Vorrei ricordare, a tutti i soloni che in queste ore di “sardinismo” discettano sul web sull’inutilità dei movimenti, dello spontaneismo e dei sussulti della società civile che, col suo tipico andamento carsico, ogni tanto si desta dal suo torpore e, con civiltà e con gioiosa immaginazione, si "autoconvoca" e manifesta la propria insofferenza verso l’arroganza del potere, la sua autoreferenzialità e i tentativi, reiterati di intaccare i valori costituzionali e di distorcerli in senso personalistico o autoritario, che queste manifestazioni sono il sale del vivere e del “sentire” civile, oltre che della democrazia.
Si obietta: ma non hanno programmi, non hanno un partito, non hanno rappresentanti. Certo, non ne hanno e non ne devono avere, vogliono solo manifestare la loro presenza, il loro non essere, come qualcuno pensa, “popolo bue” e la volontà di non essere manovrati o illusi con sbrigativi progetti di “semplificazione” della vita sociale e civile del Paese, che spesso nascondono tentazioni oligarchiche o autoritarie.
E non è neppur vero che i sommovimenti cittadini non portano a niente: pensiamo alla campagna per il no al referendum in Cile del 1988 (e la stessa resistenza cilena di questi giorni che ha portato a importanti concessioni da parte del presidente Pinera), alla protesta dei gilet gialli in Francia che, al netto di alcune inaccettabili violenze, ottenne l’annullamento delle imposte e dei prezzi dei carburanti, alle proteste dei giovani iracheni di questi giorni che stanno ottenendo già i primi risultati, etc.
I principi enunciati dalle cosiddette “sardine” costituiscono già un programma non da poco: ripristino della pregiudiziale antifascista (con applicazione delle leggi al riguardo) antirazzismo ed accoglienza (abolizione dei “decreti-sicurezza”) ancoraggio ai valori costituzionali. Scusate se è poco!
Da vecchio “girotondino” non posso che salutare con favore ed entusiasmo questa civile ondata di proteste ma anche di proposte. Tuttavia mi sento dare qualche consiglio ai giovani che formano l’asse trainante (finalmente sono i giovani a svegliare gli anziani e non viceversa!) del movimento: non demordete, non scoraggiatevi, se sarete compatti alla lunga vincerete, siete voi i più forti; non cedete a un esasperato “orizzontalismo” ma datevi una struttura agile, leggera, dove alcuni siano legittimati (sentita la base) a prendere delle decisioni.
I partiti (tutti) vi prometteranno posti di rilievo, rappresentanze e candidature sicure: non cedete a queste lusinghe, lo faranno per normalizzarvi, per sterilizzarvi. E cercate di resistere il più a lungo possibile, esercitando il vostro diritto negli appuntamenti elettorali: in una parola votate (voi sapete come) e, come disse un nostro leader, dandoci un appuntamento ( peraltro da più parti disatteso), “non perdetevi di vista”.