Siamo così impegnati a seguire le squallide vicende della nostra politica di serie zeta, che a stento ci rendiamo conto che la broda puzzolente in cui siamo a mollo, è solo una pozzanghera di fango rispetto al mare infinito di schifo in cui navigano le vicende umane di questo periodo.
Al centro di questo mare infetto c’è Trump e la sua politica ripugnante. Siamo davanti a un fascista doc, il cui nonno il 30 maggio del 1927 partecipò a una manifestazione del Ku Klux Klan e fu arrestato. Ci sono le prove, anche se Trump continua a negare, come tutti i bugiardi colti in fallo. Del resto in un primo tempo non stigmatizzò nemmeno i fatti di Charlottesville, quella manifestazione di suprematisti bianchi che portò alla morte di una donna. Trump – davanti alla rabbiosa risposta di gran parte del popolo americano contro queste bestie razziste - si era limitato a invocare l’ unità del paese, scrivendo su Twitter che «l’odio e la divisione devono finire adesso», senza però prendere le distanze o condannare nessuno, come avrebbe dovuto fare.
«Dovremmo chiamare il male con il suo nome – gli aveva risposto sempre su Twitter il repubblicano Orrin Hatch, veterano del Gop (Grand Old Party, come viene definito il partito repubblicano ) e senatore dello Utah - mio fratello non ha dato la vita lottando contro le idee naziste di Hitler per poi ritrovarsi quelle idee qui in casa». Davanti all’alzata di scudi non solo dei democratici, ma anche dei repubblicani, Trump correggeva il tiro e in una nota ufficiale della Casa Bianca si diceva. «La condanna di Donald Trump per gli scontri a Charlottesville include anche i suprematisti bianchi e il Ku Klux Klan», nel comunicato si sottolineava anche come Trump condanni «tutte le forme di violenza, intolleranza e odio».
Sarà per questo afflato di amore universale che vuole costruire un muro fra Messico e USA?
La prima volta che ne ha parlato mi venne da sghignazzare: mi tornarono infatti alla mente quelle scenette divertentissime di Francesco Paolantoni e Giobbe Covatta che – con smaccato accento napoletano – impersonavano due esponenti della Lega, che - in un improbabile Tribuna Politica moderata da Sarcinelli - inventavano sempre modi diversi per arginare i napoletani e uno di questi era costruire un muro “alto alto fino al soffitto” per tenerli lontani e il tormentone finale era sempre questo: “Non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che sono napoletani!!”
Ma adesso è un pezzo che abbiamo smesso di ghignare: non c’è più niente da ridere, infatti! Non solo questo fascista vuole davvero costruire un muro, ma ha cominciato anche a fermare le famiglie alla frontiera e a dividere i bambini dai genitori, come deterrente. La cosa è di una tale inumana ferocia che lascia increduli e costernati: basta entrare in internet e si vedono scene che scuotono le coscienze e i pianti disperati dei bambini, spaventati e abbandonati a sé stessi, che chiamano i genitori, sono una colonna sonora che fa disperare. Non ha retto davanti a questa notizia nemmeno Rachel Maddow, giornalista della rete MSNBC, che è scoppiata in lacrime durante il tg e ha dovuto passare la linea a un suo collega. L’unica cosa che è riuscita a dire è stata “ è incredibile!”
La notizia che Rachel Maddow doveva leggere in diretta proveniva dall’agenzia Associated Press e rivelava che l’amministrazione Trump ha attivato tre centri di detenzione speciale per i bambini più piccoli separati dai genitori migranti, al confine tra Stati Uniti e Messico.
Le agenzie di stampa parlano di oltre 2000 bambini, vittime di questo provvedimento. La rabbia e l’indignazione di mezzo mondo ( compreso il papa e la first lady) si è abbattuta sul presidente come uno tsunami e gli ha fatto fare – ancora una volta – marcia indietro, tanto da promettere di non dividere più le famiglie. Come se il problema fosse finito qui. E che ne sarà di tutti quei bambini che sono già stati separati dai genitori e mandati nei centri di raccolta a km di distanza? E visto che i loro genitori non possono entrare a prenderli, dobbiamo di fatto considerarli orfani? Orfani che poi il sistema americano sbatterà in qualche casa famiglia o chissà dove… non voglio nemmeno pensare a quello a cui potrebbero andare incontro quelle povere creature e ai dissesti emotivi che questa terribile esperienza creerà alla loro psiche. Non si può lasciare quest’uomo irresponsabile a gestire un potere così grande! L’UNICEF italiana nella persona del suo portavoce Andrea Iacomini, ci svela un particolare sostanziale per capire la situazione “… c’è anche un fatto di cui in pochi parlano: gli Stati Uniti, nazione che ha scelto di adottare questa misura atroce, non hanno ancora ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel lontano 1989. Un documento che, benché spesso violato, obbliga a proteggere i minori e non permette che siano separati dai genitori.”
Iacomini continua a parlare della terribile condizione dei bambini nelle gabbie di Trump, ma anche della condizione precaria di molte povere creature in tutto il mondo “Fa lo stesso effetto di disperazione e di commozione che ho avvertito, da padre prima ancora che da portavoce di Unicef Italia, quando un anno fa vidi i bambini gonfi a causa delle armi chimiche in Siria. O quando ho visto i ragazzini salvati dai barconi nel Mediterraneo. Le immagini che arrivano dagli Stati Uniti raccontano di un’enorme ingiustizia a danno di innocenti.” E poi aggiunge “Riusciamo a immaginare cosa può comportare tutto ciò nella psiche di un bambino? Esperienze come questa non fanno che innescare e alimentare un sentimento di rivalsa, di odio, di voglia di vendetta. Esattamente ciò che si voleva evitare. Per non parlare delle ferite profonde che si trascineranno nella vita. È qualcosa di gravissimo.”
In America l’indignazione continua a salire: ormai non solo i democratici parlano di abusi sui minori, ma un crescente numero di repubblicani, fra cui perfino l'ex first lady Laura Bush - che ha definito la tolleranza zero "crudele, immorale, straziante" - tutti hanno puntato il dito contro il presidente Usa. Specialmente dopo alcune rivelazioni choc del Guardian, secondo cui i bambini sono bloccati in gabbie di metallo costruite all'interno di magazzini nel sud del Texas. Persino Melania Trump ha fatto sentire la sua voce, con un rimprovero indiretto al marito. "Un Paese - ha detto - deve governare col cuore" e poi è volata in Texas, senza avvisare nessuno, per rendersi conto di persona della situazione. Ha chiesto anche che le dicessero cosa poteva fare per ricongiungere quei bambini alle loro famiglie. Peccato che indossasse una giacca da 39 dollari su cui era scritta la frase “A me non importa niente e a te?”. Tutti oggi si chiedono a chi o a cosa fosse rivolta, o se fosse casuale...
C’è puzza di fascismo nel mondo, per non parlare di quello che accade qui da noi, con un ducetto razzista da quattro soldi, che caccia via i migranti e minaccia di togliere la scorta a Saviano.
Sui migranti rifiutati Iacomini dell’UNICEF ha detto “Sulle posizioni del ministro degli Interni Matteo Salvini la popolazione dovrebbe sentire la necessità di scendere in piazza. Invece troppo spesso crediamo che i social network siano il luogo in cui si possano risolvere questi problemi. E così facciamo il gioco di certi governi.”
Sotto personaggi di così infimo profilo, i fascisti si ringalluzziscono, tanto da tentare a Roma – assente la sindaca e tutto il PD uscito per protesta – di far passare un decreto che stabilisce di dedicare una strada al fascista Almirante. Per il momento gli è andata male, ma ci riproveranno, siamone certi. Ecco perché non si deve mai abbassare la guardia.
Puzza di fascismo, dicevamo, di razzismo di ignoranza e di ottusità. Un cattivo odore di tempi bui e pericolosi per la tollerenza e il rispetto delle libertà personali. Lo diceva più di 2000 anni fa anche Cicerone: “mala tempora currunt”, o per dirla alle spicce: siamo in un brutto guaio. Già , certe cose sembrano destinate a non cambiare mai….
Barbara Fois