Scampato pericolo: era necessaria la vittoria di Bonaccini in Emilia e Romagna per evitare la vittoria di Salvini in Italia. E così è stato. Ma la Lega e il centrodestra restano forti, non solo in Calabria. Mentre l'evanescenza regionale dei 5Stelle rende sempre più anacronistica la loro maggioranza in Parlamento e ciò non può che creare qualche problema al governo giallorosso. Le conseguenze nazionali del voto regionale saranno tema obbligato nel prossimo futuro.
La vittoria in Emilia e Romagna non deve indurre il PD a sopravvalutare il risultato del voto. La cittadinanza critica é stata costretta dalla situazione a votarlo ma il PD non deve illudersi di averne riconquistato per sempre il consenso. Anche il cosiddetto buon governo deve essere sottoposto a verifica.
Per esempio: la legge urbanistica approvata in regione realizza in pieno il peggiore dei sogni ultraliberisti. Si chiama urbanistica contrattata: gli enti pubblici rinunciano alla loro prerogativa progettuale e programmatrice, a salvaguardia dell'utilità pubblica, e consegnano tutta la libertà possibile, e anche quella impossibile, all'iniziativa privata.
Altro esempio: il regionalismo differenziato. L'Emilia e Romagna si é accodata all'iniziativa leghista nelle regioni del nord per rivendicare la piena potestà su decisioni che appartengono allo Stato e che dovrebbero garantire il rispetto per il principio di uguaglianza. Per capirsi: il regionalismo differenziato é stato definito la "secessione dei ricchi". Fino a che incombeva il voto regionale tutti hanno evitato di appesantire la situazione con polemiche.
Ma ora dopo il voto ogni voce riconquista la sua libertà.
Le Sardine hanno dimostrato la loro capacità di mobilitazione per scongiurare la vittoria di Salvini. Auguriamoci che vogliano nel futuro esercitare energia persuasiva anche su questioni, come le due appena accennate, che sottopongono l'utilità pubblica alla prepotenza dell'interesse privato.