L’odiosa prepotenza di Trump va presa sul serio e ci impone inediti doveri

di Pancho Pardi - 03/03/2025
L'Europa deve emanciparsi dalla difesa finora assicurata dagli USA, che presto le varrà tolta e di cui non può invocare la proroga sine die E quindi deve bruciare le tappe di un cammino per l’unità politica e militare. Non ci sono alternative.

Anche se è un bel sacrificio astenersi dal considerare il comportamento dei due buzzurri della Casa Bianca, con uno sforzo di volontà lasciamo da parte l’abbandono del galateo diplomatico. Consideriamo i nudi fatti. Il presidente degli USA, e con lui il suo vice, ha voluto rendere ancora più chiaro ciò che già traspariva: sta dalla parte di Putin contro l’Ucraina invasa e bombardata per tre anni. In nome del cessate il fuoco vuole obbligare il paese aggredito a sottomettersi all’aggressore. E per risultare più chiaro arriva a sostenere la tesi provocatoria che la massima responsabilità della guerra è del paese aggredito. Esige sottomissione doppia. L’Ucraina deve arrendersi alla Russia ma non basta: deve sottostare alla sua richiesta esosa di essere strapagato in risorse minerarie pregiate. E solo dopo l’avvenuto pagamento il mediatore dispiegherà la sua preziosa opera: è la resa e nemmeno gratuita. Gli enormi danni di guerra, che la Russia col sostegno di Trump rifiuterà di pagare, saranno sul nostro conto.

Così la brutalità è rivolta anche all’Europa. Gli USA ostentano di non averne più bisogno. L’investimento politico ed economico nella sua difesa, conseguenza necessaria dopo la fine della seconda guerra mondiale, non è più considerato vitale. Se il capitalismo basato sulla postdemocrazia stringe rapporti fecondi col capitalismo senza democrazia, perché dovrebbe curarsi troppo dello spazio più geografico che politico interposto tra i due? Chi sta lì si arrangi.

Di fronte a questo brusco cambio di programma, per quanto odioso possa apparire il modo, l’Europa non ha scelta. Deve fare di necessità virtù. Deve emanciparsi dalla difesa finora assicurata dagli USA, che presto le varrà tolta e di cui non può invocare la proroga sine die E quindi deve bruciare le tappe di un cammino per l’unità politica e militare. Non ci sono alternative. Nell’opinione pubblica europea saranno forti le resistenze di tipo pacifista. Per tradizione culturale e sentimentale molti europei continueranno a pensare che l’Europa dovrebbe proporsi come una gigantesca area neutrale, un continente “svizzero”. Ma il capitalismo con democrazia può affidarsi a due capitalismi, di cui uno è sovrastato da poteri extrademocratici planetari e l’altro del tutto privo di democrazia? Le spartizioni di paesi militarmente indifesi sono una tradizione in Europa, soprattutto nell’Est.; lo sa bene la Polonia. E le pretese moderne, dall’Ucraina alla Groenlandia (e al Canada!), sono già in atto o sul tappeto. Quanto si possa concedere alla fiducia lo mostra la revisione critica del governo Merkel, prima universalmente apprezzato, ora sottoposto a dura critica per essersi affidato senza riparo al gas russo. Le classi dirigenti europee hanno di fronte a sé nel prossimo futuro doveri difficilissimi su cui intrecciare discussioni profonde con i propri cittadini.

Questo articolo parla di:

4 marzo 2025

SERRATE Serra!

Redazione La Città Futura
4 marzo 2025
6 marzo 2025

NO PEACE, NO EUROPE

Citto Leotta
archiviato sotto: