Ma quanto ci vorrà ancora?
In questi ultimi giorni da più parti si sta manifestando l'idea di ristrutturare il SISTEMA FISCALE ITALIANO, arrivando a proporre il cosiddetto 'contrasto di interessi' tra i produttori ed i consumatori, nonchè applicare una patrimoniale (anche soft) sulle grandi ricchezze (ricordiamo che il 10% delle famiglie italiane più benestanti detiene circa la metà dell'intero stock di ricchezza nazionale!).
Ultimamente si sono espressi in questo senso Brambilla e Novati sul Corriere della Sera, e la Cisl.
Noi dell'Associazione Art.53 siamo felici che si cominci a parlare di queste modalità di tassazione.
Anche
perchè tali modalità si raccordano finalmente all'Art.53 della nostra
Costituzione che parla di 'progressività dell'imposta' e di 'capacità
contributiva'...
Dobbiamo peraltro far rilevare che la nostra combattiva "Associazione Art.53" di Firenze sin dal 2011, dopo attenti studi tecnici e costituzionali, ha proposto una Riforma fiscale, partendo dal dettato dell'Art.53 della nostra Costituzione, che già circa 70 anni or sono indicava come doveva 'funzionare' il nostro Fisco, per essere equo e producente.
Già il 26 febbraio del 2011 la
nostra Associazione , unitamente all'ARDEP (Associazione per la
riduzione del Debito Pubblico di Roma), aveva organizzato un Convegno a
Firenze, dal titolo evocativo: "Fisco,Evasione, Debito Pubblico.
Torniamo alla Costituzione", nel quale Convegno era stata presentata la
Proposta di Riforma fiscale in senso costituzionale.
Ed ancora sabato
scorso, 24 giugno, a Roma, le stesse Associazioni, assieme alla
Associazione Adusa di Roma, hanno organizzato un altro Convegno dal
titolo "Per una Riforma del Sistema Tributario in senso costituzionale".
Ora, non possiamo che rammaricarci... per aver perso oltre 6 anni da quando 'liberi cittadini', amanti del bene comune, avevano avanzato una Proposta che se applicata anni addietro avrebbe certamente contribuito a fare uscire dalla crisi l'Italia!!!
Comunque, ad ogni modo, meglio tardi che mai!
Sperando
che ora ...si faccia presto, perchè la situazione non è certamente più
sostenibile (il Debito ha toccato i 2.270 miliardi e tra disoccupati,
cassaintegrati, precari circa 8 milioni di italiani non hanno una vita
dignitosa, ed altri milioni di giovani che non studiano, né, delusi,
cercano più un lavoro che non c'è...
Maurizio Sbrana (socio di Ass.Art.53).