La Francia nera: collegamenti internazionali

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 19/09/2023
Odio le vittime che rispettano i loro aguzzini – J.P. Sartre

La seconda parte del pezzullo sulla Francia nera è dedicato al quadro delle relazioni internazionali, specificamente col nostro paese, in cui essa si è mossa talvolta da protagonista a volte da complice. Le organizzazioni francesi di estrema destra hanno infatti avuto – negli anni 60/70 - un ruolo spesso rilevante nelle trame eversive e nei tentativi di ribaltamento delle istituzioni repubblicane italiane. Di questo si è talvolta parlato nell’informazione di massa, mai abbastanza. Ho guardato in giro per capire un po' meglio e provo a sintetizzarlo qui tra Cittadini. Come sempre annoto o linko le fonti che mi sembrano più interessanti.

I movimenti fascisti francesi - quella parte che abbiamo definito per comodità collaborazionista, legata dunque alle potenze dell’ASSE- sviluppano un forte collegamento prima con il governo di Roma e poi di Berlino fin dagli anni trenta. Vi è dunque una consuetudine nelle relazioni tra i due fascismi, che resterà in piedi nel tempo a prescindere dagli andamenti militari del conflitto mondiale. La seconda componente dell’estrema destra francese, che definiamo colonialista, viene sostenuta dagli USA in chiave di geopolitica anticomunista. Essa si forma più tardi, nel dopoguerra, con la perdita delle colonie - Indocina e dell’Algeria- che ha provocato un vero choc emotivo nella pubblica opinione. Guerre perse pur avendo ricevuto dai governi di Washington ingenti aiuti finanziari e militari specie in Vietnam.

Le due parti, rivali nell’ultimo anno di guerra, si giuntano proprio nella fase di crisi della Grande France – dal 1947 ai primi ’60- formando quel tessuto articolato di cui si è parlato nella prima parte del pezzullo. Il giuntarsi del neofascismo con le parti più schiettamente nazionaliste, pure se di altra matrice, avviene anche da noi. Ne parleremo. La ragione di questo collante tra materiali diversi si deve cercare – naturalmente - nella geopolitica, negli interessi atlantici americani, nelle strategie della Nato, nelle pressioni della Russia. Esse sono favorite dalla cronica debolezza europea.

Legami internazionali nella Francia pre guerra

Dicevo che i contatti internazionali tra l’estrema destra francese e le potenze nazifasciste sono da collocare antecedentemente alla collaborazione vera e propria ( 1941/44 ). La fase in cui questo legame si instaura è nella metà degli anni ’30 quando Hitler prende il potere in Germania rivolgendo subito l’attenzione verso il nemico di sempre, la Francia. Molti gli agenti tedeschi – primo tra tutti l’ambasciatore Otto Abetz - si occupano di formare un’alleanza ideologica franco tedesca- che sarà il terreno base della collaborazione - pescando tra gli intellettuali nazionalisti. In particolare tra i fuoriusciti , da destra, del movimento monarchico di Charles Maurras ( qui un sintetico profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/charles-maurras/ ). Magari ci ragionerò meglio se e quando aprirò il tema della Germania nera nell’internazionale eversiva.

Il regime fascista opera in Francia dalla fine degli anni ‘20 e lo fa a due livelli. Il primo più visibile è volto alla creazione del consenso con un insieme estremamente organizzato di attività ( in proposito https://journals.openedition.org/cei/5419 ). Il secondo livello è sottotraccia. A Parigi si muovono con grande disinvoltura i servizi segreti italiani. L’attività si intensifica negli anni delle sanzioni post guerra d’Etiopia. Tali servizi rispondono ad una catena di comando in tre livelli: operativo ( colonnelli Santo Emanuele e Paolo Angioy ) coordinamento ( generale Roatta ) indirizzo politico ( Filippo Anfuso ) sotto l’egida, negli affari internazionali, di Galeazzo Ciano. Il loro compito è infiltrare agenti nei movimenti antifascisti francesi e nella comunità degli esuli. Proprio quando scoppia la controrivoluzione spagnola e la conseguente guerra civile l’attività dei servizi diventa più forte e costante. Nel 1937 la catena di comando cui abbiamo accennato commissiona l’omicidio dei Fratelli Rosselli, Carlo e Nello. Sono personaggi scomodi per tutti, autonomi e rigorosi. Danno vita a Giustizia e Libertà - che sarà parte forte nella guerra civile italiana - e sono fondatori di quell’alleanza repubblicana nella guerra di Spagna che affianca le truppe governative antigolpiste. Uno dei più importanti capi militari di questa formazione è Randolfo Pacciardi, di lui parleremo nel paragrafo seguente.

L’omicidio di Carlo e Nello è realizzato da un gruppo paramilitare francese dal nome sinistro: la cagoule. In realtà il vero nome dell’organizzazione è Osarn ( Organitation secrète de action rivolutionnaire nationale ) cagoule è un soprannome. Vuol dire maschera o meglio cappuccio, passamontagna. Il travisamento che usano i suoi assassini per colpire. Jean Fillol ( agente cagoualard formatosi nei quadri dei servizi segreti italiani ) guida la squadra che rapisce ed uccide i Fratelli Rosselli. Fillol verrà sempre coperto durante tutta la sua vita, dalle complicità italiane. Non solo durante Vichy, ma anche dopo la sua caduta. Nell’aprile 1945 segue Darnand, capo della milice francese, in Valtellina dove nei primi di maggio lo catturano i partigiani insieme al suo capo. Ma mentre Joseph Darnand viene consegnato alla polizia gollista ed in seguito fucilato, Fillol sparisce. Abbiamo le sue ultime notizie in Spagna dove dirige la filiale madrilena dell’Oreal. L’impresa di cosmesi, oggi leader mondiale, fondata dal franco tedesco Eugene Schueller. L’azienda è considerata tra i principali finanziatori della destra estrema francese negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale. Si presume anche a seguire. Sembrano possibili dei legami con l’estrema destra francese, così come sono invece certi quelli di Vincent Bolloré ( su di lui ho scritto Antenne Nere – LC, luglio 23)

Legami internazionali dal dopoguerra agli anni 70

Nella parte precedente ( La Francia nera: le radici ) abbiamo indicato alcuni spunti di approfondimento su quella che viene considerata la prima organizzazione terroristica nera in Europa: L’OAS. In quel pezzullo si è parlato di un personaggio guida dell’organizzazione, Jean Jacques Susini. Utilizzo la sua storia personale come esempio di quella rete internazionale che si forma nei primi anni della guerra fredda. Essa si incrocia con pezzi oscuri della nostra storia Repubblicana. Per questo la racconto.

Siamo nel 1948 quando compare il nome di Susini negli annali della polizia. E’ giovanissimo ( nasce nel 1933 ) e già milita nella fazione più a destra del partito gollista. Da lì esce ed aderisce al gruppuscolo estremista Nouvelle Nation che invoca un golpe per porre fine alla quarta repubblica e spianare la strada ai pieni poteri per il Generale De Gaulle. Come di fatto avverrà per altre vie, che appartengono alla Storia ufficiale. Dopo una fase sommersa, di cui si hanno pochi riscontri, ricompare nel 1958 alla guida del Movimento Nazionale Studentesco – che propugna idee di acceso colonialismo - e nell’anno seguente in piena crisi d’Algeria eccolo ricoprire il ruolo di presidente degli studenti algerini. Ha 25 anni, ed è già indicato come pericoloso. In quegli anni convulsi è infatti un agitatore ben noto. Insieme all’avvocato Pierre Lagaillarde organizza scontri di piazza e barricate della comunità francese ad Algeri in sostegno al putsch dei generali organizzato da Salan. Arrestato viene incarcerato a la Santé di Parigi. Appena rimesso in libertà, per i misteriosi percorsi del buonismo borghese, Susini si inabissa. Ricompare a Madrid dove, con il sostegno del regime di Franco, organizza l’OAS insieme a Lagaillarde, Salan ed altri. In quella fase alcune fonti sostengono ci sia lo zampino della Cia e forse dell’Intelligence Service.

Bisogna rammentare il quadro di insieme per comprendere le ragioni di questi sospetti. 1) la Francia non è entrata nella Nato e svolge ruolo autonomo fuori dalle politiche del patto atlantico; 2) La Russia, nel quadro della sua geopolitica, sostiene i movimenti pan arabi, in particolare Siria ed Egitto e naturalmente Fronte di Liberazione algerino. Nasser, leader egiziano, ha chiuso nel 1956 il canale di Suez e la via del petrolio. Si è sfiorata la guerra diretta tra blocchi; 3) il richiamo al potere del Generale De Gaulle non è visto di buon occhio a Washington assunto che il Charles Genial è un tipo esotico di grande intraprendenza ed indipendenza. Metterlo in difficoltà e fuori gioco è una delle possibili strategie. Per la serie tieniti stretti i nemici, che gli amici sono più pericolosi.

Dei vari attentati sanguinosi perpetrati da questa organizzazione, l’OAS, abbiamo già parlato. Quando essa implode sotto i colpi dei servizi segreti Susini fugge in Portogallo e da lì in Italia.

Questa è la parte più oscura dell’attività internazionale di questo personaggio. Cosa fa nel nostro paese? Chi lo copre? E’ davvero diventato un’agente della Cia od almeno un suo strumento? E’ infatti possibile che Susini ed altri dell’OAS siano stati inseriti nei ranghi degli allora servizi segreti italiani ( in particolare nel SIFAR- servizio informazioni forze armate, strettamente connesso alle strategie della Nato ). O più probabilmente nei quadri di Gladio. Nell’ Italia di quegli anni - paese di confine tra i due blocchi- vi era un tessuto favorevole alle più strane alleanze in chiave anticomunista. Val la pena di tratteggiare la situazione.

Nell’Italia di frontiera, abitata dal più grande partito comunista d’occidente, come ben sappiamo si muove Gladio ed alcune su strutture collaterali, come la Rosa dei Venti. Gladio ha una funzione difensiva nel quadro delle strategie di guerriglia elaborate dalla NATO nel caso di invasione o crisi col patto di Varsavia. Nella formazione sono presenti molti militari ex-Salò, in particolare provenienti dalla Decima Mas del principe Borghese. La vera spina dorsale della struttura clandestina, che non a caso trasformò il simbolo, la spada romana, nel nome italiano di Stay Behind. La vera denominazione di queste organizzazioni clandestine.( in proposito, è bene che i Cittadini sappiano che nel 2023 esiste ancora una sua propaggine, qui il sito dei veterani https://www.stay-behind.it/ )

Bisogna dire che la Decima – nel quadro delle formazioni nazionaliste - non era rozza, scamazzata e violenta come le Brigate Nere, ne dura ed aliena come la SS italiana. Erano marinai, ufficiali, giovani studenti. Per definirla cito le parole usate in una intervista da Ricciotti Lazzero, la parte migliore della parte peggiore. ( in proposito : La Decima Mas. Ricciotti Lazzero , ed Rizzoli ).

La Decima sapeva reclutare e gestire. Aveva autonomia rispetto all’invasore tedesco che trattava con alterigia. Era una scuola quadri efficiente. Per un’intera generazione – quella dei ragazzi nati nel fascismo - essa ha rappresentato il simbolo della reazione militare italiana al collasso del 1943. Aveva un eccellente apparato di propaganda e sapeva negoziare con tutte le forze in campo, tanto che proprio Borghese ne trattò il passaggio alla parte americana in quel tempo ambiguo che sono gli ultimi giorni della guerra civile, cioè i primi della guerra fredda. Per molti giovani che vi militarono a 20 anni, o anche meno, la decima Mas rappresenta un’epopea indimenticabile. Tra tutti ricordiamo Walter Chiari, inquadrato nella formazione ventenne e poi straordinario attore e grande raccontatore, che alla fine di ogni spettacolo salutava il pubblico così: un grande abbraccio a tutti voi della prima fila ed a tutti quelli della Decima.

In quei primi anni ’60 si dipanano in Italia alcuni tentativi di golpe. Il primo coinvolge Antonio Segni – il padre di Mariotto, colui che fece per viltà il gran rifiuto - allora Presidente della Repubblica ( il piano solo chiamato così perché coinvolgeva solo l’arma dei carabinieri ). Nel proposito Segni affidava al generale De Lorenzo la presa della piazza di Roma in caso di entrata dei socialisti nell’area governativa. Un altro probabile tentativo di golpe vide coinvolto – dall’ambigua testimonianza sempre del Generale De Lorenzo- Randolfo Pacciardi. Parliamo di lui perché anche questa figura chiarisce bene la complessità e gli incroci tra parti ex avverse ( fascisti e nazionalisti repubblicani ) in quegli anni opachi.

Pacciardi è un uomo complesso e di straordinaria personalità. Repubblicano, azionista, amico personale di Carlo Rosselli. Eroe della resistenza di Madrid contro i franchisti, capo della Brigata Garibaldi. Ferito in quelle battaglie torna a combattere a Guadalajara e poi, sempre guidando la Garibaldi, combatte fino agli ultimi giorni. Lascia la guerra spagnola solo alla fine, e per l’aperto contrasto con i Comunisti che invece di concentrarsi sull’avanzare delle forze fasciste intendevano fucilare gli anarchici catalani. Uno dei classici deliri stalinisti. Nel 1947 Pacciardi è deputato alla Costituente, e poi Ministro nel governo De Gasperi. Lega il suo nome all’entrata dell’Italia nella Nato. Fin qui il Pacciardi della prima fase, ma alla fine degli anni 50 e nei 60 emerge anche il suo lato oscuro. De Lorenzo – nel processo a suo carico - sostenne che Pacciardi aveva organizzato una sorta di rapimento del presidente Gronchi ed il suo trasferimento in Corsica, con l’aiuto dell’OAS. Allora coordinata dal Susini di cui seguiamo la pista. Ma non se ne fece nulla. Insomma sta chiamata in causa era all’apparire una grande fuffa messa giù per fare rumore.

Però Pacciardi venne ancora accusato di golpismo, questa volta negli anni 70. Nel frattempo aveva consolidato la sua strana amicizia con il principe Borghese, si cita in proposito una sua dichiarazione di stima per la Decima Mas. Si disse – in quelle accuse - che avesse tramato con Edgardo Sogno, medaglia d’oro della Resistenza ed agente americano, nel quadro di un golpe teso ad instaurare in Italia il modello gollista di repubblica presidenziale. Tutto venne smentito, poi corroborato, poi insabbiato ed evaporato. Troppi nomi ballavano intorno ai due personaggi controversi, nomi imbarazzanti in Italia, Francia e USA. Nel 2000, prima di morire, Sogno consegnò un dossier al giornalista Aldo Cazzullo. In esso descriveva esattamente quel golpe bianco e ne tratteggiava l’organizzatore che lo affiancava. Pacciardi.

Su alcune di queste cose descritte rapidamente alcuni link interessanti https://www.memoria.san.beniculturali.it/documents/37629/88666/La+Rosa+dei+venti+nel+quadro+dell%27eversione+stabilizzante.pdf/45f04374-6e5a-9bf6-df46-83c25b06bb25?t=1626423206940 )

https://osservatorioglobalizzazione.it/dossier/italia-campo-di-battaglia/gladio-e-gli-apparati-deviati-la-genesi-della-strategia-della-tensione/

https://tesi.luiss.it/16895/1/071372.pdf

Riprendiamo il fil rouge di Susini. Dalla sua fuga, nel 1963, l’ex OAS è dunque in Italia. Come detto non sappiamo chiaramente come e dove si muova ma le supposizioni sono molte. Darei per assodato che sia in stretta relazione Gladio e dunque col SIFAR. Oltre alla vicenda del progettato rapimento Gronchi vi è un altro punto, ben più concreto, quasi topico.

Nel 1965 a Roma si svolge un convegno apparentemente organizzato per approfondire alcuni temi di storia e strategia militare. In realtà è indicato come uno dei punti di partenza della strategia dell’eversione che insanguinerà l’Italia solo pochi anni dopo. Dietro le quinte alcuni personaggi noti, come Licio Gelli che, al riparo dei paraventi della massoneria, si muove come agente operativo nei servizi segreti internazionali, tra il SIFAR ed i servizi di sicurezza della Nato. Nei partecipanti e relatori di quel convegno spiccano nomi precisi: Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, Guido Giannettini, dei servizi segreti nome ben noto nelle trame eversive, Pio Filippani Ronconi – intellettuale orientalista di prestigio internazionale. Egli è una figura di spicco nell’estrema destra europea. Nobile romano, amico di Borghese è stato uno dei capi della SS Italiana, croce di ferro ad Anzio, ed in seguito attaché al comando SS tedesco in Italia e probabilmente parte dei servizi di sicurezza della stessa SS alle dirette dipendenze del generale Wolff, capo indiscusso della forza di occupazione in Italia, ben più importante di Kesserling tant’è che sarà lui a trattare i termini di resa delle truppe tedesche e fasciste con gli americani.

Nel convegno è costantemente citata, l’OAS in teoria disciolta, perché in questa organizzazione si concretizza la dottrina della forza mista ( formazioni che mescolano militari e squadre di civili, in seguito la si vedrà applicata in larga scala in Sud America ) che contrassegna la strategia di guerriglia anti sovietica della NATO. Si dice che tra gli invitati vi sia la nuova forma di quell’organizzazione che ha preso il posto dell’OAS, rappresentata da Jean Jacques Susini ed altri importanti e misteriosi come Guerin Serac. Costoro formano l’embrione di quel Front National di Jean Marie Le Pen che da allora in poi segnerà una parte importante della politica francese.

Un Link interessante, sull’altro personaggio sinistro citato, Guerin Serac aiuta a comprendere come si muoveva l’eversione nera francese in Italia nel quadro dell’internazionale anti-Russa voluta dalla Nato.

https://ilmanifesto.it/le-trame-nere-di-guerin-serac

ed un altro link con una recensione sul bel lavoro di Marco Gervasoni che sviluppa ed approfondisce le organizzazioni nere d’oltralpe

https://www.sissco.it/recensione-annale/la-francia-in-nero-storia-dellestrema-destra-dalla-rivoluzione-a-marine-le-pen/

Il Front National

Jean Marie Le Pen nasce nella cultura nazionalista e colonialista. Ne è letteralmente impregnato tanto che giovanissimo aderisce alla Legione e partecipa alla guerra di Indocina e di Algeria. Nel 1956 in piena crisi algerina si candida alle politiche e viene eletto al parlamento nel partito Union Francaise di Pierre Poujade ( https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Poujade ). Viene rieletto anche dopo la rottura con l’UFF. Verso la fine degli anni ’60 lo vediamo vicino alle posizioni di Ordre Nouveau fondato tra gli altri dal famoso vignettista francese Jack Marchal e dallo storico neonazista Francois Duprat – corso come Susini - autore di una monumentale Storia delle SS e probabile invitato al convegno romano cui si accennava. Verrà ucciso nel 1978 in circostanze misteriose con un auto bomba, in un attentato mai rivendicato. ( a proposito di ON un ampio libro, proprio di Duprat , quindi il movimento visto dall’interno, Les mouvements d’extreme droite en France 1944 /1971. L’ordre nouveau. Edition de l’Homme,ed. )

Nei primi anni 70 Le Pen fonda il Front National. Chi fa parte dei quadri del partito dalla prima ora? Susini. Dopo la parentesi italiana è tornato in Francia dove ha fatto in tempo a beccarsi due condanne, una a morte in contumacia per l’attentato contro De Gaulle. Amnistiato nel 68 proprio dal Generale negli anni 70 viene indagato e condannato per il rapimento dell’ex tesoriere dell’OAS, il colonnello Gorel. Ma niente lo tocca davvero. Finisce gli studi universitari nel 1978 a 45 anni e trova subito incarichi di consulenza in alcune imprese importanti. Francois Mitterand nel 1981 lo libererà da ogni indagine, amnistiando la colpa. Jean Jacques Susini è morto nel 2017.

Il Front National fa parte di quella varietà di partiti dell’estrema destra europea che, partendo da posizioni estreme, si sono poi riciclati nell’istituzionalità democratica. Come Pegida ed AFD in Germania, Vox in Spagna, Soluzione Greca ad Atene ( ex Alba Dorata ). I collegamenti tra l’ex FN, oggi RNP, gestito dalla Marine figlia di Le Pen, e questi partiti sono forti. Come noto in Italia il ponte è nella Lega di Salvini. Anche in quest’ultimo caso – come abbiamo visto nel passato citato nel pezzullo - si mescolano provenienze politiche assai diverse che si fondono in una visione putiniana ed orbaniana del potere politico. Curiosi connubi ad esempio tra un movimento, La Lega, che nasce federalista con un movimento ipernazionalista e centralista come quello della Le Pen.

Ma sono comprensibili se viste nel quadro delle alleanze di potere. Alleanze ben libere di spaziare verso il governo europeo, dopo il dissanguamento del movimento socialista mondiale. Una perdita epica dovuta alla classe dirigente che la sinistra ha dovuto subire negli ultimi 25 anni. La peggiore, la più avvilente, la meno onesta che si sia mai vista nella storia contemporanea. Grazie alla pochezza umana ed all’opportunismo di quei dirigenti le prossime elezioni europee, così decisive nel quadro di una geopolitica in piena ristrutturazione, sono anche le più pericolose .

 

Un paio di ultimi suggerimenti.

Giovanni Tamburino , Dietro tutte le trame. Donzelli Ed ,

Una interessante tesi di laurea, molto specifica https://guidosalvini.it/wp-content/uploads/2019/08/Veronica-Bortolussi-i-rapporti-tra-lestrema-destra-italiana-e-lOAS-francese.pdf

infine segnalo un romanzo ( perché si può anche raccontare la storia in questo modo, con una docufiction ) di Riccardo Bellandi , Mattei deve morire, Youcanprint.

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