Sono da sempre un europeista convinto. Ma la mia Europa è quella del manifesto di Ventotene, quella di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, fondata sugli ideali di pace, eguaglianza e cooperazione. Che possa condividere una Costituzione comune e anche, fino a che le esigenze della Storia lo richiederanno, una difesa comune.
Non può essere quella di una (dis)Unione Europea che, dopo essersi sottratta, tre anni or sono, al suo ruolo di possibile forza pacificatrice, intende perdere anche questa seconda, insperata occasione offertale dalla Storia, di dare una sterzata decisiva verso la Pace.
L'idea, folle, è invece quella di un riarmo (su base nazionale, non comunitaria) al costo-monstre di 800 mld l'anno, non si sa fino a quando, per poterci sedere, armati fino ai denti (ah, la deterrenza!) al Tavolo della Pace. A scapito di miliardi destinati alla salute, all'istruzione e alla messa in sicurezza del Paese.
La piazza del 15 marzo, che plaude e si ispira a un'idea di Europa purchessia, anche se non coesa e insensatamente belligerante, non può essere la mia piazza. È semplicemente un'idea in cui non mi riconosco. Per quanto mi riguarda, la pace si costruisce con la mediazione e buona volontà, non certo con le armi.
Citto Leotta