Italicus: anniversario di un’altra strage fascista

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 05/08/2024
Intanto Mollicone cerca di riscrivere la storia della destra eversiva

Non sappiamo ancora, dopo 50 anni!, i nomi degli assassini, di quelli che hanno materialmente messo la bomba sul treno Italicus, che all’una e 23 di notte del 4 agosto del 1974, esplose facendo 12 morti e 48 feriti, ma sappiamo bene che erano fascisti. Non fosse altro perché rivendicarono quell’atto infame: a farlo fu Ordine Nero, eppure guarda che strana combinazione, non ha pagato nessuno. Infatti tutti gli imputati, compresi Mario Tuti e Luciano Franci, ritenuti leader e gregario della cellula toscana del Fronte nazionale rivoluzionario, sono stati assolti, come sempre sullo sfondo di segreti di Stato, depistaggi e coperture.

Ha ragione il nostro Presidente Mattarella, che ha detto: “Nel giorno dell’anniversario rinnoviamo i sentimenti di vicinanza e condivisione della Repubblica ai familiari delle vittime e ai tanti feriti. Nella catena sanguinosa della stagione stragista dell’estrema destra italiana, di cui la strage dell'Italicus è parte significativa, emerge la matrice neofascista, come sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione e dalle conclusioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia P2, pur se i procedimenti giudiziari non hanno portato alla espressa condanna di responsabili. La società italiana e le sue istituzioni seppero respingere quell’attacco alla convivenza civile, grazie alla forza e alla coesione dell'unità della comunità nazionale, fondata sui principi della nostra Costituzione.” Sì, ha ragione: è stata proprio la gente a dire basta a una condizione di paura e di instabilità, che avvelenava la vita del nostro Paese. E possiamo ancora farlo, svegliandoci dal sonno della ragione.

Possiamo e dobbiamo farlo e in fretta anche. Perché c’è chi vuole rifarsi una verginità politica e come sempre gioca sul vittimismo e cerca di ribaltare le colpe sugli altri. Lo sta facendo, o almeno ci sta provando, Federico Mollicone, vicinissimo alla Meloni, che in una intervista su La Stampa non solo ha negato la matrice neofascista, ma è addirittura passato all'attacco dichiarando che "le sentenze su Bologna sono un teorema politico per colpire la destra, non possiamo accettare come dogmi sentenze che non rispettano le garanzie di un giusto precesso". Cosa vuol dire? È un invito a Nordio per riaprire quel processo e dare le colpe alla sinistra? Che caspita stanno cercando di fare, questi ratti scappati dalle loro fogne? Riscrivere la storia passata? Ridarsi un’imbiancata e presentarsi con un giglio in mano? Ma per favore! Va bene che il loro più che un governo è un teatrino di macchiette da Bagaglino, ma c’è un limite a tutto, ecchediamine!!! E certe battute non fanno ridere, soprattutto se fatte sulla pelle di poveri morti.

Immediata la reazione delle opposizioni. "Cosa aspetta Meloni a prendere le distanze dalle gravissime parole di Mollicone, che si dimostra del tutto inadeguato a guidare la Commissione Cultura?", chiede la segreteria del Pd, Elly Schlein. Durissima anche la reazione dei Cinquestelle: "E' la prova evidente che il partito della premier non sia in grado di emanciparsi dalle tare del passato".

Le parole di Mollicone imbarazzano anche la stessa maggioranza. Il coordinatore della direzione nazionale di Fratelli d'Italia, Cirielli, si appella alla libertà d'espressione: "Non condivido le affermazioni del collega Mollicone, legittimo criticare le opinioni che non si condividono, ma chiedere punizioni per chi non la pensa come noi conferma che la sinistra italiana è dominata ancora dall'intolleranza dello spirito comunista". Ecco qua: cercare sempre di ribaltare la colpa sugli avversari. Tipico della vigliaccheria fascista. Come il silenzio della Meloni, che straparla sui social e fa i suoi show personali, con sorrisi e fossette, ma quando si tratta di cose serie sta zitta e fa la gnorri. Ma la gente non è così stupida come crede lei e lo ha già dimostrato una volta, come abbiamo detto. È la gente normale, i cittadini con un’etica che fanno sempre la differenza, come il 25enne forlivese Silver Sirotti, medaglia d'oro al valore civile, controllore che non doveva nemmeno essere in servizio quella notte. Fu tra i primi a soccorrere i passeggeri della carrozza colpita dell’Italicus e morì sopraffatto dal fuoco e dal fumo. 

Qualche anno dopo la tragedia, la figlia di Aldo Moro, Maria Fida, raccontò che su quel treno doveva esserci suo padre, ma che qualcuno lo aveva fatto scendere per firmare delle carte importantissime. Così Moro perse il treno che qualche ora dopo saltò in aria.

Se questo è vero, non è difficile supporre che qualcuno sapesse e non fosse d’accordo sulla morte del leader democristiano e con quello escamotage della firma lo salvò. Ma lasciò che morissero tutte quelle povere persone innocenti. Chissà se sapremo mai come sono andate le cose… o magari ce lo racconterà la Fatina dei denti, come sempre, dato che è la fonte ufficiale del Paese delle meraviglie…


Barbara Fois

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