Il 12 novembre scorso si è aperto un bando di concorso che lascia increduli e straniti. Si tratta di un concorso straordinario per l’immissione in ruolo per gli insegnanti nella scuola dell’infanzia e in quella primaria. Però proprio i laureati nella nuova disciplina: Scienza della formazione primaria, non potranno partecipare al concorso, pur avendo conseguito un titolo abilitante nel 2016, quando si laurearono i primi iscritti. Loro che hanno un titolo specifico sono esclusi, mentre sono ammessi i laureati nel vecchio corso e i diplomati alle magistrali prima del 2001-2002., che abbiano prestato almeno due anni di servizio negli ultimi 8 anni nelle scuole statali. Sarà che questi anni di corruzione politico-amministrativa diffusa e inarrestabile ci hanno reso diffidenti, ma ci pare che le caratteristiche di questi “vecchi” diplomati sembrano cucite addosso a qualcuno. Magari è solo una malignità, un cattivo pensiero, ma come diceva Andreotti “Chi pensa male fa peccato, ma spesso ci azzecca” e lui di cinismo e di cattivi costumi se ne intendeva.
Vero è che questo paese nelle ultime tornate ha eletto una “crosta” (il termine casta invita a pensare a persone di élite) di personaggi ignoranti, che hanno in uggia qualsiasi forma di cultura (e si vede purtroppo), è vero anche che governi diversi in vari modi e tempi hanno distrutto la scuola e l’Università pubbliche, ma questo decreto è davvero demenziale. Come può essere che un titolo di studio specifico, una laurea di settore possa valere meno di un generico diploma di scuola superiore? Soprattutto se si pensa che questo nuovo corso di laurea è nato proprio in funzione di una migliore preparazione degli insegnanti della scuola d’infanzia e primaria. Proprio per evitare che i bambini vengano lasciati nelle mani di persone impreparate e inadatte che possono anche essere pericolose per la loro formazione culturale e perfino per il loro equilibrio psicologico.
Ma vediamo qual era la situazione prima di questo decreto. “ Il Consiglio di Stato ha giudicato inammissibile l’inserimento nelle Graduatorie A Esaurimento (GAE) dei diplomati che avevano fatto ricorso. L’obbligo di laurea per chi intende insegnare nella scuola dell’infanzia e primaria è, infatti, previsto dal Decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 10 settembre 2010, n. 249 ed è riconosciuto nelle tabelle di valutazione dei titoli relativi alle graduatorie di cui all’art. 401 del Decreto legislativo 24 aprile 1994, n. 297 e successive modificazioni, oltre che all’articolo 4, comma 7, della legge 3 maggio 1999, n. 124 e successive modificazioni.” Si era giunti a questo passo per una serie di considerazioni e si era costruito un percorso formativo per gli insegnanti davvero complesso e qualificante :” …i Corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria quinquennale a ciclo unico prevedono in ingresso un test di accesso molto selettivo, il cui numero dei posti disponibili è programmato dal Ministero sul fabbisogno di insegnanti a livello regionale. Coloro che vi accedono, per laurearsi, hanno dovuto sostenere molti esami, frequentare laboratori di metodologie e didattiche attive altamente professionalizzanti, svolgere 4 anni di tirocinio differenziato per ciclo (scuola dell’infanzia e scuola primaria). Tali Corsi di laurea, in tutta Italia, contano su docenti e tutor altamente specializzati diretti a promuovere un’offerta formativa di qualità. Ne è prova il fatto che i Dirigenti Scolastici di molte regioni italiane si rivolgono costantemente ai diversi Atenei di riferimento per avere i nomi di laureati da poter inserire nelle loro scuole, proprio per l’elevata preparazione già riscontrata nei laureati già inseriti nei loro istituti.”
E dunque? Che caspita è successo per cambiare così le carte in tavola? Non è del tutto chiaro.
“A fronte dei numerosi cambiamenti normativi, però, in passato il Governo d’allora aveva voluto sanare la situazione di chi, prima del 2002, aveva conseguito l’abilitazione attraverso la legge n. 296/06, che consente l’accesso alle GAE (Graduatorie A Esaurimento - l’attuale I fascia) a tutti gli abilitati, prescindendo dal concorso. I laureati di Scienze della Formazione Primaria, a partire dall’anno 2009, hanno perso la possibilità di inserirsi in GAE, chiuse nel 2008, data la chiara volontà di renderle di fatto “ad esaurimento”.“Nel frattempo, mentre tutti i diplomati ante 2002 (cioè anche quelli che non hanno mai pensato di iscriversi al corso di laurea in SFP, che non hanno partecipato o superato il concorso per l'immissione in ruolo, che non hanno mai pensato di adeguare la loro situazione professionale alla nuova legge, che non hanno mai svolto neppure un giorno di supplenza nella scuola) sono stati ammessi a pieno titolo con riserva alle GAE, i laureati in Scienze della Formazione Primaria quinquennale a ciclo unico (Nuovo Ordinamento) non solo andranno in II fascia nelle Graduatorie di Istituto, ma dovranno superare un concorso per l’immissione in ruolo.”
Lo so, queste cose burocratiche e prive di senso rendono difficile capire il senso di un provvedimento, così vi farò un esempio diretto e pratico: molti anni fa si laureò con me in Lettere una brillantissima giovane studentessa, che per poter insegnare nella scuola elementare primaria dovette iscriversi di nuovo all’Università e questa volta al corso di laurea in Scienza della Formazione primaria, laureandosi altrettanto brillantemente con una mia cara amica e collega, la prof.ssa Olivetta Schena, coordinatrice proprio del corso di Scienze della Formazione primaria. Dunque la “nostra” studentessa prese due lauree, una abilitazione all’insegnamento e finalmente ebbe la cattedra ed entrò in ruolo. Ebbene oggi di fatto verrà scavalcata, per far posto a delle stagionate diplomate alle Magistrali, che possono anche non aver insegnato un giorno e non avere alcuna competenza ed esperienza professionale. Ma sono matti?? Vi chiederete, penso, come tutti noi. No, sono molto peggio. Una norma del genere è fatta apposta per sistemare qualcuno. Mi fa venire in mente due “sanatorie” dell’infelice ventennio fascista: un provvedimento che parificava i periti minerari agli ingegneri, dando loro un titolo usurpato, e i diplomati all’Istituto di Belle Arti e insegnanti di disegno che potevano fregiarsi del titolo di architetti, con la sanatoria del 1928!
Anche questo “decreto dignità” usurpa un titolo, perché di dignità non c’è proprio nessuna traccia.
Né di trasparenza, né di giustizia.
Barbara Fois
Per una storia delle riforme scolastiche
https://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1531.htm
la foto è tratta dal sito del Gazzettino veneto