Qualche giorno fa ( 10 luglio 2023 ) il ministro francese dell’Educazione e della Ricerca, Pap Ndyaié, ha attaccato frontalmente due canali di comunicazione multimediale CNews ed Europe1. Li ha definiti, con parole meno affilate ma egualmente chiare, fascisti e razzisti. Il suo preciso rilievo ha scatenato un dibattito aspro e reazioni dure. Da un lato è insorta la destra in particolare RNP, il partito della Le Pen, e dall’altro si son levati i lamenti della solita congrega di anime pie, imbottite della retorica volteriana cosi amata dai salotti progressisti. Le due parti hanno accusato Ndyaié di reprimere la libertà di parola e di espressione. Curiose alleanze. Strano coro greco.
Proprietario dei due canali in questione è mr. Vincent Bolloré che, da capo dell’impresa Vivendi, controlla – tramite robuste partecipazioni azionarie - varie strutture di comunicazione inclusa la TeleCom, l’impresa che, tra le varie cose, gestisce il nostro sistema di trasferimento dati. Bolloré ne possiede oltre il 23%.
A questo personaggio – emblematico - che spande senza nessuna reticenza lunghe ombre scure in Francia ed in Europa ed a quanto sta accadendo nel mondo della comunicazione di massa è dedicato questo pezzullo.
Lo Scalatore
Nel tempo Bolloré ( una sua biografia efficace si trova qui https://en.wikipedia.org/wiki/Vincent_Bollor%C3%A9 ) si è visto affibbiare vari nomignoli dalla stampa, uno gli è rimasto incollato per un bel po': lo scalatore. Esperto nei giochi azionari di compravendita e capace di intrecciare relazioni a più livelli, Bolloré ha costruito una fitta rete di proprietà e di interessi che traversano imprenditoria e prassi politica. E’ stato amico e nemico di Berlusconi, con cui ha fatto affari di varia natura, salvo poi cercare di sfilargli Mediaset con una scalata azionaria rapida che fu arrestata solo con l’intervento dei governi dell’epoca ( bipartisan, naturalmente ) e dalla magistratura, per una volta vista come non comunista. La causa è ancora in corso con alterne fortune per le due parti. Vedremo come si regolerà Berlusconi junior.
Per definire la strategia di Bolloré potremmo dire, con una sintesi un filino superficiale, che si incunea nel campo largo delle connessioni. Bolloré investe nei media, nelle reti di connessione e nei trasporti. In altre parole, ha un occhio – e le mani - su tutto ciò che si muove, internazionalmente. Infatti: l’impresa Bolloré Logystic controlla e gestisce trasporti e magazzini all’avanguardia, gestiti informaticamente e quindi produttori di informazioni derivate ad esempio: quanti e quali prodotti, verso quali mercati etc. L’impresa, a proprietà diretta, è leader dei trasporti da e per l’Africa influenzando pesantemente quel cruciale sistema di relazione intercontinentale. La sua scatola finanziaria possiede infatti quote molto rilevanti di porti e ferrovie africane dove opera in competizione coi cinesi.
Con l’altro occhio e le altri mani ( mr. Vincent dovrebbe beccarsi anche il nomignolo di polipo ) e tramite altre scatole finanziarie possiede il trasferimento delle informazioni. Ha televisioni, media vari, giornali e sono tutti ben schierati a destra. Per capire quanto a destra ( ormai conta anche questa sfumatura ) basta ricordare che è l’editore e lo sponsor di Eric Zemmour, anche se di recente il giornalista è diventato anche editore di se stesso. Ufficialmente. Di costui, giornalista e politico ultra nazionalista, ragionai in un pezzullo ( Voilà le monde. Dicembre 2021) è inutile qui ripetersi. In Italia abbiamo una controfigura di mr.Zemmour, più in piccolo ed in ridicolo, si chiama Belpietro ed è a suo modo una forma di vita che ho visto transitare in qualche talk show. Non so altro di costui.
La scelta della Vivendi di entrare in TeleCom ed il tentativo di scalare Mediaset non sono solo investimenti lucrosi, sono snodi politici. Ricordiamo tutti il caso di spionaggio TIM/SISMI e credo sia chiaro a tutti come si muovono – nei sistemi di comunicazione - gli apparati di controllo ed i servizi di sicurezza. Va detto che non bisogna generalizzare il giudizio su queste attività: senza gli apparati di security saremmo facili vittime di ogni terrorista o mercenario in circolazione e vanno dunque guardati con rispetto. Tuttavia dentro ogni apparato organizzativo esiste poi il fattore umano, e dunque persone scalabili se non acquistabili. E si deve aggiungere che oltre alla tutela ed alla difesa alcuni servizi operano per carpire informazioni utili per le guerre commerciali e per la geopolitica. Rammentiamo in proposito il tanto mitizzato premio Nobel per la pace Barack Obama che spiava tramite la NSA ( National Security Agency ) ben 35 capi stato. ( per ricordare: https://www.repubblica.it/esteri/2013/10/24/news/nsagate_la_germania_convoca_l_ambasciatore_usa-69322576/ )
Dunque Bolloré – che ha avuto qualche guaio giudiziario per la sua condotta disinvolta - gestisce in forma diretta o influenza tramite pacchetti azionari il mondo delle interconnessioni virtuali o fattuali. Lo fa per soldi, è un capitalista ed è il suo mestiere, ma lo fa con un preciso intendimento politico: rafforzare ed espandere la visione di destra influenzando l’opinione pubblica, sottoponendo a pressione i politici, probabilmente raccogliendo ogni forma di informazione utile in tal senso. In proposito merita attenzione un pezzo editato tempo fa dal Manifesto ( https://ilmanifesto.it/bollore-un-impero-dalla-parte-dellestrema-destra )
La destra internazionale e la comunicazione.
Facciamo un piccolo distinguo tra cultura politica e prassi politico governativa. Le due cose non sono sempre e naturalmente connesse. Spesso nell’ambito di una stessa parte esistono robuste differenze valoriali e comportamentali. Come insegna la differenza profonda che separò il movimento socialista – quando era forte ed attivo -tra nazionalismo e internazionalismo. O tra imperialismo di stato e terzomondismo ai tempi della guerra fredda, oggi di ritorno.
Ovviamente esiste una cultura di destra. Mi sembra persino assurdo dirlo perché sta con evidenza nelle cose. Quando si parla di intellettuali vale la regola dell’apertura e non quella della identità divisiva a me tanto cara nella prassi politica. Penso a scrittori come Yukio Mishima, Ernst Junger o Boris Pasternak, come Drieu de la Rochelle o Tomasi di Lampedusa. Poeti come William Yeats, Ezra Pound o com’era nel suo profondo il mio preferito Dylan Thomas. Nella destra identitaria esistono operatori culturali come Buttafuoco e Veneziani od editoriali come Marco Baratta. Nessuna questione con loro, stanno da una parte con chiarezza e da sempre. Ed hanno alcuni evidenti imbarazzi a trovarsi nello stesso tram con Lollobrigida o Salvini.
Parliamo invece della destra come espressione politico governativa del capitalismo, assunto che anche la cosiddetta attuale sinistra fa lo stesso mestiere in forme diverse. L’area conservatrice e nazionalista esprime un proprio sistema di comunicazione, specularmente opposto a quello della parte diciamo LibDem.
Principe dell’editoria e della comunicazione di massa conservatrice è l’anglo australiano Rupert Murdoch. Un marpione con un pelo sullo stomaco che fa invidia al parruccotto di Trump, sua creatura. Tra i suoi nomignoli denti di squalo è il più carino. In Italia la sua New Corp ( in proposito : https://www.treccani.it/enciclopedia/rupert-murdoch/ ) aveva come presidente Letizia Moratti all’inizio del millennio. Sky Italia in un qualche modo nacque con le idee espansive di Murdoch. Chi gli bloccò la strada fu di nuovo Berlusconi. Come per Bolloré lo scoglio era insuperabile. Così sir Rupert mollò l’osso ed al momento, dopo la cessione di Sky avvenuta 4 anni fa mi risulta resti in piedi solo Cielo una tv gratuita che riciccia materiali di Sky ossidati.
In Germania per anni la comunicazione di massa non di Stato fu gestita da editori conservatori, tra questi spiccava il concorrente continentale di Murdoch, herr Leo Kirch. Il magnate tedesco ebbe dal suo amico Helmuth Kohl tutte le concessioni per aprire un influente sistema di reti televisive ( ..suona familiare vero? ) che appoggiò con forza e sempre la CDU. ( in proposito: https://en.wikipedia.org/wiki/Leo_Kirch )
In Francia abbiamo il Bolloré di cui sopra. In Spagna è presente il Grupo Planeta ( in proposito: https://www.planeta.es/es ) che riunisce 6 aziende, ha un sistema televisivo e mediale ( AtresMedia ) giornali, tra cui il quotidiano la Razon. Ed alcune alleanze con Bolloré. Sostiene da sempre il PPE e da qualche tempo da rilievo a Vox il partito sovranista para falangista.
In Italia non abbiamo una vera comunicazione di massa di destra. Berlusconi mantenne la sua Mediaset multilaterale, si incazzò con Luttazzi e Biagi, ma assunse Santoro e Capuozzo, propose contratti a Crozza che lo massacrava con le sue caricature all’acido, ed ancora oggi Mediaset con l’acquisto in squadra della Berlinguer mostra continuità in questa linea editoriale onnivora. Anche la Rai nonostante il molto clamore manterrà una linea mista. La logica di entrambe è: uno spazio per tutti. Non è visione flessibile, sono affari.
E quindi?
Il quindi del pezzullo è nelle cose. Esiste un apparato di potere mediatico che manipola l’informazione ed indirizza l’interpretazione dei fatti in funzione della parte capitalista che lo possiede, industria o grande trust finanziario. Il metodo va capito, il risultato va misurato.
Volendo si può allargare il campo e spaziare guardando agli editori che hanno influenzato il clamoroso spostamento a destra dei paesi del nord, un tempo territorio socialdemocratico. Oppure vedere come si muove la comunicazione di massa nell’est europeo, Polonia Ungheria tra i primi. Non è difficile cercare e scovare questi burattinai per vedere come operano e come sono connessi tra loro formando una pubblica opinione trasversale per classi sociali ed aree geografiche. Nelle urne stiamo misurando la loro capacità, o se si vuole l’altrui incapacità.
Come osservava Frank Herbert, lo scrittore che ha dato agli amanti della fantascienza la saga di Dune, un solo filo non muove la marionetta. Bisogna dunque avere la pazienza di vederli tutti i sistemi guida del potere politico per comprendere in che direzione spingono il consenso che resta comunque lo strumento principale nella conquista e nel mantenimento del potere stesso.
Tutto ciò che accade nel mondo della comunicazione di massa ha un suo preciso significato in chiave manipolatoria. Ad esempio ha una precisa natura ed una chiara evidenza il clamore, giusto, sulla guerra d’Ucraina contrapposto al silenzio, colpevole, su tutte le altre. Ha una specifica identità l’attuale clamore sulla migrazione di massa contrapposto al pesante marginalizzarla per diversi anni. Ancora una volta: è nelle urne la risposta a questa azione combinata.
Ed infine, una volta che frugando qui e lì abbiamo capito gli obiettivi dei burattinai, i fili e le marionette ricordiamo e diffondiamo a tutti la semplice ed efficace sintesi che diede 50anni fa il grande Robert Mitchum, sottolinea la possibilità ancora in mano all’Individuo, cioè. la scelta.
All’entertainer della CBS che lo ospitava nel suo programma clou l’attore rispose: chiedi se mi piace la televisione? Ma certo, è un elettrodomestico facile da spegnere. Amen.