Un altro “bravo ragazzo” è un assassino

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 19/11/2023
Trovato il corpo della povera Giulia Cecchettin. Il suo carnefice si arrende alla polizia tedesca

Lo avevamo sospettato da subito che lui, Filippo, il “bravo ragazzo” secondo i genitori, avesse ucciso Giulia, la sua ex e collega di studi. E non solo perché è una storia che abbiamo già visto ripetersi decine di volte, assolutamente tutte uguali, secondo schemi identici, ma perché nessun’altra spiegazione era possibile per la scomparsa di Giulia. Lei infatti era sparita a due giorni dalla discussione della sua tesi. La Laurea è un momento importantissimo per qualsiasi studente, è il raggiungimento di un traguardo personale e non solo negli studi. Ho laureato decine di studenti e partecipato a centinaia di commissioni di laurea e posso assolutamente assicurare che non c’è alcun motivo che potrebbe distorglierli dal partecipare a quel giorno: ricordo una ragazza con la febbre alta, un ragazzo con un braccio rotto appena ingessato, una appena operata di appendicite eppure erano tutti freschi come rose, sorridenti e felici. La ragazza si sfebbrò durante la discussione, immagino, perché alla fine, nell’abbraccio dei suoi colleghi e amici saltava come un grillo e strillava tutta contenta.

Così quando lessi che Giulia non si era presentata il giorno della sua laurea ne fui sicurissima: era morta. Come tante, troppe (circa un centinaio dall’inizio di questo 2023: i dati sono contraddittori) donne superiori intellettualmente, culturalmente ai propri compagni, creature miserabili e meschine, invidiose e rabbiose, capaci di ucciderle visto che non potevano piegarle.

Certe cose stanno venendo fuori adesso, quando purtroppo sappiamo bene come è andata, ma ora si dice che lui, Filippo Turetta, il “bravo ragazzo”, l’aveva pregata di aspettarlo (erano compagni di corso all’Università), di rallentare con gli esami e di non laurearsi prima di lui. Ma lei aveva altri sogni, altre mete: voleva frequentare un corso alla scuola di fumetto a Reggio Emilia e spiccare il volo verso la sua nuova vita. Aveva solo 22 anni e tutto il tempo e il mondo davanti a sé. E lui rabbiosamente le ha tolto tutto, ma ora ha perso tutto anche lui e trascinato nel baratro della pubblica riprovazione tutta la sua famiglia. Vivevano entrambi in un piccolo centro, infatti, che non dimenticherà mai e non darà alla famiglia Turetta né solidarietà né tregua. Malediranno il giorno che quel miserabile grumo di pochezza invidiosa del loro congiunto, per non misurarsi con lei ha preferito ucciderla.

La storia in sé purtroppo non ha niente di straordinario: se andiamo a vedere le storie di queste povere donne uccise sono tutte simili: hanno lasciato degli uomini che non erano alla loro altezza e questi miserabili le hanno massacrate. Punto. Qualunque cosa dicano per nascondere le ragioni vere e trovare una scusa, questa è la unica realtà dei fatti. “Io l’amavo!” dicono, e come no!? Perché infatti quando ami qualcuno l’omicidio è la prima cosa che ti viene in mente di fare. Ma per favore!

Hanno ragione le femministe inglesi quando sostengono, parafrasando la famosa frase “dietro ogni uomo di successo c’è sempre una donna”, che “ dietro ogni donna di successo c’è sempre un uomo… che ha cercato di fermarla”.

Il punto è: cosa vogliamo fare noi adesso? Vogliamo continuare a contare altre vittime, stracciandoci le vesti, o vogliamo mettere un punto a questo massacro continuo? Bene ha fatto – una volta tanto – la Schlein a chiedere alla Meloni di mettere da parte le contese politiche e trovare tutti insieme una soluzione, ma a quanto pare la Meloni non ha ancora risposto. Sarei proprio curiosa di vedere un confronto fra un’arrogante che se ne frega solo di sé e della costruzione del proprio potere personale e un’altra del tipo “vorrei ma non posso” molto meno agguerrita, anche perché meno egoista e cinica. Vedremo se la gente sa distinguere chi è davvero moralmente vincente, non quello che è più bullo e maleducato. Perché è il rispetto il motore che può cambiare questo paese degradato: non chi è più prepotente, perché qui la gara potrebbe essere infinita, ma invece chi ha il senso di rispetto per gli altri e per le regole, che debbono essere argine e ordine per tutti i rapporti sociali.

E comunque io ripeterò sempre che tutto deve partire dalle madri dei maschi: sono loro che debbono insegnare ai propri figli il rispetto per le altre donne, o sarà tutto inutile. Se infatti ci sarà qualcuna che metterà in guardia i propri figli dalle altre donne per stupida, pelosa gelosia, tutto sarà inutile. Per questo, l’ho già detto e lo ripeto, sarò sempre grata a mia madre che ha cresciuto me e mio fratello nello stesso modo, senza preferenze e inoltre, da buona femminista, ha insegnato a mio fratello l’estremo rispetto per tutte le donne.

Perché tutto cambi, insomma, debbono cambiare molte cose: nella famiglia, nella società, nella scuola. E non sarà un processo breve. E non basteranno solo leggi più dure, punizioni più severe e restrizioni di ogni tipo: bisogna cambiare la testa della gente. Nel ’68 dicevamo: cambia una testa e avrai cambiato il mondo. Forse eravamo troppo ottimisti, non tanto sul principio, quanto sui tempi…

Speriamo che questo governo di destra, che arma la polizia e cerca di inserire principi antidemocratici nella politica e nelle leggi del nostro Paese, non allunghi ancora di più i tempi.

 

Barbara Fois

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