A chi dissente e anzi minimizza il grande valore civile per il risultato politico delle elezioni francesi, in particolare che questo risultato non presenta alcuna novità di tipo elettorale e che è molto problematico al fine della governabilità, rispondo che la notazione più importante è rimarcare il carattere storico che una grande nazione come la Francia non manca mai d’insegnare, che cioè si registra automaticamente una fortissima consapevolezza generale dello spirito di coalizione democratico che salvi in ogni caso la natura della Repubblica e consenta il superamento delle divisioni prettamente ideologiche formando coalizioni di ordine politico e civili assolutamente superiori rinnovando sempre il patto antifascista.
Così è stato, senza eccezione alcuna, i tutte le elezioni francesi specialmente quelle decisive al massimo livello della Presidenza nazionale, quando la sinistra, compreso il più arretrato e rozzo ancorché esiguo partito comunista d’Europa, non ha mai esitato, al fine di fermare la deriva di estrema destra, ad appoggiare il candidato conservatore a lei più “prossima” e così ha fatto anche la destra liberale nei confronti della sinistra.
Questo si chiama, che si voglia o no, “Spirito Repubblicano” che indica la radice più propriamente identitaria comune e le garanzie costituzionali irrinunciabili capaci di evitare le dittature personali o collettive in ogni forma e che caratterizza quella maturità politica e sociale che in Italia abbiamo sempre sottovalutato se non disprezzato ,specie negli ultimi anni , ritrovandoci oggi con una oligarchia neofascista al governo che sta man mano prosciugando tutti gli spazi di libertà e coerenza costituzionali. Taluni insistono a respingere ogni “compromesso “ . Quando si grida al “non tradirò mai la mia identità” (confesso che in giovinezza anch’io ne sono stato molto attratto ) oggi rispondo che il compromesso repubblicano e la massima espressione di coerenza con la propria natura ideale al fine di salvaguardare un Bene comune supremo. Non è stato questo lo Spirito della Resistenza ?
Rosario Patanè