E’ costui forse un Magistrato ?

di Rosario Patanè - liberacittadinanza.it - 02/03/2023
La spericolata ordinanza del gip di Crotone sulla strage di Cutro: «Ora l’Italia scopre altri esotici viaggi per Crotone»

Non posso non stigmatizzare con tutta la mia forza morale possibile il comportamento inaudito ,sia sul piano umano,sia sul piano professionale ,di un uomo che indossa quella Toga resa laicamente sacra dalla Costituzione della Repubblica e che costui invece ricopre di ridicola vergogna, esercitandosi nel più vieto narcisismo che io abbia mai riscontrato in una Atto di Legge che ,oltre ad essere per sua natura sempre nobilmente “ astratto” deve avere senza alcuna eccezione consentita una “forma” decorosa, rigorosa, nobile , come si addice a chi è amministratore di quel Potere Costituzionale che non la esime , ancorchè inviolabile ,di rispettare la Pesona Umana ,qualunque essa sia, posta a fondamento della Costituzione Repubblicana.

Ella si è letteralmente lasciato andare in una serie di capriole verbali da avanspettacolo mentre descriveva - e non ce n’era bisogno e dovere giuridico alcuno – la dinamica dell’evento drammatico cui era chiamato a deliberare come se fosse una chiacchierata ,questa si ,al bar ,intercalata da vocaboli oltremodo inadeguati, oltremodo stupidi ,oltremodo inutili e assolutamente non dovuti ,in una sentenza ,ancorché monocratica ma di importanza cruciale.

Veda dottor Ciociola , ella non ha soltanto usato parole macchiate e deturpate di indegnità rispetto alla mostruosa tragedia umana su cui lei decideva ,proprio come quelle forse meno gravi in confronto ,del ministro “competente “,ella ha dato un colpo gravissimo alla natura sovradimensionale del Potere Costituzionale che rappresenta e la cui difesa è stata sempre senza quartiere da generazioni e generazioni che nell’Italia libera democratica e liberale hanno con alto senso del dovere e della capacità di sapersi sciogliere da legami individualistici ,compiuto ogni sforzo possibile, talvolta anche se impossibile, per affermare il Rispetto per la Magistratura, che va ben oltre il rispetto dovuto ai magistrati che ella dimostra, purtoppo,di non comprendere.

Lei ha dimostrato con quegli sciocchi attributi verbali che ha applicato ai suoi, peraltro tortuosi , “ragionamenti” tutta la indecorosa vanità di essere guardato, ammirato per l’originalità della descrizione che per un giorno le ha dato - lei ritiene – la giusta notorietà.

Ebbene sappia che si notorietà è stata, ma di infima caratura Pensare e ripensare, avrebbe dovuto. Poi attenersi al suo dovere di precisione asciuttezza e rigore come il Diritto che lei ha studiato insegna . Null’altro. Specie poi fra tante lacrime e grida di disperazione.

Di questi tempi che “avere fiducia nell’opera della Magistratura” è sempre più ineludibile da sostenere , dandole corpo e volto di Esempio di Diritto, di Giustizia e di Umanità ,ella ha preferito dimostrarsi quasi un compagnone che se la rideva della sua “bravura” lessicale. Ma ciò non le è consentito, signor giudice nella sua Veste . Anzi, mai, perché la “ divisa costituzionale” le sta sempre indossata anche nel privato ,se ella sa concepire il senso profondo della altissima rappresentanza che la Costituzione le affida.

Lei ha il dovere di chiedere perdono - perdono ,si non “scuse” -della sua vanitosa futilità ,oltraggiosa di così immenso dolore.

Rosario Patanè

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