti e profittatori e col commento velenoso di Grillo «Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo». Quei poveracci dovevano versare al M5S la metà dello stipendio, ma Grillo versa la metà dei soldi che fa coi banner pubblicitari del suo sito? Sarebbe interessante saperlo. Intanto agli espulsi sono arrivate delle lettere con dentro dei proiettili: qualche cretino invasato ha voluto strafare. Ma questo atto vergognoso è comunque frutto del clima di violenza e di intimidazione che è palpabile nel M5S e il motore di questa violenza è proprio Grillo.
Finchè la gente del Movimento non si libererà di questo padre-padrone, non riuscirà davvero a incidere politicamente in questo paese e tanto meno a cambiare le cose. Ma non c’è da contarci troppo che lo faccia: lui del resto li ha scelti apposta perché siano solo i suoi soldatini obbedienti.
Ma come se non bastasse, dopo le spaccature nel centro destra, ora si delinea una incrinatura forse insanabile dentro il centro sinistra e nello stesso PD. Il panorama politico si sta polverizzando, altro che bipolarismo perfetto!
Il futuro sembra avviarsi verso una pletora di gruppuscoli, ognuno nato dal tentativo di accorpare anime troppo diverse e di stiparle dentro contenitori angusti e privi di idee, nati solo per acquistare maggior potere, camminando anche con le scarpe chiodate su chiunque si levi a esprimere un parere contrario. Ma gli italiani non sono capaci di marciare compatti, vivaddio, e soffrono di claustrofobia...
Si sbriciola tutto, dicevamo, e l’ultima spaccatura è anche di genere: in parlamento si discuteva infatti in questi giorni sulla presenza delle donne nelle liste elettorali e sulla parità di rappresentanza fra uomini e donne, ma è saltato tutto: gli uomini della destra si sono ribellati, ma siamo certe che se si dovesse votare a scrutinio segreto voterebbero contro anche molti parlamentari di CS.
Si discute dunque su tutto, ma non si quaglia niente, come al solito. E da come è partito questo governo non sembra che andrà lontano, anche se tutti cercano di farci paura dicendo che questa è l’ultima spiaggia, la fine di ogni possibilità. Ma cosa vuol dire? Che se Renzi non ce la fa ci cadrà in testa un asteroide e moriremo tutti? Che gli oceani bolliranno e il sole si farà nero come un sacco di crine, come dice l’Apocalisse di Giovanni? Che scoppierà la terza guerra mondiale? Beh, questo forse lo rischiamo davvero, ma per via del conflitto fra Russia e Ucraina, non certo per il fallimento del premier fiorentino. Anzi: sono certa che non se ne accogerebbe nessuno al mondo: tanto i nostri ultimi governi sono stati tutti la fotocopia uno dell’altro! Ormai abbiamo perso ogni credibilità e infatti non si capisce come abbiamo preso un oscar per un film che riproduce tanto bene la vuotezza di questo paese. A meno che non abbia ragione Sergio di Cori Modigliani :
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/03/la-grande-ipocrisia-trionfano-le-larghe.html
e che anche la vittoria di un oscar abbia regole in cui la bravura abbia davvero pochi spazi. E non sto parlando del film in sè: di quello ha già detto Marco Travaglio: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/06/oscar-la-grande-vuotezza/904161/
parlo delle squallide logiche politiche e di potere che gli starebbero dietro. Del resto la dedica di Sorrentino a Maradona, dà una chiara dimensione del livello culturale. Qualcuno potrà dire che era solo una battuta ironica, ma la scelta di un evasore fiscale che deve circa duecento milioni al nostro paese, mentre noi siamo massacrati dalle tasse mi fa pensare che sia almeno inopportuna. Peggio: che sia proprio l’indicatore di quel tipo di cinismo che fa battute anche su cose serie.
Così davvero possiamo dire “buongiorno tristezza” a questa cosiddetta e pubblicizzata “nuova alba” dell’Italia che risorge fra Renzi e Sorrentino. E ovviamente con “Buongiorno tristezza”non ci riferiamo al libro di Françoise Sagan, che sarebbe sovradimensionato rispetto alla mortificante condizione di ignoranza e pochezza culturale del momento, ma – seguendo il colto esempio di Renzi - alla popolare e ormai vecchissima canzone di Claudio Villa. Se non altro in questo modo almeno io sono riuscita a citare un comunista….
Buongiorno
tristezza, amica della mia malinconia...
la
strada la sai, facciamoci ancor oggi compagnia...