Salvini non sa stare zitto. Evidentemente è così pieno di sé che pensa di poter pontificare su tutto, anche su argomenti di cui non sa un bel niente. Parla per sentito dire, i suoi informatori sono ignoranti quanto lui, o godono a metterlo in ridicolo. Se fossi in lui mi informerei meglio prima di aprire bocca.
Cosa ha detto stavolta? Che ci sono donne che vanno ad abortire anche 6 volte di seguito al pronto soccorso «Il pronto soccorso non è la soluzione a stili di vita incivili, ci sono donne che lo fanno sei volte». E ancora “: “Ci sono immigrati che hanno scambiato i pronto soccorso per un bancomat sanitario per farsi gli affari propri senza pagare una lira”.
Così, secondo lui ha preso più di due piccioni con una fava: ha sparato sull’aborto, sulle donne e sui migranti nello stesso tempo, anche a discapito di una informazione corretta: tanto chi se ne accorge.
Prima di tutto sull’aborto è evidente che non sa un bel nulla, perché nonostante esista la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, la procedura per renderla operativa è lunga e difficoltosa, e l’operazione non si svolge certamente in un ambiente così poco sterile come un pronto soccorso, dove va e viene chiunque, con le più varie patologie. In secondo luogo non è mai stato in un pronto soccorso! Ci sono attese di ore, con la gente che sta male che diventa aggressiva e le condizioni igieniche che sono davvero al limite del primitivo. Il clima può diventare incandescente, anche perché non sai mai quanto devi attendere: ti danno un bigliettino di colore diverso, come quello del semaforo (verde, giallo e rosso) a seconda della gravità di quello che hai, ma senza un numero, quindi puoi venire superato, se qualcuno nell’attesa di essere visitato mostra un aggravarsi dei suoi sintomi. Ho accompagnato al pronto soccorso una mia cara amica, la cui macchina era stata “speronata” da un suv guidato da un deficiente che “non aveva visto lo STOP”. Al pronto soccorso abbiamo atteso circa quattro ore, nell’abbandono e nel degrado più assoluto, con gente urlante, puzze schifose e personale paramedico improvvisato. Dubito che tutto questo si possa chiamare un bancomat sanitario. Dubito anche che una donna possa abortire come se non fosse niente. Questo può pensarlo solo un uomo misogino, disinformato, superficiale e stupido.
Non esiste nessuna donna che si sottoponga a una interruzione di gravidanza a cuor leggero! Soprattutto ora che c’è la pillola anticoncezionale e quella cosiddetta “del giorno dopo” e che ci sono una infinità di metodi di contraccezione.
Il fatto è che c’è di nuovo aria di crociata contro la 194: dal raduno di Verona in poi l’aggressività degli antiabortisti è raddoppiata. Fra l’altro la percentuale delle ginecologhe e dei ginecologi obiettori di coscienza è salita al 70%, con punte di oltre il 90% a Roma e nel Molise. Se la percentuale salisse ancora renderebbe inattuabile la legge 194 e riporterebbe le donne all’aborto clandestino, spesso fatto dagli stessi obiettori ( i cosiddetti cucchiai d’oro, come si chiamavano una volta) che si farebbero pagare profumatamente, mentre nel pubblico opererebbero gratis. Ci ricordiamo bene del tempo in cui c’eano le “mammane”, in genere ex prostitute, che di medicina non sapevano nulla, per cui spesso gli aborti che praticavano avevano conseguenze anche mortali.
Come si può pensare di ritornare a quei tempi? E come si può dire che eticamente quei tempi erano migliori di questi? Come si può essere tanto disonesti intellettualmente?Come si fa a dimenticare quell’ipocrisia?
Ricordo una mia compagnetta di scuola: avevamo 16 anni, lei stava nella classe di fronte alla mia: ci salutavamo sempre con simpatia, sorridendoci e dandoci qualche amichevole colpetto sul braccio. Era bellissima. Con due occhi verdi grandi come il mare. Bella e dolcissima. Rimase incinta ed era disperata: aveva paura di dirlo ai suoi, si vergognava, lui si era defilato e a lei forse sembrò che l’aborto fosse l’unica possibilità e si affidò alle mani di una “mammana”. Morì di setticemia, dopo giorni d’agonia. Quanto abbiamo pianto! E le sue compagne di classe portarono il lutto al braccio fino alla fine dell’anno scolastico. Ancora adesso, matura signora di mezza età, ho le lacrime agli occhi a ricordarla e provo la stessa rabbia e lo stesso dolore. Ho fatto la battaglia per l’aborto anche in nome di quella compagna. Ho partecipato a banchetti, distribuito volantini, parlato con centinaia di donne, sempre con quello sguardo verde e dolcissimo davanti agli occhi. In tante, in tutta Italia ci siamo dette la stessa cosa: nessuna donna dovrà mai più morire così! Nessuna ragazza dovrà mai più sentirsi sola, disperata, tradita, abbandonata. In tante ce lo siamo detto, e la legge è passata ed abbiamo vinto anche il referendum. Nessun uomo potrà davvero capire tutto questo. E certamente non uno sciocco narciso in cerca di voti e di consensi, che dice solo quello che pensa gli convenga di più, in termini di voti.
Storie miserabili di una politica miserabile, in un paese miserabile. Amen.
Barbara Fois