Con tutto quello che sta succedendo nel mondo in questi giorni, Rampelli si lamenta di avere nel suo studio un quadro di Napoleone e vuole che sia tolto dal suo sguardo oltraggiato.
“Non mi disturba il fatto che il dipinto sia esposto a Montecitorio. L'arte non ha confini né appartenenze”, ha detto Rampelli, “starebbe benissimo in una galleria insieme a tanti altri quadri. Ma mi infastidisce il fatto che sia qui, appeso nella mia anticamera nel piano più importante di un palazzo che rappresenta il tempio della sovranità nazionale. Ecco, Napoleone ha cercato di annetterla al suo impero. Viva l'arte, ma il suo ritratto non sta nel posto giusto”. E poi ha aggiunto
“Io ci metterei una bella opera leonardiana a sottolineare il fatto che Da Vinci era ed è italiano”. E probabilmente si riferisce al fatto che da anni la Monnalisa rappresenta, a torto, l'elemento al centro di una disputa internazionale.
Ma guarda un po’: al posto di un ritratto “in serie” di un modesto pittore neoclassico, Andrea Appiani, il Rampelli vorrebbe un Leonardo. Ma và???Ma che furbillo!! E tuttavia come tutti questi esponenti di FdI, la sua conoscenza generale – non dico cultura che è parola troppo grossa, visto il contesto – è assai modesta. Il Rampelli ignora evidentemente che una delle cose più care agli italiani – compreso il suo partito – è il tricolore e lo dobbiamo a Napoleone. Si legge a questo proposito nel sito del Quirinale: “Nell'Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.” Sono davvero poche righe: si possono leggere in fretta, non ci vuole tanto… e comunque il nostro tricolore si trova menzionato anche all’articolo 12 della nostra Costituzione… ma questa gente su cosa giura? Sull’almanacco di Topolino?
Quanto al nostro Leonardo: fu lui ad andarsene in Francia nel 1517, portandosi dietro la Gioconda, che regalò o vendette al re di Francia Francesco I. Nessuno comunque la sottrasse portandosela via. Anzi, fu un italiano, tale Vincenzo Pietro Peruggia, che la rubò dal Louvre nel 1911, anche lui convinto che fosse stata frutto di una rapina…
Leonardo, amatissimo e disperatamente pianto dallo stesso re Francesco I, è morto in Francia nel 1519 ed è attualmente sepolto lì, nella cappelletta di Saint Hubert presso il castello di Ambois.
Ma torniamo al Rampelli e alla sua pretesa di scambiare un Appiani con un Leonardo. Mi fa venire in mente quando Trump – allora presidente USA – chiese al museo Guggenheim di avere in affido un quadro di Van Gogh per la Casa Bianca. L’allora direttrice, Nancy Spector, disse di no (quel dipinto era già destinato a Bilbao, spiegò), offrendo in cambio… un water. Certo, il water in questione è quello d'oro 18 carati di Maurizio Cattelan, ma la cosa più divertente è che il cesso d’oro si chiama “America”.
Mi piace l’idea di un Cattelan anche per Rampelli: magari una foto della sua scultura L.O.V.E. (acronimo di Libertà, Odio, Vendetta, Eternità) davanti alla sede della Borsa di Milano, che rappresenta una mano che esibisce uno svettante dito medio…
Barbara Fois
https://www.quirinale.it/page/tricolore
https://www.liberacittadinanza.it/sedi/cagliari/articoli/trump-chi-di-cesso-feriscea