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29 marzo, referendum e riforma
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Si è voluto evitare che un approfondito dibattito pubblico sulla riforma possa portare ad un ripensamento nell’opinione pubblica
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Le bandierine piantate sulla Costituzione
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Tagliare per il solo risparmio di spesa, al di fuori di un quadro organico di interventi sul testo costituzionale e sul sistema elettorale, è stato un errore. Impone nel voto del 29 marzo il chiaro segnale di un NO, quali che siano previsioni e sondaggi
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Dal Comitato del No l’invito alla mobilitazione
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Se siamo in ritardo è anche perché troppi assistono ma non scendono in campo contro una destra pericolosa e per spingere le sinistre ad avere coraggio
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Alfonso Gianni. Questo referendum s’ha da fare
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La proclamazione del referendum sul taglio dei parlamentari va difesa da ogni miserabile calcolo politico. Si tratta di fare tornare in campo la volontà dei cittadini e di affrontare a viso aperto la demagogia populista
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Tagliare «le poltrone» non cambia un parlamento di nominati
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I parlamentari devono rispondere al capo partito che li fa eleggere anziché agli elettori. E l’istituzione è umiliata, ridotta al ruolo di passacarte del governo di turno
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Referendum, la trappola del Sì o No sul numero dei parlamentari
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Nel balletto delle firme, la consultazione sul taglio dei parlamentari è un grande imbroglio propagandistico, un palliativo sui veri mali che affliggono l’istituzione. Nessuna democrazia si è spinta così avanti nella ghettizzazione dell’organo della rappresentanza, che non discute né decide autonomamente alcunché
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IL PARLAMENTO SVILITO DAI POPULISTI
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Il referendum è necessario e occorre lavorare per fare prevalere il No per bloccare una deriva demagogica e populista
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Dopo la lezione della corte ripartire da una legge proporzionale
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La legge elettorale è la madre di tutte le questioni, essendo relativa alle modalità di selezione della classe dirigente e quindi alla qualità della nostra politica
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Alfonso Gianni. La saggia decisione della Corte Costituzionale
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Le migliori, direi le uniche, riforme ad alto impatto sociale in Italia sono state fatte negli anni settanta, con alle spalle l’autunno caldo del movimento operaio e le grandi lotte studentesche e quando il parlamento veniva eletto con legge proporzionale
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Referendum, con l’emergenza sanitaria non si può votare il 29 marzo
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Andrebbe considerata l’adozione di un decreto-legge in deroga all’art. 15 della legge 352/1970. Tale decreto, toccando solo la data, non troverebbe ostacolo nell’art. 72 della Costituzione
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